Aprile 2011. L’assessore regionale al ramo Elio D’Antrassi ha recepito la richiesta avanzata dalla Confederazione italiana agricoltori per far fronte alle conseguenze degli smottamenti sul territorio e sull’attività agricola
Si apre uno spiraglio per gli agricoltori messinesi gravemente danneggiati dalle calamità naturali e dalla crisi del noccioleto. La richiesta a suo tempo avanzata dalla Cia – Confederazione italiana agricoltori – da Confagricoltura ed altre organizzazioni di categoria è stata recepita in questi giorni dall’assessore regionale all’agricoltura, Elio D’Antrassi che ha individuato la provincia di Messina quale destinataria di una nuova misura nell’ambito del P.S.R. Sicilia (piano di sviluppo rurale) 2007-2013, per la lotta al dissesto idrogeologico ed il riassetto dei territori. L’orientamento è stato assunto nel corso del tavolo tecnico regionale su Giampilieri, presieduto in settimana dallo stesso D’Antrassi ed aperto per la prima volta ai rappresentanti di categoria.
Per Gino Savoja – presidente provinciale della Cia – l’annuncio di D’Antrassi potrebbe segnare l’inizio di una fase di ripresa per gli agricoltori messinesi, da tempo con l’acqua alla gola. L’ipotesi di rimodulazione del P.S.R., con l’inserimento di una misura specifica per la provincia di Messina, il 10 giugno prossimo, passerà al vaglio del tavolo di concertazione Sicilia commissione Europea per la necessaria copertura finanziaria. Nell’attesa un confronto è stato aperto con le organizzazioni di categoria sullo stato di attuazione del piano di sviluppo rurale che prevede un impegno finanziario di 2 miliardi e 100 milioni in 7 anni. “ Sinora è stato speso il 50 per cento circa della somma –afferma Savoja – con il rischio di restituire l ’altra metà all’Unione Europea.
Le modifiche al P.S.R. indicherebbero un nuovo capitolo di spesa a favore del riassetto del territorio, devastato dal dissesto idrogeologico e per la ripresa delle coltivazioni con riguardo al noccioleto. Due facce della stessa medaglia – conclude Savoja – in quanto non può esserci agricoltura laddove non esista assetto del territorio”. I destinatari della nuova misura saranno le aziende agricole, anche proprietarie di piccoli appezzamenti fino a duemila metri quadrati, pur non iscritte alla Camera di Commercio ma interessate dai vari eventi alluvionali o franosi che negli ultimi tempi hanno colpito il capoluogo e la provincia.
Il tavolo tecnico, aperto a Giampilieri dall’assessore D’Antrassi, inoltre intende porre rimedio ad un grave errore generato dalla esclusione della città di Messina, dalle misure dell’Asse 3 per la qualità della vita delle zone rurali e la diversificazione dell’economia rurale, prevedendo la nascita di strutture agrituristiche, fattorie didattiche, servizi multifunzionali. Una mancanza di cui il governo regionale ha preso atto soltanto ora. Le peculiarità della città, che intorno al centro urbano sviluppa ben 48 villaggi in prevalenza a vocazione rurale, in passato sono state ignorate, rimanendo sordi ai richiami della Cia e sprecando le opportunità finanziarie previste dall’Asse3. “La Regione –ha annunciato D’Antrassi – tenterà di rimediare chiedendo alla Comunità europea una deroga al P.S.R. in favore dei villaggi messinesi”. La Cia auspica il rispetto degli impegni assunti dal governo regionale.
