Quante grane per l'amministrazione: Atm, servizi sociali, rifiuti e il caso Messina calcio

Quante grane per l’amministrazione: Atm, servizi sociali, rifiuti e il caso Messina calcio

Redazione

Quante grane per l’amministrazione: Atm, servizi sociali, rifiuti e il caso Messina calcio

sabato 18 Ottobre 2008 - 06:33

Le società partecipate continuano a rappresentare il vero buco delle casse comunali, nessuna nuova sulle nomine. Quanti giorni spesi dietro al crollo dell'F.C. Messina, con risultati obiettivamente -poveri-.

Ogni amministrazione che si insedia a Palazzo Zanca sa che al primo punto tra le questioni da risolvere c’è quella relativa alle società collegate, ovvero le partecipate, l’Istituzione servizi sociali e l’Atm. Partiamo da quest’ultima, -grana- affidata all’assessore Melino Capone (a proposito, giusto insistere sulle rotatorie) e al commissario Domenico Manna. C’è un problema di fondo: il rapporto con i sindacati è fondato sui tavoli separati, Cgil, Cisl e Uil da un lato, autonomi (con i quali non sono mancati feroci scontri) dall’altra. I punti finora espletati sono: no alla privatizzazione, sì ad un manager esterno piuttosto che ad un nuovo cda politicizzato, via libera a quattro consulenti esterni per i settori chiave dell’azienda e apertura di un -mega mutuo- per ripartire da zero nel 2009. Unico fatto concreto, finora: l’accordo per l’acquisto di 32 mezzi usati, in arrivo dalla Lombardia. Nessun piano industriale, nessun passo in avanti per il rilancio effettivo dell’azienda.

Rischia di essere ancora più grave la questione servizi sociali: l’assessore Pinella Aliberti ha annunciato un buco da 2,2 milioni di euro che costringerà l’amministrazione a tirare la cinghia: a rischio ci sono 120 posti di lavoro e l’assistenza ad anziani, disabili e tutti quei cittadini che non possono certo fare a meno dell’ausilio dei servizi sociali. Oggi, a una decina di giorni dalla scadenza del contratto, non si è ancora risolta la questione relativa all’Istituzione: l’amministrazione ha fatto intendere che verrà sciolta, passando i servizi all’assessorato. Ma nel frattempo, cosa accadrà?

Capitolo rifiuti: Buzzanca fin dalla campagna elettorale è stato chiaro, Messina ha bisogno di una discarica cittadina, e questa dovrà essere realizzata a Pace. Un concetto legittimo, ma che cozza con la natura di quell’area, che ricade in piena Zps. Il discorso discarica, inoltre, non risolve un’altra questione centrale, quello della raccolta differenziata. Il sindaco ha presenziato alla trasmissione Uno Mattina della Rai, costretto ad indossare la -maglia nera- della differenziata in Italia e generando un dubbio nella gente: i rifiuti vengono conferiti tutti insieme? Buzzanca, alla Rai, risponde di sì, ma il presidente dell’Ato3 Barresi si affretta a smentirlo qualche settimana dopo. Certo è che se da un lato non si assistono più alle emergenze cui ci eravamo tristemente abituati durante l’era Sinatra, dall’altro non si intravedono ancora programmazioni in grado di invertire questo trend, e in questo contesto non aiuta il quadro poco chiaro relativo alla nuova suddivisione degli Ato, con lo statuto dell’Ato06 ancora incardinato nei lavori del consiglio comunale.

In generale, come detto, è il problema partecipate ad assillare Palazzo Zanca e, di conseguenza, le sue finanze. Si pensi al caso Feluca, con dipendenti senza stipendi da mesi, o ai -maggiolini-, ancora in attesa di conoscere il futuro del servizio di riscossione dei tributi. Non stupisce, vista la situazione, che la coalizione non abbia ancora trovato l’accordo sulle nomine dei nuovi vertici delle partecipate. A chi le patate bollenti (Atm, Ato3)? E a chi le poltrone -facili- (Amam)? In compenso, a proposito di nomine, è stato rimpinguato il collegio di difesa (da 8 si è passati a 15 componenti) e sono -piovuti- gli esperti a titolo gratuito: poca fiducia negli assessori e nei dirigenti? E inoltre, che fine ha fatto il -Laboratorio Messina-, quella sorta di commissione Attali piena di -cervelli- della società civile (si ricordi il clamore, in piena campagna elettorale, per la presenza tra questi di Marcello Scurria)? Perché nessun esperto proviene da lì? Quali proposte sono state avanzate dal Laboratorio? Ma soprattutto, esiste ancora?

IL MESSINA CALCIO, LA GRANA STADI E I RAPPORTI CON I FRANZA

«Sto dedicando praticamente tutte le mie giornate al Messina calcio». E’ una frase che abbiamo sentito pronunciare infinite volte, tra giugno e agosto, al sindaco Buzzanca. Ma se così è effettivamente stato, certo i risultati non si sono rivelati all’altezza dell’impegno profuso. Il Messina, infatti, è all’ultimo posto del campionato di serie D, con i Franza ancora al timone, una città interamente contro questa società e un’inchiesta della magistratura che ha coinvolto, tra gli altri, l’attuale assessore ai Lavori pubblici Gianfranco Scoglio, con relativo caso politico. La questione stadi è quella che adesso andrà risolta. L’amministrazione ha dato mandato ad un amministrativista, l’avv. Mazzarella, di chiedere gli impianti ai Franza, e in consiglio comunale dovrà prima o poi passare la revoca di una convenzione dai troppi lati oscuri.

Non è solo il pallone a legare i lavori di Palazzo Zanca agli affari della famiglia Franza. Assolutamente centrale è la questione dell’attraversamento dello Stretto, che vede gli armatori ovviamente interessati. L’idea del ticket faceva parte del programma elettorale ed è stata portata all’attenzione da due consiglieri comunali, Pergolizzi e Melazzo, che non sempre hanno incontrato i favori dei colleghi di maggioranza (Pergolizzi, lo ricordiamo, è espressione in consiglio di Carmelo Briguglio). L’amministrazione dovrà adesso far suo l’indirizzo votato dal consiglio comunale e metterlo in pratica. Forse anche per questo i Franza, che sono stati i primi ad essere ricevuti dal sindaco subito dopo l’insediamento, fanno così frequentemente visita a Palazzo Zanca.

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