Rinaldi consegna al Prefetto il dossier su Sinatra, ecco i contenuti

Rinaldi consegna al Prefetto il dossier su Sinatra, ecco i contenuti

Redazione

Rinaldi consegna al Prefetto il dossier su Sinatra, ecco i contenuti

mercoledì 05 Marzo 2008 - 10:59

Il coordinatore provinciale del Pd soddisfatto dell'incontro con Alecci, che illustrerà la situazione al Ministero degli Interni e all'assessore Colianni

Tre pagine di dossier più gli allegati. Tre pagine firmate Franco Rinaldi, coordinatore provinciale del Pd, che pesano come macigni e che costruiscono un impianto accusatorio ben preciso contro il commissario Gaspare Sinatra, in aggiunta all’avviso di garanzia che proprio ieri è giunto sul suo tavolo. Sinatra sembra non curarsi molto della cosa e va avanti per la sua strada, certo è che il clima attorno a lui continua a farsi ogni giorno più pesante. Anche perché il prefetto Francesco Alecci, al quale stamani Rinaldi ha consegnato il dossier, non potrà far finta di nulla e illustrerà la situazione, come garantito oggi allo stesso deputato del Pd, sia al Ministero degli Interni che all’assessore regionale alle Autonomie locali Paolo Colianni, colui che nominò Sinatra commissario straordinario di Messina. A Colianni, in particolare, Alecci chiederà conto della mancata risposta ai chiarimenti chiesti da Rinaldi nel novembre scorso sotto forma di interrogazione parlamentare riguardo la legittimità o meno della nomina di Sinatra.

Proprio da lì parte il dossier di Rinaldi: «Secondo la legge regionale – scrive – per poter essere nominato commissario è necessario essere un dirigente in servizio presso l’ufficio ispettivo dell’assessorato Autonomie locali. Detta qualità non appartiene al dottor Sinatra, che pertanto non poteva essere nominato commissario del Comune di Messina». Detto questo, Rinaldi si sofferma sul ruolo di “traghettatore- che un commissario dovrebbe svolgere: «Invece il dottor Sinatra non cura in alcun modo la gestione ordinaria dell’Ente, disinteressandosi dell’amministrazione corrente ed occupandosi, invece, di compiere scelte estranee al suo ruolo, che riguardano il futuro della città, quali la pianificazione strategica, i project financing, le decisioni sulla soppressione o meno di Enti, la sostituzione di consiglieri di amministrazione, la nomina di “interessati- professionisti, coinvolti nelle pregresse gestioni delle partecipate, la scientifica rimozione di professionalità, la modifica dei requisiti richiesti per il difensore civico e delle maggioranze consiliari richieste per l’elezione di detta figura. E sta facendo ciò violando apertamente le norme, innanzitutto quello dello Statuto del Comune di Messina».

Uno dei simboli di questa gestione è rappresentato, secondo Rinaldi, dal caso Amam, che «sin dal 21 novembre del 2007, ha un CdA perfettamente aderente, nella forma e nella sostanza, al dettato della legge finanziaria 2007», e proprio «con la partecipazione determinante del commissario», tanto da risultare «illogico come il dottor Sinatra revochi tre mesi dopo il medesimo CdA per mancato adeguamento al citato comma». Definita «illegittima la nomina di un amministratore unico», con l’aggravante che «la scelta riguarda un professionista che accampa, nei confronti dell’azienda, un credito estremamente consistente, contestato non solo dalla società, ma financo dal Comune di Messina, quell’Ente – sottolinea Rinaldi – che Sinatra dovrebbe amministrare con la diligenza del buon padre di famiglia».

«Ingiustificabile» secondo il leader messinese del Pd anche quanto fatto con Messinambiente, l’Istituzione dei Servizi Sociali e l’Atm, rimarcando il fatto che «le nomine sono state frutto di scelte, apparentemente estemporanee, cristallizzate in atti amministrativi seriali superficiali». Un comportamento «inverosimile a meno di non accedere a logiche soggiacenti a principi e prospettive che con il ruolo istituzionale ricoperto dal dottor Sinatra mal si conciliano». La conclusione del dossier è un preciso rimando al ruolo che dovrà avere il prefetto Alecci: «Il nocumento arrecato alla città e la sua umiliazione richiedono – conclude Rinaldi – non parole demagogiche, ma una risposta precisa e concreta degli organi di governo».

(nelle foto, dall’alto, Rinaldi, Sinatra e Alecci)

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