Ponte, aspettando la “prima pietra” arriva l’aumento di capitale da 900 milioni

Ponte, aspettando la “prima pietra” arriva l’aumento di capitale da 900 milioni

Ponte, aspettando la “prima pietra” arriva l’aumento di capitale da 900 milioni

martedì 22 Dicembre 2009 - 14:50

Lo ha deliberato l’assemblea degli azionisti della Stretto di Messina. La Regione si dichiara disponibile a intervenire fino a 100 milioni. Matteoli: «Grande risultato». Ciucci: il 60 per cento verrà finanziato dai privati. Domani il via ai cantieri della variante di Cannitello

«L’ho detto mille volte: il Ponte in sé non costerà nulla allo Stato perché viene realizzato grazie al mercato in project financing». Così parlava il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Altero Matteoli, poco più di dieci giorni fa. In attesa che le parole dell’esponente del Governo trovino conferma, dobbiamo registrare una parziale smentita. Dall’ultima riunione dell’assemblea degli azionisti della società Stretto di Messina, presieduta da Giuseppe Zamberletti, viene fuori infatti il nuovo aumento di capitale: i soci hanno approvato un incremento di 900 milioni di euro. Soldi privati? Ovviamente no, tutti rigorosamente pubblici, come del resto quelli finora stanziati: 683 milioni arrivano dall’Anas, 117 milioni da Rfi e 23 milioni dalla Regione Sicilia, che però si è impegnata ad intervenire fino ad un importo massimo pari a 100 milioni di euro. Con quest’ultimo aumento di capitale la Stretto di Messina giunge a coprire il 40 per cento del costo preventivato dell’opera di oltre 6 miliardi di euro: ai 900 milioni di oggi, infatti, vanno aggiunti i 306 milioni di aumento di capitale del dicembre 2003 (sempre dagli stessi soci) e lo stanziamento del Cipe pari a 1.300 milioni (del Governo) dell’agosto scorso. In totale fanno 2,5 miliardi di euro, tutti pubblici. Il restante 60 per cento, assicura Pietro Ciucci, amministratore delegato della Stretto, «sarà reperito tramite finanziamenti sui mercati nazionali ed internazionali dei capitali secondo lo schema tipico del project finance».

«L’approvazione dell’aumento del capitale – ha dichiarato Matteoli – è un grande risultato raggiunto grazie alla determinazione politica del governo a dimostrazione che il Ponte è un’opera prioritaria da realizzare. Desidero ribadire che il manufatto è un’infrastruttura di livello europeo essendo un segmento cruciale del Corridoio 1 Berlino-Palermo. E’ un’opera che rilancerà lo sviluppo del Mezzogiorno e che genererà a catena una serie di interventi infrastrutturali per migliorare la rete ferroviaria e stradale calabrese e siciliana. Non intendiamo edificare una cattedrale nel deserto. Desidero ringraziare la Società Stretto di Messina e i suoi vertici amministrativi per la collaborazione e la passione che dimostrano in un’impresa difficile ma così stimolante».

Domani, intanto, a Cannitello si aprirà il cantiere della variante ferroviaria, pubblicizzato come posa della prima pietra del Ponte. In realtà si tratta di un’opera che la Regione Calabria aveva chiesto espressamente che fosse svincolata dal Ponte stesso, tanto che è notizia dei giorni scorsi il ricorso presentato contro il Governo proprio perché la variante è stata considerata opera propedeutica al Ponte stesso. Per parlare davvero di “prima pietra” bisognerà dunque aspettare ancora almeno qualche mese, il tempo che ci vorrà perché venga realizzato il progetto definitivo di un’opera che, aumenti di capitale a parte, è ancora alla fase preliminare.

(Nella foto: lo Stretto visto da Cannitello)

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