In consiglio comunale tiene banco lo scontro politico

In consiglio comunale tiene banco lo scontro politico

In consiglio comunale tiene banco lo scontro politico

lunedì 14 Giugno 2010 - 13:14

La maggioranza sembra più concentrata sulle elezioni di Milazzo che sull’ordine del giorno, il Pd non ci sta a fare da stampella ed abbandona l’aula. Ma i lavori del Consiglio sono praticamente fermi da settimane

Una situazione di stallo pressoché totale, un perenne stand-by che diventa difficile da spiegare a quei cittadini che hanno eletto quarantacinque consiglieri comunali affinché producessero qualcosa di buono per la città. Questo è il civico consesso oggi, un organo fermo e inoperoso, buono solo per approvare gli scarni verbali delle sedute precedenti. E poco accettabile è la giustificazione addotta da qualcuno dietro le quinte: “Per ora tengono banco le elezioni di Milazzo”. Solo da domani vedremo come e in quale misura le urne mamertine potranno rideterminare equilibri e assetti politici. Ma il punto è: cosa volete che importi alla cittadinanza di tutto questo? La risposta è semplice: nulla.

Anche oggi si è assistito al solito teatrino, un ritornello che chi segue le vicende di Palazzo Zanca ascolta quotidianamente dal primo giorno di questa consiliatura: l’opposizione fa pesare alla maggioranza il fatto che senza la permanenza responsabile dei consiglieri di centrosinistra in aula non si andrebbe praticamente da nessuna parte; il centrodestra risponde da par suo che il voto o la semplice presenza in consiglio comunale non è fatto che può dipendere dal colore politico ma dal rispetto di un mandato affidato dagli elettori affinché venga espletato. Insomma, il solito gioco delle parti, con buone ragioni da un lato e dall’altro. Oggi protagonisti di questo diverbio sono stati Felice Calabrò per il Pd e Bruno Cilento per l’Udc, un partito che, aperta parentesi, può a sua volta far pesare i propri numeri sempre decisivi nei confronti di un Pdl letteralmente sfaldato al proprio interno. Perché se c’è un partito che più degli altri attende notizie da Milazzo è proprio il Pdl. Un partito che di fatto non è mai nato, che a Messina non ha ancora degli organi costituiti e che vive degli umori di questo o quel deputato o di un sindaco tuttofare.

Per la cronaca oggi in consiglio comunale si discuteva della modifica al regolamento dell’Ici, sui cui dettagli torneremo quando l’aula riterrà che sarà giunto il momento buono per votarla. E sempre per la cronaca, il Pd, dopo accuse reciproche da un’ala all’altra della sala consiliare, ha deciso di non fare più da stampella alla maggioranza, affidando la propria posizione alla docile ma al tempo stesso severa voce di Simona Contestabile: «Vista la presenza dall’altra parte dell’aula di “comparse” che evidentemente possono benissimo fare a meno di noi, abbandoniamo l’aula». Punto. La maggioranza incassa, risponde come può col capogruppo del Pdl Pippo Capurro investito della “mission impossible” di tenere le fila di un partito senza capo né coda, e infine salva il salvabile chiedendo e ottenendo il rinvio dei lavori d’aula a domani. Quando i risultati del ballottaggio di Milazzo saranno già agli archivi.

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