Ridurre il numero dei deputati regionali? I parlamentari stessi dicono no

Ridurre il numero dei deputati regionali? I parlamentari stessi dicono no

Ridurre il numero dei deputati regionali? I parlamentari stessi dicono no

mercoledì 02 Febbraio 2011 - 14:55

La commissione Affari istituzionali dell’Ars boccia il ddl che prevedeva la riduzione da 90 a 70. Il presidente Cascio: «Brutto segnale, s’è persa un’occasione»

Loro se la cantano e loro se la suonano. Facile usare un proverbio di lungo corso per i deputari regionali siciliani, che spesso si ritrovano a votare su questioni che li riguardano in prima persona (celebre la leggina sull’incompatibilità del doppio incarico, poi dichiarata incostituzionale). E’ accaduto di nuovo. All’ordine del giorno dlel’ultima commissione Affari istituzionali dell’Ars c’era, infatti, il disegno di legge sulla riduzione del numero dei deputati regionali da 90 a 70. Com’è finita? Come era prevedibile che finisse: ddl bocciato, i parlamentari 90 sono e 90 devono restare. A deciderlo loro stessi. Facile, no? Desta quasi stupore la reazione del presidente dell’Ars, Francesco Cascio: «La bocciatura da parte della commissione Affari Istituzionali del ddl che prevede la riduzione dei deputati regionali da 90 a 70 è un fatto negativo, perché si è persa non solo l’occasione per dare un ulteriore segnale in direzione della riduzione dei costi della politica, ma anche per dimostrare la volontà del Parlamento Regionale Siciliano, sia pur nel rispetto delle nostre prerogative autonomistiche, di adeguarsi alle altre realtà legislative d’Italia».

«La riduzione – ha aggiunto Cascio – appare opportuna anche alla luce del raffronto con i dati provenienti dalle altre regioni. Basti pensare che, valutato il rapporto tra abitanti e deputati, il dato siciliano (1 deputato ogni 55.746 abitanti) risulta paradossale rispetto, ad esempio, alla Lombardia, dove, invece, vi e’ un consigliere ogni 118.440 abitanti. Credo – conclude Cascio – sia venuto il momento che la Sicilia dimostri la volontà di evolversi anche sotto questo versante, perciò intendo ricorrere agli strumenti che il regolamento interno espressamente mi attribuisce, affinché il provvedimento non vada perduto e venga sottoposto all’Aula, cosicché i deputati possano esprimere il loro voto alla luce del sole».

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