I consiglieri comunali del Pd che avevano presentato l’interrogazione rispondono all’assessore Rao e preannunciano un ordine del giorno
La posizione del Pd è nota e non cambia: la politica deve rimanere fuori dalla commissione del bando per le emergenze abitative. Quella commissione, cioè, che in base a criteri tecnici, non certo politici, dovrà assegnare in locazione provvisoria una serie di alloggi a quelle famiglie che mostreranno di possedere i requisiti richiesti. Una posizione espressa già attraverso un’interrogazione di cinque consiglieri comunali, Nicola Barbalace, Emilia Barrile, Giorgio Caprì, Elio Sauta e Daniele Zuccarello, e ribadita ieri con una nota del segretario comunale, Giuseppe Grioli, secondo il quale «non si capisce che ruolo potranno svolgere l’assessore e gli altri esponenti politici dentro tale commissione se la stessa si deve limitare esclusivamente a verificare la sussistenza di requisiti».
La polemica, però, non si placa. All’interrogazione, infatti, hanno fatto seguito le dichiarazioni dell’assessore al Risanamento Pippo Rao, il quale ha affermato che «la presenza di un consigliere di maggioranza e di uno di minoranza è solo un segno di garanzia democratica». Rao ha chiarito che «non può esserci discrezionalità» sui criteri previsti dal bando e ha definito «preconcetta» la posizione dei consiglieri del Pd, aggiungendo che «la strumentalizzazione politica viene fatta da loro, non dall’amministrazione».
Non si fa attendere la controreplica di Barbalace e gli altri esponenti del Pd: «Poiché rimaniamo convinti che la presenza politica comporta una valutazione diversa rispetto alla valutazione tecnica, e poiché la eventuale indicazione dei componenti consiglieri sarebbe comunque prerogativa del Consiglio Comunale, preannunciamo un ordine del giorno con il quale sottoporremo al Consiglio Comunale la problematica e la eventuale rivisitazione della determina di giunta in questione. Sarà quindi il Civico Consesso a determinarsi ed indicare la strada da seguire all’amministrazione. Si precisa altresì – concludono i cinque consiglieri – che neanche in presenza di maggioranze assolute che hanno governato per decenni il Comune di Messina si è mai pensato di prevaricare il Consiglio Comunale e addirittura esautorare compiti che sono solo prerogativa dei suoi dirigenti».
(foto Dino Sturiale)
