Difensore civico della Provincia verso la cassazione. Audizione in prima commissione per Mazzù

Difensore civico della Provincia verso la cassazione. Audizione in prima commissione per Mazzù

Difensore civico della Provincia verso la cassazione. Audizione in prima commissione per Mazzù

giovedì 18 Marzo 2010 - 00:42

Alcuni componenti hanno deciso di invitare l'avvocato ancora in carica per capire fino in fondo la scelta dell'Amministrazione. Molti, nonostante la linea tracciata, si sono dichiarati contrari all'abolizione, pur condividendo la necessarie misure per la riduzione della spesa. Rao: -Gratuità del mandato-. Cerreti: -Si intervenga anche su altri sprechi-. Diversi gli spunti emersi

Ieri mattina alla seduta della prima commissione provinciale ha partecipato il Difensore Civico in carica, Giovanni Mazzù. Un’audizione richiesta dagli stessi componenti per avere maggiore chiarimenti in merito a quanto dovrebbe accadere nei prossime mesi alla Provincia, con l’Amministrazione che, attraverso una delibera di giunta, ha già manifestato la propria intenzione di cassare tale figura eliminandola dallo statuto dell’Ente.

Solo qualche giorno fa avevamo illustrato nel dettaglio la parte più importante delle questioni affrontate ieri (vedi articolo correlato in basso, illustrate anche finalità e funzioni). Le motivazioni che hanno spinto l’Amministrazione a prendere questa decisione, aspetti positivi e negativi di tale scelta, legami con la normativa e importanza di questa figura.

Il primo punto attenzionato è la scadenza dell’incarico. L’avvocato Giovanni Mazzù si trova infatti attualmente in carica, in virtù dell’art.25 dello statuto comma 4 che indica la scadenza del mandato concomitante con quello del Presidente della Provincia, indicando però la sussistenza dell’esercizio delle funzioni -fino all’insediamento del successore-. Ciò al di là dei 45 giorni successivi all’insediamento della nuova amministrazione (Ricevuto), collegabili alla proroga di fatto.

Ovviamente tirato in ballo l’aspetto economico/finanziario, al quale l’Amministrazione ha fatto riferimento in merito alla scelta di ‘cancellare’ questa figura dall’Ente (oggi, come da statuto, il compenso del difensore è pari a quello di un assessore). Ciò nell’ottica della -necessità di contenimento e razionalizzazione della spesa-. La maggioranza dei consiglieri si è trovata d’accordo sulla sostanziale giustezza dell’intenzione, ma seguendo una linea che sia coerente e non incida sulla tutela e sugli interessi della cittadinanza. -C’è differenza tra l’eliminare il ruolo del difensore civico completamente ed eliminare solo le eventuali spettanze – ha affermato Cerreti dell’Mpa -, garantendo il mantenimento del servizio per l’utenza provinciale-. Sulla stessa linea d’onda si trova il Partito Democratico, che ha confermato la linea dichiarata qualche settimana fa da Pippo Rao, schierandosi per il mantenimento della figura seppur sancendo -la gratuità del mandato-, fatti salvi i rimborsi spese, la messa a disposizione dell’ufficio e di tutti gli strumenti necessari, compreso il personale (attualmente due unità). Così come l’Udc, che si è esposta a favore del mantenimento con il capogruppo dell’area D’Alia, Matteo Francilia, così come aveva fatto nel corso della riunione di maggioranza che ha poi optato per la scelta dell’abolizione, alla quale il partito centrista per -senso di responsabilità e rispetto dei patti con la coalizione alla quale appartiene- ha deciso di adeguarsi.

Una scelta, quella presa dall’Amministrazione, alla quale però dovranno certamente fare seguito tanti altri “tagli” necessari per rimettere in sesto i conti dell’Ente, fortemente falcidiati dalle continue emergenze territoriali, ma non solo. Una delle questioni sulle quali si dovrà intervenire è ad esempio quella del Collegio di Difesa, organo del quale l’Ente si avvale, pur se non “ufficialmente” previsto nello statuto. Un -fronte- certamente da regolamentare, considerando la spesa complessiva annuale di circa 50mila euro per i tre componenti che ve ne fanno parte, nonostante la Provincia assegni contemporaneamente incarichi legali anche ad una moltitudine di professionisti (198 nel 2009). -Il Collegio – ha dichiarato a tal proposito Cerreti – costa decine di migliaia di euro annuali per mantenere i tre componenti, che al massimo si limitano ad esprimere pareri non vincolanti, che tranquillamente potrebbe dare un qualsiasi professionista legale inserito tra i tanti esperti gratuiti del Presidente. Se un cambio di direzione si vuole veramente realizzare, eliminando i tanti sprechi economici, si parta da una maggiore oculatezza nell’elargizione dei vari premi ai dirigenti e dalla soppressione dei compensi economici per i componenti del nucleo di valutazione-.

-Capisco e posso condividere l’obiettivo del risparmio ricercato dall’Amministrazione – ha invece commentato Mazzù – ma non ritengo sia giusto cassare una figura che permette un accesso immediato e un servizio utile ai cittadini, indipendentemente dalla mia permanenza. A venire penalizzati sarebbero gli amministrati prima ancora dell’Ente-. Un Difensore Civico a ‘titolo gratuito’?

-Chi accetterebbe di farlo?-, avrebbe chiesto il presidente Nanni Ricevuto alla sua maggioranza. -Tanti professionisti secondo me sarebbero disposti – ha risposto Mazzù -, anche ex impiegati ora in pensione-. -Ci sono tanti esperti a titolo gratuito…-, ha proseguito quasi ironicamente Cerreti.

Tornando al lavoro del Difensore Civico, Mazzù ha dichiarato di avere trattato e affrontato circa 370 casi nei cinque anni di attività. A testimoniare quanto fatto le relazioni annuali (consultabili all’indirizzo http://www.provincia.messina.it/servizi/servizi_al_cittadino/difensore-civico/default.aspx ), l’ultima delle quali (il file completo in download in basso), giace -tristemente- dal marzo dello scorso anno nell’elenco dei punti dell’ordine del giorno del consiglio provinciale, senza essere stata mai prelevata e valutata. Essa, secondo il già citato art.25 dello statuto (comma 12), dovrebbe indicare le disfunzioni riscontrare, suggerire rimedi per la loro eliminazione e formulare proposte tese a migliorare il buon andamento e l’imparzialità dell’azione amministrativa.

Normativamente, oltre a quanto previsto dalla fonte primaria per l’Ente rappresentata dallo statuto, come già ribadito più volte la figura è prevista nella pubblica amministrazione già dall’art.8 della legge 142/90, e successivamente dalle leggi 59 e 127 del 1997, le cosiddette leggi Bassanini. La legge 191/2009 (Finanziaria) all’art 2 comma 186 lettera a) della Legge decreta la soppressione del difensore civico comunale, ma al contempo prevede la possibilità di convenzione del Comune con la Provincia di riferimento per l’utilizzo del difensore civico provinciale (che in questo caso, così facendo, sarebbe assente), che dovrebbe assumere la denominazione di difensore civico territoriale. Anche un emendamento governativo alla Finanziaria 2010 presentato in Commissione Bilancio, che sancisce l’abrogazione dell’articolo 11 del D.Lgs. 267/2000 T.U. enti locali, conferma il trasferimento delle funzioni dai difensori civici comunali ai difensori civici della Provincia ove ricade il Comune. Passaggi ricordati dal consigliere dell’Idv Maurizio Palermo ma anche dallo stesso Mazzù.

Un’altra questione è stata posta da Roberto Gulotta, che come presidente della stessa commissione, in data antecedente alla delibera di giunta che indirizza verso la cassazione della figura, aveva ricevuto, per l’ottenimento del necessario parere, un’ulteriore delibera per la costituzione di un’apposita commissione speciale chiamata a valutare le candidature per il rinnovo del Difensore Civico. Un atto firmato dalla dirigente Tripodo, che verrà probabilmente invitata nel corso della prossima seduta della commissione.

Al termine della seduta di ieri, al di fuori degli spunti forniti dal Difensore in carica e dell’apprezzamento per il lavoro svolto, la maggioranza della commissione sembra essersi espressa nel complesso per il mantenimento della figura, nonostante gli assessori di riferimento dei gruppi di centrodestra abbiano poi votato così come da accordo con l’Amministrazione. Il trend dovrebbe essere identico, salvo colpi di scena, anche in consiglio, quando il civico consesso sarà chiamato ad esprimersi sulla delibera di giunta che ne prevede la cassazione. Il centrodestra avrà bisogno anche dei numeri, visto che per la modifica dello Statuto servono i 2/3 per le prime due votazioni ed eventualmente la maggioranza assoluta.

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