Immagini, poesie e troppe sedie vuote: così il consiglio celebra il centenario

Immagini, poesie e troppe sedie vuote: così il consiglio celebra il centenario

Redazione

Immagini, poesie e troppe sedie vuote: così il consiglio celebra il centenario

sabato 27 Dicembre 2008 - 14:32

Poco più di una decina i consiglieri presenti, fugaci le apparizioni degli assessori alla seduta aperta. Ospite il comitato cittadino “100 messinesi per Messina 2008-. Proiezione di foto storiche

Cento anni fa erano le carrozze e non le assordanti auto di oggi a riempire le strade cittadine, cento anni fa i binari del tram congiungevano Giampilieri a Barcellona Pozzo di Gotto, e non Gazzi all’Annunziata, cento anni fa una Palazzata lunga chilometri e chilometri, dall’attuale dogana fin quasi il Boccetta, si mostrava a chi proveniva dal mare e diceva loro che Messina contava, eccome se contava. Cento anni fa non c’era un consiglio comunale. Forse è per questo che chi oggi occupa gli scranni di Palazzo Zanca perché eletto dal popolo ha preferito altri, senz’altro importanti impegni, a quella seduta aperta che, seppur fine a se stessa, probabilmente aveva un significato morale ben più alto di un qualunque gettone di presenza.

Poco più di una decina i consiglieri comunali presenti, neanche per tutta la durata della seduta, in un’aula semideserta “animata- soltanto dagli ospiti, come il comitato cittadino “100 messinesi per Messina 2008-, coordinato dal professore Piero Chillè; come l’architetto Nino Principato, che ha tirato fuori il suo archivio fotografico per ricordarci quanto era bella Messina fino al 27 dicembre 2008 e quanti danni ha fatto il peggiore degli tsunami, l’uomo; come la poetessa Maria Costa, che ha commosso i pochi presenti con l’interpretazione di drammatici versi in dialetto messinese.

Fugaci anche le apparizioni degli assessori, mentre dei parlamentari, regionali e nazionali, si son fatti vedere solo il deputato alla Camera Vincenzo Garofalo e il rappresentante dell’Ars Giuseppe Picciolo. Un brutto segnale, soprattutto se si pensa che molto di più si sarebbe potuto fare per questo centenario (non era stato costituito allo scopo un comitato nazionale?) e che per quel poco che alla fine si è fatto non si è riscontrato poi tutto questo grande “impegno-. Nessuna delle più alte cariche dello Stato, fatta eccezione per il sottosegretario alla Protezione civile Bertolaso, sarà in città per offrire un omaggio, un pensiero, un saluto. Il momento culminante sarà una fiaccolata, importante momento di raccolta, per carità, ma che verrà dimenticato non appena si sarà spenta l’ultima fiammella.

Oggi l’assessore Dario Caroniti ha dichiarato che tra gli obiettivi dell’amministrazione c’è quello di creare un “museo della memoria- tutto messinese: ecco, sarebbe stato un segnale di grande valenza inaugurarlo proprio domani, il 28 dicembre 2008, dimostrando con i fatti, e non solo a parole, che il centenario deve essere non solo ricordo, non solo riflessione, ma anche punto di partenza. E invece siamo ancora alla fase del “vorremmo…-.

«Mentre Reggio è rinata – osserva il presidente del Consiglio Pippo Previti – Messina arranca a causa di un concorso di colpe, tra la classe dirigente, la classe politica, lo Stato poco attento ma anche i messinesi con la propria indole». Infatti l’auspicio dell’on. Garofalo è che «nel 2009 ci sia uno spirito nuovo». Che vada oltre quella che l’economista Michele Trimarchi, nella raccolta di saggi “Cara Messina…- curata proprio dal comitato “100 messinesi per Messina 2008-, definisce la «sindrome da terremoto».

«Tre volte la città è stata rasa al suolo e ricostruita, – scrive Trimarchi in uno dei settanta “pensieri- pubblicati sul libro curato da Vincenzo Bonaventuraperché affannarci per regalare all’ennesimo terremoto progetti non conclusi, azioni non completate, azioni non soddisfatte?». Niente progetti, niente futuro. Quel futuro che, conclude sempre Trimarchi, Messina «stessa ha rifiutato per cento anni». E che, aggiungiamo noi, sembra proprio voler continuare a rifiutare.

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