Esiste ancora la Fiera di Messina?

Esiste ancora la Fiera di Messina?

Redazione

Esiste ancora la Fiera di Messina?

venerdì 09 Gennaio 2009 - 00:58

Da dicembre sfrattata dalla Cittadella e senza una guida. Dopo settant'anni potrebbe non esserci più una Campionaria. Il futuro nel polo fieristico regionale

Alla rispettabile età di settant’anni, rischia di morire la Campionaria di Messina. E’ la triste ma inevitabile considerazione dettata dalla totale incertezza che regna, al momento, intorno all’Ente Fiera e al suo futuro. Un ente commissariato da dieci anni, senza guida da dicembre, sfrattato dalla cittadella che lo ha ospitato da sempre (anche se la Regione ha chiesto all’Autorità portuale una moratoria di altri sei mesi), e soprattutto senza alcuna prospettiva. Non si sa né quale sarà la sua prossima sede (nessun passo concreto verso la soluzione ex Sanderson, l’unica finora prospettata) né se effettivamente ci sarà una nuova collocazione della Fiera. Il futuro, come confermato nelle settimane scorse dal sindaco Giuseppe Buzzanca e dall’assessore regionale alla Cooperazione e al Commercio Roberto Di Mauro, si chiama Polo Fieristico Regionale, un ente che assorbirà le attuali realtà di Palermo, Messina e Catania (e, ci si augura, anche i rispettivi lavoratori, il cui mandato scadrà fra sei mesi).

Cosa ne sarà, a quel punto, della “nostra- Campionaria? Non è dato saperlo, ma è più che probabile che l’edizione dell’agosto 2008 sia stata l’ultima. Un finale non certo scoppiettante per una realtà che per decenni è stata il fiore all’occhiello dell’estate messinese (e diremmo anche siciliana), prima di trasformarsi in qualcosa di molto diverso da una rassegna internazionale di primo livello. Di certo c’è che, qualora dovesse essercene ancora una, come tra l’altro prevede il programma 2009 dell’Ente, la cittadella fieristica non ospiterà più la manifestazione, anche perché parte integrante di un Accordo di programma sottoscritto nel settembre scorso da Comune, Provincia, Autorità portuale e Camera di Commercio e che prevede l’apertura dell’area 365 giorni l’anno. Potranno esserci piccole rassegne specializzate, ma non più la Fiera così come i messinesi l’hanno sempre concepita.

Tra le strategie di intervento previste da quell’Accordo, la demolizione di elementi incongruenti con il fronte mare, il restauro delle architetture, la ristrutturazione degli edifici più moderni, la realizzazione di nuove architetture, l’individuazione di un’allocazione strategica per la realizzazione del “Museo del Mare e dei Trasporti-, la realizzazione di percorsi ciclopedonali e di un parcheggio pluripiano, il ripristino di un’area di verde per la città, la realizzazione di pontili galleggianti per l’approdo di navi, la valorizzazione degli spazi aperti, e in conclusione, ma vale la pena sottolinearlo usando le parole del documento, «l’incentivazione, promozione e sviluppo di attività fieristiche, da affidare a soggetti terzi e, in particolare, all’Ente Fiera di Messina». Sempre che ce ne sia ancora uno.

Per il momento poco o nulla è stato fatto, se non una corsia protetta con tanto di recinzione stile “orsogrill- che non è certamente il migliore dei viatici. Non si ha traccia del Tavolo tecnico del quale, sempre secondo l’Accordo di Programma, dovrebbero far parte i soggetti sottoscrittori, ognuno con le proprie prerogative, né dell’Organo di Vigilanza, che nelle previsioni dovrebbe essere coordinato dal sindaco. Anche l’idea di creare nel quartiere fieristico il Museo del Mare si sta perdendo, come confermato dall’assessore Pippo Isgrò, dietro farraginose pratiche burocratiche, tanto che l’esposizione del rostro di epoca romana, rinvenuto l’estate scorsa al largo di Acqualadroni, si svolgerà non più nella cittadella ma, quasi certamente, nell’androne di Palazzo Zanca.

Anche alcuni consiglieri provinciali dell’Udc hanno chiesto lumi sul futuro dell’Ente, e lo stesso ormai ex commissario Giuseppe Grazia, nel suo “commiato-, ha rivolto una sorta di appello alle istituzioni messinesi di non abbandonare la Fiera al suo destino. Un appello che, per il momento, sembra proprio essere rimasto inascoltato.

(foto Dino Sturiale)

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