Da Palazzo Zanca a Palazzo dei Leoni, se all’Udc viene il mal di pancia…

Da Palazzo Zanca a Palazzo dei Leoni, se all’Udc viene il mal di pancia…

Da Palazzo Zanca a Palazzo dei Leoni, se all’Udc viene il mal di pancia…

sabato 16 Aprile 2011 - 00:21

Tornano di moda, come ormai avviene ciclicamente da tre anni a questa parte, i malumori dei centristi, al Comune come alla Provincia. Ecco cosa sta succedendo. E cosa potrebbe succedere…

Il rapporto tra Udc e Pdl, sul quale si basa la tenuta tanto dell’Amministrazione comunale quanto di quella provinciale, è sempre stato quantomeno “ambiguo”. Catullo lo avrebbe definito con un poetico “Odi et amo”. Il più classico dei rapporti di odio-amore. Frecciate bilaterali alternate a prove di stretta alleanza. E’ andata così per quasi tre anni, sia a Palazzo Zanca che a Palazzo dei Leoni. Il Pdl lo sa: senza l’Udc sarebbe messo peggio di un’anatra zoppa. Nove consiglieri al Comune, altrettanti alla Provincia, consentono ai centristi di avere quasi sempre il pallino del gioco in mano. E forse non è un caso che spesso e volentieri, come accaduto in questi giorni, in entrambi i palazzi si registrino mal di pancia di marca scudocrociata dovuti proprio alla scarsa considerazione in cui vengono tenuti i Consigli sia dal sindaco Buzzanca che dal presidente della Provincia Ricevuto. Per trovare gli ultimi esempi non serve andare troppo lontano, è sufficiente fermarsi a ieri. A Palazzo Zanca i due gruppi consiliari dell’Udc all’unanimità diramano una nota con la quale contestano il ritardo con cui si sta provvedendo ad inviare in aula il bilancio di previsione, parlando di consuetudine di questa Amministrazione, che quando si tratta di inviare in consiglio comunale atti di una certa importanza attende sempre l’ultimissima ora, limitando al massimo il potere di intervento del Consiglio stesso (vedi quanto accaduto con Feluca, sia al Comune che alla Provincia). Al tempo stesso ieri mattina, nel corso della seduta della terza commissione consiliare di Palazzo dei Leoni, è stato ancora una volta sottolineato proprio il tema del “muro” che divide l’Amministrazione dal consiglio provinciale. Si discuteva, ieri, del protocollo d’intesa siglato con l’Ordine degli ingegneri, del quale l’aula è stata tenuta completamente all’oscuro. E poi l’assenza dell’Amministrazione nell’occupazione pomeridiana dei sindaci in consiglio provinciale per la questione Ato2. Tra i più polemici proprio gli esponenti dell’Udc, con il presidente del Consiglio Salvino Fiore che non perde occasione per evidenziare la necessità di un maggiore coinvolgimento del Consiglio nelle scelte strategiche dell’Amministrazione.

Nel quadro generale va ricordato che l’Udc è uno dei partiti che spingono di più per arrivare alla costituzione di una commissione d’inchiesta sul Piano strade, tanto che potrebbe profilarsi la “minaccia” di una prova di forza coi centristi protagonisti, i quali, numeri alla mano, su quest’asse insieme all’opposizione raggiungono (grazie anche al rientro in aula di Tony Muscarello al posto di Bartolotta) l’ampia maggioranza con quota 29 consiglieri. Più di una volta l’Udc ha fatto valere la propria foza. Basti ricordare la strategia, per certi versi controversa, attuata sul caso Feluca o all’accordo sui revisori dei conti cui alla fine si è dovuto adeguare il Pdl. A Palazzo Zanca la musica è simile. Sempre ieri il consigliere dell’Udc Guerrera ha apertamente chiesto le dimissioni di un assessore, Corvaja dell’Urbanistica. Nelle settimane precedenti Massimiliano Minutoli, esponente dell’Udc nella terza Circoscrizione, aveva fatto lo stesso con Isgrò. E nei primi mesi dell’Amministrazione Buzzanca si era mosso addirittura il leader Gianpiero D’Alia in persona per chiedere la rimozione di Gianfranco Scoglio dalla Giunta. Mal di pancia dopo mal di pancia, non si può ignorare il fatto che, rispetto al giorno delle elezioni, il quadro politico nazionale è mutato e non poco, con l’Udc passato all’opposizione del governo Berlusconi. Questo non ha comportato, finora, alcun cambiamento nei rapporti interni tra Pdl e Udc nelle due giunte, ma implicherà che difficilmente un’alleanza di questo tipo potrà essere riproposta nella prossima tornata elettorale. L’Udc, che da tempo ambisce, non è un mistero, alla vicepresidenza della Provincia rimasta fin qui vacante (ha già il vicesindaco, Ardizzone prima, Mondello poi), al prossimo turno vorrebbe lo scettro che oggi è di Ricevuto. Con o senza il Pdl. Più probabile senza, con una coalizione alternativa che stravolgerebbe nuovamente scenari ed equilibri politici locali.

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