Le Ferrovie dimenticate, dal tavolo romano un “contentino” e una sola certezza: il Sud non rientra nei piani di Rfi

Le Ferrovie dimenticate, dal tavolo romano un “contentino” e una sola certezza: il Sud non rientra nei piani di Rfi

Le Ferrovie dimenticate, dal tavolo romano un “contentino” e una sola certezza: il Sud non rientra nei piani di Rfi

martedì 15 Marzo 2011 - 14:32

Per i sindacati si tratta di una fumata “grigio scuro” e di “bicchiere mezzo pieno”. L’accordo: ripristinare i servizi e “congelare” i tagli per un anno. Ma poi? Matteoli a “caccia” di risorse. E Moretti non smentisce la voglia di abbandonare lo Stretto

Fumata “grigio scuro”, bicchiere mezzo vuoto, “moderato ottimismo”. Queste le reazioni al vertice romano sulla annosa vertenza Stretto. Un vertice dal quale viene fuori una certezza assoluta: le Ferrovie non ha nessun programma di lungo termine sul Meridione e sullo Stretto di Messina in particolare. Ecco perché il risultato finale non può che essere considerato un contentino. Nessuna inversione di tendenza, nessuna vera svolta. Non si può nemmeno definire interlocutorio l’incontro a tre fra il ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti Altero Matteoli, l’amministratore delegato di Rfi Mauro Moretti e il sindaco Giuseppe Buzzanca. Nonostante le palesi “resistenze” di Moretti, il ministro ha chiesto al dirigente di Rfi di incrementare i servizi delle Ferrovie sullo Stretto di Messina, assicurando il massimo impegno per individuare le risorse necessarie, da “pescare” in un successivo incontro che Matteoli avrà con il ministro dell’Economia Giulio Tremonti. Moretti (che ha persino negato l’evidenza del taglio di due delle tre navi delle Ferrovie sullo Stretto) dovrà presentare entro 48 ore un piano per ripristinare lo stato di fatto di un anno fa, “salvando” così, di fatto, i lavoratori Ferrotel ed ex Wagon Lits e riportando in mare le due navi tagliate, oltre ai treni notte, ma solo per un anno. Nel piano Moretti dovrà indicare anche quali risorse saranno necessarie per attuarlo, fornendo così a Matteoli gli strumenti per battere casse da Tremonti. Al tempo stesso potrebbe essere aperto un ulteriore tavolo, presso il ministero del Lavoro, per trovare soluzioni definitive per tutto l’indotto lavorativo coinvolto.

Buzzanca non si sbilancia e si dice solo «moderatamente ottimista», soddisfatto per l’impegno assunto da Matteoli, meno per quel che riguarda l’atteggiamento di Moretti. «Un atteggiamento che si è dimostrato ancora una volta teso ad escludere il Meridione dalle strategie aziendale delle Ferrovie», commenta a caldo Mariano Massaro, segretario dell’Orsa, che ha partecipato al vertice insieme a Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Fast. I lavoratori però rimarranno in presidio fino a giovedì, in attesa della prossima mossa di Moretti. Per la Cgil, dunque, dal tavolo viene fuori solo una “fumata grigio scuro”. «Si apre uno spiraglio, sebbene a tempo determinato – commenta Lillo Oceano – per i licenziamenti legati alla vertenza Servirail attraverso l’ipotesi di una proroga di un anno dei contratti. Ipotesi che dovrebbe trovare certezza o smentita entro 48 ore. Siamo fortemente preoccupati per l’esito specifico della vertenza Servirail perché il Tavolo si è chiuso senza certezze e perché comunque si parla solo di una proroga di un anno. Certo – osserva Oceano-, nell’immediato significa scongiurare la perdita di quei posti di lavoro ma resta il nodo dei tagli che gravano sul settore». Nel corso dell’incontro è emersa chiaramente la difficoltà di Fs ad invertire la politica di abbandono del Mezzogiorno e della Sicilia a causa dei tagli alle risorse che, come ha spiegato l’Ad di Fs Moretti, sono stati di 150 milioni di euro sui 250 complessivi in tre anni.

“Sul piano scelte infrastrutturali – spiega Oceano – è apparso subito chiaro che non c’è alcuna disponibilità né possibilità, con queste condizioni, d’invertire la politica ferroviaria di abbandono del Mezzogiorno. L’Ad Moretti denuncia tagli e lo stesso ministro Matteoli ammette di non avere risorse. Senza preoccuparsi però di quel gap infrastrutturale tra nord e sud che fa sì che da Roma a Milano ci vogliano 2 ore e mezzo e da Messina a Trapani 6 e mezzo».

La soluzione di oggi, dunque, accontenta in parte i sindacati, attenti anche alle vertenza Servirail e Ferrotel: «Abbiamo evidenziato – continua Testa – come anche queste due vertenze devono rientrare all’interno della soluzione immaginata. Ci sono un centinaio di lavoratori interessati a cui bisogna dare risposte nell’immediato». La Fit Cisl resta in attesa degli ulteriori sviluppi, «ma quella di oggi – conclude il segretario della Fit messinese – è una soluzione temporanea, è come avere un bicchiere mezzo vuoto. Quella proposta è una soluzione ipotetica e ancora non strutturata. In seguito occorrerà sedersi nuovamente attorno a un tavolo per discutere del riassetto complessivo del nodo messinese che tenga conto delle esigenze del territorio siciliano. Vorremmo che, come oggi, le Istituzioni si muovessero per trovare soluzioni alle vertenze in atto».

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