Meno soldi agli ambulatori privati lede il diritto alla libera scelta. Su questo principio si basa l’ordine del giorno presentato dai consiglieri Claudio Canfora (Conservare il Futuro con Briguglio) e Nello Pergolizzi (PdL), per impegnare il sindaco «ad attivarsi, con urgenza, al fine di garantire, nella qualità di massimo esponente in ambito sanitario nella nostra città, giusti e corretti livelli di assistenza sanitaria, oltre al mantenimento dei posti di lavoro».
Il riferimento è al D.A. 1985/08, che taglia l’aggregato di spesa assegnato ai cosiddetti -convenzionati esterni-, destinando a questo capitolo 297 milioni di euro per il 2008. I due consiglieri fanno notare che le convenzioni esterne incidono sul Sistema sanitario regionale solo per il 3,4% dell’intero aggregato di spesa. E ciò a fronte di una produttività enorme: l’83% delle prestazioni in ambito sanitario è garantito dai convenzionati esterni.
Quindi, visto che l’aggregato di spesa assegnato al comparto privato è di 297 milioni di euro, mentre quello assegnato al comparto pubblico, come indicato dal Piano di rientro, è di 300 milioni di euro, le prestazioni rese dal pubblico costano 5 volte di più rispetto al privato.
Va ricordato, inoltre, che la diffusione capillare sul territorio delle strutture private garantisce la continuità assistenziale, e che i tagli, secondo i dati forniti da Canfora e Pergolizzi, provocheranno la perdita di quasi 5000 posti di lavoro.
I tagli quindi, secondo i consiglieri, mettono a repentaglio tanto il diritto alla libera scelta quanto il diritto alla salute, Soprattutto per le fasce più deboli, «le quali – concludono i consiglieri – si vedranno costrette a pagare le prestazioni per usufruire di assistenza che solo con l’ausilio del privato viene garantita con tempi e livelli ottimali».