Risanamento, i fondi ancora bloccati alla Regione: così si rischia la paralisi

Risanamento, i fondi ancora bloccati alla Regione: così si rischia la paralisi

Risanamento, i fondi ancora bloccati alla Regione: così si rischia la paralisi

venerdì 05 Novembre 2010 - 12:10

I finanziamenti sbloccati da Beninati non arrivano, l’assessore Rao sollecita Palermo: «Serve una soluzione definitiva, non si può arrestare un processo virtuoso per il mancato impegno assunto dalla Regione». Il 10 novembre si riunirà la commissione tecnica per l’approvazione di una serie di varianti e di progetti

Una paralisi inaccettabile, frutto di un muro più insormontabile di quello di Berlino che si è creato tra Messina e Palermo. Tra il Comune e la Regione c’è una sostanziale incomunicabilità che rischia di bloccare tutto, anche i finanziamenti per il risanamento, che erano stati regolarmente stanziati quasi un anno fa dall’allora assessore ai Lavori pubblici Nino Beninati, prima che il governatore Raffaele Lombardo rimescolasse ancora una volta le carte. Ed è proprio a Lombardo che si rivolge nuovamente l’assessore al Risanamento Pippo Rao, con l’ennesima lettera dal quale viene fuori un’invocazione: si sblocchi questa impasse. Rao sollecita una «soluzione definitiva relativa alle problematiche del risanamento delle aree degradate del territorio di Messina e sopratutto per andare incontro ai cittadini che attendono da decenni di poter vivere in abitazioni dignitose superando la marginalità anche sociale alla quale sono costretti».

«L’esistenza di tuguri – sottolinea Rao –, in aree carenti di spazi pubblici e servizi, ne ha alimentato il degrado ambientale e fisico favorendone la mancata integrazione e causando quindi l’emarginazione sul piano sociale. Le sorti dei baraccati messinesi dipendono dalle Leggi Regionali 10/90 e 04/02 sia per gli interventi finanziari (500 miliardi di lire previsti nel 1990), sia per le procedure da seguire. La Corte Costituzionale, negli anni ’90, definì “encomiabile” la Legge Regionale 10/90 proprio per gli obiettivi sociali che si prefiggeva, abbinando l’organizzazione del sistema abitativo alla riqualificazione urbanistica di alcune zone degradate della città. Pertanto – continua Rao – non è pensabile che il processo virtuoso in corso, favorito dai finanziamenti concessi nel dicembre scorso dall’assessore pro tempore Beninati, possa essere arrestato a causa del mancato impegno assunto dalla Regione. E’ per questo – conclude l’assessore al risanamento – che si attende un riscontro pronto e positivo che consenta la ripresa del percorso iniziato, evitando alla città conseguenze di ordine pubblico per lo stato di agitazione dei cittadini interessati».

Intanto il 10 novembre, alle ore 9,30, nella sede dell’Iacp, la Commissione tecnica per i progetti di risanamento, composta dagli ingegneri Santi Cambria, Francesco Bonasera, Rosario Celi, Francesco Mammoliti, Achille D’Arrigo e dagli architetti Giuseppe De Domenico e Gaetano Montalto per discutere un ricco ordine del giorno. Ed in particolare verranno esaminati i seguenti provvedimenti: approvazione perizia di variante e suppletiva del progetto dei lavori per la sistemazione della viabilità in alveo del torrente Minissale all’interno del Piano di risanamento Minissale Alto–Bordonaro; approvazione di variante e suppletiva del progetto dei lavori di riqualificazione dell’esistente viabilità in alveo del torrente Badiazza–Messina; approvazione del progetto per la costruzione di 2 edifici per complessivi 25 alloggi e -centro socio pastorale- in località Fondo Fucile a Messina; approvazione del progetto esecutivo per la costruzione di 25 alloggi e 4 locali commerciali in via Taormina a Messina. Quella di giorno 10 è la prima convocazione della commissione dopo le nomine dei nuovi membri e dopo l’insediamento alla guida dell’Iacp di Giuseppe Laface.

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