La soluzione secondo Gioveni (III quartiere): «Consegnare subito gli assegnatari gli alloggi disponibili: anche una sola notte in più sarebbe fatale»
C’è chi occupa di diritto le case popolari ma non paga, come abbiamo visto in questi giorni. Ma c’è anche un “sottobosco” fatto di chi invece le case le occupa abusivamente, anche da decenni! Libero Gioveni, consigliere della III circoscrizione, definisce «un’autentica piaga per Palazzo Zanca l’increscioso fenomeno dell’occupazione abusiva degli alloggi comunali o dell’Iacp. Non può che definirsi tale perché, fra le varie difficoltà che incontra l’amministrazione comunale per soddisfare le molteplici esigenze abitative in città, questa degli abusivi che sono soliti scardinare le abitazioni sfitte o rese libere dagli assegnatari è senz’altro, oltre che la più frequente, anche la più scandalosa. Non c’è un angolo della città, infatti, specie nelle zone periferiche in cui risulta alta la concentrazione di alloggi popolari, che non vi siano abitazioni occupate abusivamente».
Quasi una beffa, in un periodo «in cui il Risanamento non riesce definitivamente a decollare per i molti progetti fermi al palo o per le note diatribe politiche legate alla gestione dell’Iacp, ovvero ancora per i fondi palermitani che giungono a Messina col “contagocce”; in cui le emergenze abitative aumentano esponenzialmente, con gli aventi diritto inseriti nella graduatoria del relativo bando che attendono invano l’assegnazione di un alloggio; in cui risultano numerose le domande di mobilità negli alloggi popolari per subentrate modifiche dei requisiti originari (per esempio, le famiglie numerose che vivono in condizioni di sovraffollamento abitando in alloggi di 45 mq. e che hanno presentato legittimamente regolare istanza per un cambio alloggio); in cui gli alloggi disponibili si possono contare sulle dita di una mano e che gioco forza non riescono a soddisfare le molteplici esigenze abitative».
Gioveni, però, accusa di “superficialità” chi dovrebbe occuparsi di risolvere la questione: «Gli organi preposti, infatti, dopo qualche timido tentativo di tirare fuori gli abusivi, sembrano mollare alle prime difficoltà, consentendo loro di vivere per moltissimo tempo nella casa occupata indebitamente, alla faccia di chi invece aveva maturato negli anni un diritto che invece così gli viene spudoratamente negato. Quasi sempre accade, infatti, che ad occupare abusivamente gli alloggi sono sistematicamente donne incinte o persone con disabili in casa o malattie gravi, ossia quella categoria di cittadini che nessun giudice autorizzerebbe a tirare fuori di casa». Per affrontare a muso d’uro le occupazioni abusive secondo Gioveni la soluzione è una sola: «Consegnare contestualmente, già nella stessa giornata, alle famiglie aventi diritto gli alloggi resisi subito disponibili, perché anche una notte, una sola notte (come spesso è accaduto in passato) può risultare fatale».
