ll presidende del consiglio comunale, dopo le polemiche di qualche giorno fa per la mancata presenza/convocazione dei parlamentari, precisa ancora: -Solo un difetto di comunicazione-
Il tema del racket continua a far discutere ma, diversamente da quanto si possa pensare, non solo per le gravi implicazioni che determina nell’attività imprenditoriale bensì perchè diventato indirettamente oggetto di dibattito tra il presidente del consiglio Pippo Previti e alcuni deupatati messinesi, regionali e nazionali.
Pomo della discordia, (in basso correlati tutti gli articoli), le “rumorose assenze” così come le avevamo definite, da parte di buona parte dei politici di “casa nostra” alla seduta straordinaria del consiglio comunale incentrata proprio su estorsioni e usura, e convocata lo scorso 23 movembre. “Assenze giustificate” hanno però ribattuto i diretti interessati, affermando di non aver mai riceveuto alcun invito: primo fra tutti il senatore Gianpiero D’Alia, protagonista insieme al presidente Previti di un acceso dibattito a suon di comunicati.
Sulla questione torna oggi lo stesso Previti con una nota indirizzata però agli onorevoli Giuseppe Laccoto e Giuseppe Picciolo, di cui il presindente afferma subito di aver apprezzato “la garbata nota-. -Avete comunicato di non aver ricevuto alcun invito a partecipare alla importante seduta aperta del Consiglio Comunale sul tema in oggetto – dichiara -. Non rientra nelle mie abitudini non invitare la delegazione regionale o nazionale che sia. In altre occasioni, sempre di sedute aperte, non ci siamo privati della vostra gradita presenza e abbiamo apprezzato il vostro contributo. D’altro canto nei lavori d’Aula, protrattisi per oltre cinque ore, questa Presidenza non ha affatto polemizzato con alcuno (figuriamoci con la Deputazione) anzi si è cercato di dare una giustificazione alla mancata presenza addebitabile proprio ad un difetto di comunicazione e non altro”.
Previti riserva poi un affondo finale ad “alcuni mass-media”, colpevoli, a suo dire “di aver voluto enfatizzare il gossip politico anziché la sostanza con le tante proposte emerse, una per tutte, l’inasprimento delle pene per chi commette il reato di estorsione. Se ciò ha provocato un pur minimo risentimento, anche se non addebitabile a questa Presidenza, la stessa si assume ogni responsabilità, assicurando in futuro la massima (e personale) informazione. A tal proposito sarebbe più che utile fornire a chi scrive, tutti i Vostri recapiti telefonici ed eventuale e-mail per un raffronto con quelli in nostro possesso. Nello scusarmi ancora per il disguido informatico non voluto, porgo i miei più cordiali saluti.”
