La festa dell'Mpa a Messina. Oltre il -palco- ci sono gli elementi politici

La festa dell’Mpa a Messina. Oltre il -palco- ci sono gli elementi politici

Redazione

La festa dell’Mpa a Messina. Oltre il -palco- ci sono gli elementi politici

giovedì 23 Ottobre 2008 - 00:17

Dietro la decisione di Lombardo di organizzare la tre giorni autonomista nel capoluogo peloritano potrebbero nascondersi delle scelte ben precise

Da una parte c’è chi la considera l’ultima tappa di un cammino di “conquiste- attraverso il quale Raffaele Lombardo, a capo del suo “galeone- autonomista, vorrebbe mettere sotto scacco l’intera Sicilia. Dopo Catania da ex presidente della provincia e suo autentico fortino, e Palermo da presidente di Palazzo dei Normanni, mancherebbe solo il terzo centro più importante dell’Isola all’appello. Dall’altra chi invece ritiene che sia una mossa per lanciare un segnale distensivo alla città, nonostante nella sua giunta non ci sia alcun rappresentante messinese.

Il fronte politico si spacca già sulla decisione di Lombardo di trasferire tutto il suo quartier generale e non solo a Messina, per la “festa dell’Mpa- organizzata dal 24 al 26 ottobre. Una scelta che da qualunque lato la si guarda però, ha ed avrà sicuramente dei risvolti politici rilevanti aldilà degli argomenti che verranno trattati e dei rappresentanti istituzionali (e di partito) che vi parteciperanno. La manifestazione arriva dopo un aprile e soprattutto un giugno di fuoco per il centrodestra, con squarci anche ampi che avevano spaccato in piena campagna elettorale gli assetti di quella che poi è diventata la maggioranza, dal Comune fino al Governo. Una serie di accordi stabiliti e poi magari non rispettati, trasformatisi in veti incrociati tra ambizioni e candidature mal viste, avevano fatto traballare tutto il quadro. Ma il chiodo fu ricollocato dall’intervento dei più “grandi-, che tra Roma e Palermo fecero sentire la propria voce facendo rientrare la “questione Messina-. Solo cornice? L’impressione è che a palazzo Zanca la coesione sia tornata, grazie soprattutto alla nomina di Pippo Previti a presidente del consiglio. Cosa che forse si può dire meno a palazzo dei Leoni, dove la mancata designazione di Daniela Bruno come vicepresidente e altre scelte anche rispetto ai rapporti con l’Udc potrebbero aver lasciato degli strascichi tra le varie anime dell’ex Cdl.

E a proposito della Provincia, si fa sempre più insistente la voce secondo la quale il ricorso presentato da Forza Nuova potrebbe sortire i suoi effetti, invalidando le elezioni e rimandando tutti alle urne. In questo caso, quante possibilità ci sarebbero che Carmelo Lo Monte (o chi per lui) possa tornare ad ambire ad essere il candidato del centrodestra? Difficile che Ricevuto(non invitato) molli dopo il lavoro già iniziato e avviato, ma allo stesso tempo è molto probabile che anche l’attuale commissario provinciale dell’Mpa avanzi pretese, soprattutto in un contesto isolato e non vincolato ad altri come avvenne qualche mese fa, quando il gioco era tutto basato sull’equilibrio e i bilanciamenti. Perché non richiedere la candidatura dopo averla invocata lo scorso giungo e in una situazione certamente più complessa? Forse è prematuro porsi questi interrogativi. Certamente il clima sarà diverso nella cittadella fieristica, anche e soprattutto con gli esponenti degli altri partiti. Ma alcuni passaggi appaiono evidenti.

L’Mpa è sicuramente cresciuto in questi anni, ha conquistato popolarità e consensi e si è ritagliato anche un posto significativo a Roma come alleato di Berlusconi e compagno della Lega in talune battaglie. Un partito che oggi cerca ancora di allargare i suoi orizzonti e lavora per radicarsi in tutto il sud, un po’ come ha fatto la stessa Lega Nord nel settentrione. Spingendo l’accelleratore su questioni che possono unire non solo la Sicilia, ma appunto tutto il meridione. In questo fase quindi potrebbe risultare importante poter puntare su una città come Messina, dalla quale possono arrivare tanti spunti di rilievo come il Ponte sullo Stretto, giusto per citare il più appetibile o la Fiera.

Una realtà determinata a fare crescere il suo peso e che vuole farlo con l’obiettivo di poter trascinare con sé quanti più siciliani possibile. Che vuole far emergere il sud, eliminando il “diti-, come recita la cartellonistica dell’evento (la parola “sudditi- è sbarrata nella parte “diti-). E per farlo sta facendo leva pure sull’ambizione e sulla determinazione dei suoi esponenti presenti sul territorio, come nel nostro caso l’esuberante Cateno De Luca.

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