La definizione “Giuda” la più ricorrente, ma vengono fuori anche croci celtiche e stelle di David. Il capogruppo di Fli al Comune Pergolizzi: «Gesti ignobili e vigliacchi»
Non è delle migliori l’accoglienza “simbolica” riservata da alcuni suoi strenui detrattori a Gianfranco Fini, che sabato 15 sarà a Messina, al teatro Vittorio Emanuele, per la prima convention di Futuro e Libertà in città. Tutti (e dicasi tutti) i manifesti che annunciano l’arrivo del presidente della Camera sono stati imbrattati con scritte e simboli piuttosto eloquenti. La definizione di “Giuda” la più ricorrente, un evidente espressione di chi ritiene che Fini abbia tradito qualcosa o qualcuno. Il riferimento può essere sia alle origini missine del leader di Fli o, in chiave più recente, alla separazione da Silvio Berlusconi e dal Pdl. Accanto alla scritta “Giuda”, però, appaiono anche alcuni simboli, soprattutto “Stelle di David” e croci celtiche. Il primo simbolo, di natura ebraica, si ricorderà veniva utilizzato dai nazisti durante l’olocausto come metodo di identificazione degli ebrei. In questo caso si può intravedere un riferimento polemico alle posizioni critiche di Fini verso il Fascismo e le sue leggi razziali, espresse in occasione di una visita ufficiale in Israele e già oggetto delle invettive del Sen. Ciarrapico. Sul secondo simbolo i dibattiti sono stati e sono tuttora diversi, certa è la sua “collocazione” di estrema destra.
Ovvia condanna arriva dal capogruppo di Fli a Palazzo Zanca, Nello Pergolizzi: «Si tratta di gesti ignobili, di persone vigliacche che non hanno il coraggio di confrontarsi apertamente con un avversario politico. Ma non vorrei dargli tutta questa importanza». Certo è che il fatto che siano stati imbrattati i manifesti in tutta la città, da nord a sud, fa pensare ad un’azione, oltre che mirata, adottata in base ad una regia precisa.