Regione, il centrodestra vacilla. Micciché: «Se non c’è più una maggioranza, Lombardo si dimetta»

Regione, il centrodestra vacilla. Micciché: «Se non c’è più una maggioranza, Lombardo si dimetta»

Redazione

Regione, il centrodestra vacilla. Micciché: «Se non c’è più una maggioranza, Lombardo si dimetta»

sabato 31 Gennaio 2009 - 12:18

Sempre più incrinati i rapporti tra Mpa e Pdl-Udc. Intanto l’asse tra autonomisti e Pd continua a funzionare: la riforma degli Ato passa in commissione

Il termometro politico, a Palermo, indica temperature altissime. L’alleanza di ferro del centrodestra tra Mpa, Pdl e Udc, che nell’aprile scorso ha consentito a Raffaele Lombardo di diventare presidente della Regione, vacilla sempre di più. E le “geometrie variabili” più volte invocate dal governatore, e che vedono l’Mpa strizzare spesso l’occhio al Pd, continuano a dare i loro frutti, mettendo seriamente in discussione quella maggioranza che, attualmente, governa la Regione.

Da questo clima scaturisce l’intervento forte dell’ex presidente dell’Ars e oggi sottosegretario al Cipe Gianfranco Micciché, che afferma: «Se Lombardo non ha più la maggioranza, e non può pensare di avere una maggioranza diversa da quella votata dalla gente, si dimetta». Quella “maggioranza diversa” è un chiaro riferimento all’asse Mpa-Pd, che dopo aver bocciato in aula il disegno di legge targato Formica sui porticcioli, ha approvato senza i voti di Udc e Pdl in commissione Territorio e Ambiente la riforma sugli Ato.

Concetto condiviso dall’assessore alla Famiglia Francesco Scoma (Pdl): «Ritengo che il presidente della Regione debba fare chiarezza anche nei confronti dei siciliani che lo hanno votato: dica chiaramente se è l’uomo del cambiamento su cui ha puntato il centrodestra per rinnovare ed innovare la Sicilia. O se lui e il suo partito hanno scelto di cambiare alleanza in corsa». Chi invece è aperto ad ogni soluzione è l’assessore al Bilancio Michele Cimino, anche lui del Pdl: «Maggioranza parlamentare o geometrie variabili sono diventate le strade per ottenere quelle riforme senza le quali il nostro futuro può diventare nebuloso».

Duro il capogruppo del Pdl Innocenzo Leontini: «Purtroppo, ci delude il comportamento dell’Mpa. Il presidente Lombardo non convoca una Giunta da quaranta giorni. Le riforme non sono state portate avanti, i bandi per le politiche comunitarie sono bloccati. E l’Mpa, sistematicamente, si allea con il Pd, venendo meno al patto con la coalizione consacrato dagli elettori»

Sullo sfondo c’è sempre quella riforma della sanità che il principale terreno di scontro all’interno del centrodestra. Il capogruppo dell’Udc all’Ars, Rudy Maira, ribadisce: «Rimane un nostro obiettivo l’applicazione del piano Cuffaro-Lagalla che rispetta le indicazioni della Organizzazione mondiale della sanità».

(nelle foto Lombardo e Miccichè)

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