La Provincia di Messina sembra sbandare, tocca a Ricevuto indicare la via

La Provincia di Messina sembra sbandare, tocca a Ricevuto indicare la via

La Provincia di Messina sembra sbandare, tocca a Ricevuto indicare la via

sabato 20 Giugno 2009 - 11:17

Oggi altra seduta del Consiglio andata vuoto. In aula si attacca l’Amministrazione e soprattutto i dirigenti. L’Ente appare essere in una fase calda e non è solo l’estate a renderla tale

Che a Palazzo dei Leoni si avverte un po’ di scollamento l’abbiamo detto ieri. Come metro abbiamo utilizzato il Consiglio provinciale, e lo facciamo anche oggi. Dopo la caduta del numero legale e il rinvio a stamattina, circa 20 consiglieri si sono ritrovati per continuare i lavori. Si è proceduto alla sospensione del Regolamento per la disciplina delle acquisizioni di servizi e forniture in economia, punto all’ordine del giorno prelevato ieri ma non discusso per l’elevato numero di emendamenti da far visionare ai tecnici dell’Ente prima dell’inserimento nel testo. Successivamente si è passato ad un vecchio debito fuori bilancio, che aspetta di essere approvato dall’aula da parecchie settimane. Un debito di circa 65mila euro con la ditta A.T.I. C.N.T. s.n.c. di Calabrese Nunziato & C. Assente l’Amministrazione, nessun componente della Giunta presente, ma assenti anche i dirigenti così come i Revisori dei Conti. I consiglieri così, senza interfacce né politiche, né tecniche con le quali discutere, decidono di chiedere la sospensione della seduta. Si apre il dibattito sulla sospensione perché non tutti sono d’accordo, ma praticamente tutti i rappresentanti di maggioranza e opposizione sono compatti nel condannare proprio le assenze di assessori e tecnici, davanti a delibere così delicate da discutere, anche se in stand-by da tempo.

La proposta di Branca di rinviare il Consiglio alle 12 di lunedì viene votata da 21 consiglieri, con 16 favorevoli, un contrario e quattro astenuti (tutta l’Udc tranne Muscarello e il vicepresidente Bivona). E alle porte resta il bilancio previsionale. Il gettone viene portato a casa, ma i segnali di insofferenza sono evidenti. L’atmosfera resta calda e non sono solo le temperature di questi giorni a renderla tale. Il presidente Nanni Ricevuto, probabilmente, è in uno dei momenti più delicati del suo mandato e dovrà cercare in tutti i modi di sistemare alcuni tasselli per rendere un po’ più discesa il percorso amministrativo. Sembra esistere in primis un inevitabile problema di carattere politico legato agli assetti regionali che stentano a definirsi. L’ex senatore infatti, potrebbe trovarsi presto a dovere decidere se tenere nella propria maggioranza l’Udc o l’Mpa; difficile che il percorso delle due forze possa ancora essere comune. Tra le due sponde Ricevuto sembrerebbe più propenso ad escludere quella autonomista, i cui rappresentanti in Giunta sono Daniela Bruno e Gaetano Duca. Lo stesso presidente, nella fase di rottura pre-elettorale tra il Pdl e Raffaele Lombardo, era stato uno dei primi amministratori locali a manifestare la propria volontà di “tagliare le teste” dell’Mpa.

Poi sussistono limiti amministrativi-gestionali innegabili. La macchina dell’Ente appare un po’ appannata, probabilmente perché qualche dirigente non è adeguato al ruolo che occupa, o forse perché è nel complesso il motore di Palazzo dei Leoni a difettare, tra lentezze burocratiche e scarse capacità. Da questo punto di vista Ricevuto avrebbe solo parziali responsabilità, ma non è escluso che nelle prossime settimane il presidente possa dare il via a qualche piccolo cambiamento nella pianta organica dell’Ente, provando a mescolare le carte, cambiando gli addendi e puntando ad un diverso risultato, anche contro matematica. L’approvazione del Bilancio potrebbe aiutarlo in questo senso

Infine c’è un problema legato ai rapporti tra Consiglio, Amministrazione e classe dirigenziale. Lacuna venuta fuori fin dalle prime fasi di questa legislatura. Le parti sembrano dialogare poco, ognuno quasi impegnata a coltivare il proprio orticello rimanendo egoisticamente chiusa, o aperta solo in certi casi e a determinate condizioni, una su tutte. E quanto accaduto oggi in Consiglio ne è la prova. L’impressione è che mancano obiettivi comuni, nonostante un condiviso programma firmato dalle forze politiche in campagna elettorale. Si parla, ma la gente vuole vedere i fatti. Serve una svolta, per lo meno un piccolo segnale che serva da stimolo per tutti. Limitarsi per un anno a nomine e assegnazione di piccoli incarichi non può bastare, anche perché tra sei mesi bisognerà tirare le somme e i nodi verranno a pettine. Ma per risolvere tutto ciò non basta solo la volontà di Nanni Ricevuto.

Emanuele Rigano

Foto Dino Sturiale

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