La fotografia e i numeri di una città in crisi: ecco il bilancio consuntivo 2007

La fotografia e i numeri di una città in crisi: ecco il bilancio consuntivo 2007

Redazione

La fotografia e i numeri di una città in crisi: ecco il bilancio consuntivo 2007

mercoledì 10 Settembre 2008 - 14:39

Le spese correnti ammontano a quasi 240 milioni, Palazzo Zanca -tira a campare- senza riuscire a investire e programmare. Differenze abissali tra le entrate previste e quelle effettivamente ottenute. Il flop della dismissione degli immobili.

Alla fine del mese riprenderanno, finalmente, i lavori del consiglio comunale, dopo la prolungata pausa estiva. E con ogni probabilità si inizierà col botto, perché a meno di imprevisti approderà in aula il bilancio consuntivo 2007, che il civico consesso dovrà approvare. L’analisi dei conti di Palazzo Zanca è già iniziata in commissione Bilancio, dove lunedì scorso sono stati ascoltati i revisori dei conti che hanno illuminato i consiglieri su alcuni dettagli.

Ma la situazione, come peraltro più volte e da più parti è stato sottolineato, non è delle più rosee, e anche se si vuole continuare a scacciare i fantasmi del dissesto finanziario, una considerazione è d’obbligo alla luce di quanto questo bilancio consuntivo racconta: il Comune non riesce ad andare oltre il tirare a campare, riservando poco o nulla alla programmazione. Il che allontana il baratro ma non rallenta la crisi, mantenendo il Palazzo in un permanente stato d’emergenza.

Diventa difficile immaginare come, stando così le cose, la situazione possa migliorare. Si parta da un dato: tra le entrate quella più -sicura-, perché indipendente dalla capacità di riscossione dell’amministrazione comunale, è sempre stata quella dell’Ici, con incassi che nel 2007 sono stati pari a 23,5 milioni di euro. Ora che l’Ici è stata abolita, è lecito domandarsi dove si troverà una liquidità di questo peso. Altra nota dolente riguarda la dismissione degli immobili e, in generale, i proventi ottenuti dal patrimonio comunale disponibile. La voce si divide in più capitoli, per un totale di circa 35 milioni di euro previsti come entrate: in realtà gli incassi superano di poco i 500mila euro.

Nei meandri del bilancio si scopre una curiosità: mentre i Franza continuano a sostenere di attendere un rimborso dal Comune di oltre 900mila euro, dai conti risulta che lo stesso Comune non ha incassato nemmeno un euro dei 210mila previsti per l’imposta pubblicitaria nell’ambito della convenzione con l’F.C. Messina. Stesso discorso per la voce -proventi canone concessorio relativo all’utilizzo degli stadi-. Entrata prevista: 400mila euro. Entrata realizzata: 0.

Impressiona la forbice tra gli introiti previsti per la Tarsu, 76 milioni di euro accertati, e quelli realmente incassati, appena 14 milioni, un buco pesantissimo di 62 milioni di euro. A proposito di rifiuti, per il servizio di smaltimento è stata impegnata una somma di 47,4 milioni di euro, quasi 2 milioni in meno di quanto inizialmente stanziato. Si è risparmiato, dunque, ma continuando a spendere una cifra importante a fronte di un servizio poche volte all’altezza. Sono diverse le entrate che vengono a mancare. Eloquente l’introito venuto dai mattatoi comunali: 0 centesimi. D analizzare anche le multe agli automobilisti. Negli anni precedenti al 2007 sono stati elevati verbali per 14,3 milioni, ai quali vanno sommati i 3,7 dell’anno scorso per un totale di 18 milioni, a fronte di un incasso di 4,5 milioni di euro. Non va meglio col carro-attrezzi, attività della quale non si conosce la sorte: dei 600mila euro accertati, ne risultano appena 52.671. E’ importante sottolinere come sia i 62 milioni di euro della Tarsu che i 13 milioni delle multe vengono iscritti come residui attivi, andando ad incidere sul calcolo dell’avanzo d’amministrazione. Visti i precedenti, si capisce come questo avanzo, che in totale arriva a 17 milioni di euro (8 dei quali non vincolati e dunque, secondo i revisori, utilizzabili per coprire parte dei debiti fuori bilancio), sia più -virtuale- che altro.

In questo contesto diventa pacifico come sia più che frequente il ricorso alle anticipazioni di cassa dalla Tesoreria comunale: in tutto si arriva alla somma -monstre- di 221,7 milioni di euro, cifra ancora più considerevole se si pensa che quella preventivata era di 54,6 milioni. A più di 10 milioni ammontano gli interessi che ha pagato Palazzo Zanca per fronteggiare il debito finanziario assunto per la parte corrente della spesa. Basti un dato per capire la situazione: per gli asili nido si spende la misera cifra di 700mila euro.

Un piccolo capitolo a parte merita l’Atm. Il trasporto pubblico è costato 16,8 milioni, mentre per quanto riguarda le spese in conto capitale (cioè quelle riferite ad investimenti a fini produttivistici) sono state impegnate somme per 3,1 milioni, contro gli oltre 90 preventivati. Questo rende l’idea di quanto si investa sull’azienda trasporti e sul rilancio non solo dell’Atm, ma del sistema integrato dei trasporti pubblici in generale: pensiamo alla metroferrovia, alla metropolitana del mare, all’ampliamento della flotta gommata, ai parcheggi di interscambio, ai sistemi a pettine sulla dorsale della tranvia. Bloccato, ad esempio, il contributo regionale di 3 milioni di euro per il rinnovo della flotta Atm con mezzi a metano, con relativa costruzione dell’impianto di distribuzione. Abbiamo appena accennato alla questione parcheggi: 8 milioni erano previsti per lo Zaera nord, 10 per Gazzi, con una spesa effettivamente realizzata uguale a zero. Sono andati avanti, infatti, solo i lavori dell’Annunziata e di villa Dante.

Trasporto pubblico a parte, è proprio la programmazione che non riesce a passare dalle parole ai fatti, con una politica di investimenti stentata. Gli stanziamenti erano rilevanti, circa 879 milioni di euro, ma la capacità di spesa per gli investimenti infrastrutturali non ha poi superato la quota di 351,3 milioni di euro. Ancora meno la somma poi effettivamente sborsata nel 2007: appena 36,9 milioni di euro. Troppo poco, così come sono troppo pochi i fondi che si è riusciti a intercettare da Stato, Regione e Comunità Europea. Un dato su tutti: alla voce contributi comunitari risulta una cifra irrisoria di nemmeno 22mila euro. I progetti, così, rimangono al palo. Due esempi: la sistemazione e la riapertura al transito veicolare della galleria S. Marta, progetto per il quale è iscritto in bilancio un trasferimento dalla Regione di 4 milioni di euro; l’installazione di impianti fotovoltaici in quattro scuole cittadine, con un finanziamento statale previsto di 1,4 milioni di euro. Nessuno dei due è partito. Per non parlare delle attese generate rispetto a grandi opere da tutti considerate necessarie e rimaste ancora lettera morta nonostante la concreta possibilità di accedere alle risorse necessarie.

E’ questo uno dei grandi problemi di Palazzo Zanca: si sborsano grosse cifre (quasi 240milioni di euro) per la spesa corrente, dunque per la gestione ordinaria dei servizi pubblici, e non si riesce a mettere in campo una programmazione concludente, anche per una mancata capacità di intercettare fondi comunitari, statali e regionali. C’è anche una considerazione da fare: come si fa a rendere efficace una programmazione a lunga scadenza, quando negli ultimi quattro anni si sono succeduti due sindaci e due commissari? Ma è questo il trend da invertire, altrimenti si continuerà a tirare a campare, allontanando sì il dissesto, ma anche ogni speranza di rilancio di una città afflitta da una pesante stagnazione ecdonomica.

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