Il Consiglio comunale passa la grana stadi all'amministrazione e va in ferie

Il Consiglio comunale passa la grana stadi all’amministrazione e va in ferie

Redazione

Il Consiglio comunale passa la grana stadi all’amministrazione e va in ferie

mercoledì 06 Agosto 2008 - 14:15

Approvato l'ordine del giorno che impegna il sindaco a predisporre una proposta di delibera che revochi la convenzione con il gruppo Franza. Il segretario generale Ribaudo: «Questione delicata, andrebbe consultato un amministrativista»

Un atto di indirizzo. Nulla di più, nulla di meno. Questo è l’ordine del giorno sugli stadi San Filippo e Celeste votato stamani dal Consiglio comunale, presentato da Nello Pergolizzi ed emendato dallo stesso insieme al collega Giuseppe Melazzo del Pdl, nel quale si «impegna l’amministrazione a verificare l’esatto adempimento da parte del F.C. Messina a tutti gli oneri ed impegni posti dalla convenzione, a predisporre una proposta di delibera avente ad oggetto la revoca in autotutela della delibera adottata dal commissario Sinatra e a non far sottoscrivere la relativa convenzione al dirigete pro-tempore del dipartimento cultura spettacolo-turismo-sport». Una richiesta, quest’ultima, che si accompagnerà ad una lettera scritta dell’ufficio di presidenza del Consiglio con la quale si avvierà l’iter di sospensione dell’esecutività della delibera con la quale Sinatra autorizzava, di fatto, gli uffici comunali a stipulare la convenzione con il gruppo Franza.

Una seduta durata ancora una volta più del dovuto (se si discute più di due ore per un atto di indirizzo, cosa succederà per le delibere più sostanziose?), presieduta in maniera impeccabile dal vice-presidente vicario del Consiglio Pippo Trischitta, nella quale più o meno tutti i consiglieri hanno detto la loro, sotto lo sguardo attento di pochi tifosi presenti nello spazio riservato al pubblico. Subito ritirato un emendamento presentato dallo stesso Trischitta e da Salvatore Ticonosco nel quale si chiedeva un rinvio in commissione dell’Ordine del giorno e soprattutto un parere del collegio di difesa e una relazione del dirigente preposto. «Non ho piena contezza dei vincoli e delle condizioni presenti nella convenzione» osserva Ticonosco, che però su proposta di Melazzo, come detto, ritira l’emendamento.

E’ Gaetano Gennaro (Pd – Democratici per Messina), invece, a presentare due sub-emendamenti a quello proposto da Pergolizzi e Melazzo, nei quali si chiede di verificare eventuali «vizi di legittimità» presenti nella convenzione e nell’iter burocratico che ad essa ha portato, procedendo nel qual caso ad «annullare tutti gli atti». In sostanza, spiegherà poi Gennaro, «chiedo di rafforzare l’ordine del giorno presentato da Pergolizzi. Non mi pare, infatti, che ci sia stata evidenza pubblica nella convenzione, se ci sono le condizioni si faccia -tabula rasa- di questi atti». L’intervento di Melazzo, carte alla mano, è chiaro e netto e potrebbe rappresentare la chiave di volta della vicenda. Riassumendo, il consigliere Pdl chiede: la società F.C. Messina ha adempito agli obblighi previsti dalla convenzione? Ovvero, citando il testo dell’accordo procedimentale, «manutenzione straordinaria e ordinaria delle opere realizzande, guardiania, pulizia, funzionamento e custodia degli impianti, soese delle utenze per consumi idrici, di combustibili, di energia elettrica» e molto altro ancora. Se così non fosse, la convenzione andrebbe a decadere?

Alla seduta partecipa, dal tavolo della presidenza, anche il segretario generale del Comune Filippo Ribaudo, che dà un -consiglio al consiglio-, il gioco di parole è d’obbligo: «Parliamo di un’operazione da 60 milioni di euro – avverte – non si perda più tempo e si chieda il parere di un illustre amministrativista». Roberto Sparso vorrebbe che ad intervenire per dare lumi fosse Gianfranco Scoglio, attuale assessore ai Lavori pubblici, ma soprattutto city manager e vera -mente- della convenzione. Ma l’aula boccia la richiesta di Sparso, mentre Pippo Capurro lancia un monito: «Quando approvammo questa convenzione subimmo pressioni dai tifosi e anche dalla stampa (pochi giorni prima il Messina era stato riammesso dal Consiglio di Stato in serie A). Io ero nettamente contrario ma votai per amore della città. Questo ordine del giorno è -acqua fresca-, è chiaro che l’amministrazione, se procederà con la revoca, un’azione legale se la dovrà aspettare».

Anche Tani Isaja del Pd si dice «preoccupato» perché si potrebbe andare incontro a un contenzioso di quelli pesanti, e troppo fresco è il ricordo, come accennato da Capurro e Ticonosco in precedenza, dell’azione legale nei confronti dei consiglieri comunali che alcuni anni fa votarono un debito fuori bilancio di Messinambiente poi contestato. E’ legittimo, a questo punto, che Nino Carreri di Risorgimento Messinese si chieda «come sia stato possibile arrivare a tale compromesso, che nei fatti non restituisce alla città e all’amministrazione la giusta compensazione per l’investimento -regalato- al gruppo imprenditoriale». E a proposito di pressioni e condizionamenti, Carreri ricorda «le dichiarazioni dei responsabili del sodalizio (i Franza, ndr) che arrivarono a -minacciare- il ritiro della squadra qualora la convenzione non fosse andata a buon fine».

Le due ore di discussione non cambiano la sostanza di un assenso già palesato dai consiglieri ancor prima di entrare in aula: dopo il via libera all’emendamento e ai sub-emendamenti, l’aula approva l’ordine del giorno con ventiquattro sì e due astenuti (Ticonosco per via dell’emendamento ritirato e Trischitta in quanto presidente della seduta). In questo gioco della palla avvelenata (anzi, del pallone avvelenato) adesso è di turno l’amministrazione Buzzanca, la quale dovrà decidere il da farsi. Da parte sua, il consiglio comunale chiude i battenti e va in ferie.

(nella foto, Nello Pergolizzi)

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