In commissione tocca agli ambientalisti: «Le opere “compensative” possono prescindere dal Ponte»

In commissione tocca agli ambientalisti: «Le opere “compensative” possono prescindere dal Ponte»

In commissione tocca agli ambientalisti: «Le opere “compensative” possono prescindere dal Ponte»

lunedì 09 Novembre 2009 - 17:48

Granata (Legambiente): «Ma un giudizio preliminare è inevitabile: questo progetto non esiste e non ci sono le condizioni di fattibilità». Signorino (Centro Studi F. Pellizzeri): «L’opera non sta in piedi economicamente. Gli interventi connessi? Non dipendono dal Ponte»

In attesa dell’arrivo di Pietro Ciucci, che sarà ospite della commissione Ponte giovedì, l’organo consiliare di Palazzo Zanca ascolta il parere degli ambientalisti. Che non può che essere una stroncatura del Ponte. Ciò non significa che il “no” debba essere ideologico e che esso si estenda anche alle opere compensative, che sono poi l’oggetto vero e proprio, di fatto, delle sedute della commissione. Anzi. Le opere, in linea di massima, vanno bene, ma possono anche prescindere dal Ponte stesso. Il direttore di Legambiente Sicilia Salvatore Granata, infatti, sostiene che «si dovrebbe immaginare un modello di sviluppo del territorio che prescinda dal Ponte, e che parta piuttosto dalla revisione del Piano regolatore». Secondo l’esponente ambientalista «non si può però tacere un giudizio preliminare: il progetto non esiste, così come non esistono risorse economiche certe che lo sostengano. E’ noto che Legambiente non lo ritiene necessario, pensando che siano altre le priorità per questo territorio: non ci sono, oggi, le condizioni di fattibilità». Riguardo le opere compensative, «è senz’altro utile investire grandi somme nel territorio», ma lo si può fare indipendentemente dal Ponte.

Che poi è la stessa linea che segue Guido Signorino, economista ed esponente del Centro Studi per l’Area dello Stretto “Fortunata Pellizzeri”, “delegato” da Anna Giordano del Wwf. «Alcuni obiettivi della delibera – afferma – prescindono totalmente dall’opera Ponte, anzi, sono misure auspicabili per migliorare la vivibilità cittadina. Ma perdono di significato in quanto “compensativi” rispetto ad un progetto che non c’è, che non ha un’utilità sociale dimostrate, e che non sta in piedi economicamente. E questa non è una valutazione ideologica, ma “tecnica”. Come non pensare, ad esempio, alle discariche che sulle nostre colline dovranno sopportare 1 milione e 800 mila metri cubi di terra, aggravando la condizione di dissesto idrogeologico. Invece che “compensare” un danno futuro ed eventuale, allora, dovremmo chiedere che vanga compensato un danno che la città ha già subito: l’attraversamento quotidiano del proprio centro città da parte dei Tir che dovevano imbarcarsi».

Giorgio Muscolino dell’Udc, dopo aver ricordato che «questa delibera è vecchia, essendo stata concepita sei anni fa, e necessita di opportune modifiche», invita ad un ragionamento molto concreto, ai limiti di quello che potrebbe essere definito “opportunismo politico”: «Approfittiamo di questa occasione per ridisegnare la città, a prescindere poi dal fatto che il Ponte si faccia o meno. Evitiamo di trovarci nella condizione in cui ci potranno dire: l’opportunità di proporci le vostre opere ve l’abbiamo data, peggio per voi. Questa delibera, con le opportune modifiche, va votata prima possibile. Poi è possibile pure – conclude Muscolino col sorriso sulle labbra – che fra qualche anno il governo torni di nuovo sui propri passi e il Ponte non lo faccia più».

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