Critica la posizione di gruppi consiliari di centro-sinistra nei confronti del provvedimento, assunto dalla Regione anche con la complicità del Partito democratico
Nei giorni in cui la sanità messinese vive l’ennesimo terremoto per la paventata chiusura del centro di riabilitazione neuropsicomotoria Dimsed, i 14 consiglieri comunali del partito democratico si scagliano contro la riforma sanitaria varata lo scorso marzo dal Governo Regionale (e passata anche con i voti complici dei deputati del Pd).
Le preoccupazioni maggiori dei gruppi consiliari di centro- sinistra riguardano il comparto della salute mentale, su cui la riforma rischia di avere un «disastroso impatto, da vero e proprio allarme sociale».
In una lettera indirizzata al presidente del Consiglio comunale Pippo Previti, i 14 consiglieri criticano «la logica del risparmio a tutti i costi, assunta dalla Regione Sicilia come valore assoluto da perseguire» convinti che questa «pregiudica pesantemente la sanità peloritana con gravi ricadute in settori di particolare rilevanza sociale».
«La nostra città/provincia – si legge nel documento- sembra essere quella più sacrificata, quella che subirà in maniera incisiva la falcidia dei tagli predisposti dall’Assessorato Sanità e sotto il profilo occupazionale e, conseguentemente, sotto il profilo della qualità e quantità dei servizi assistenziali resi alla cittadinanza».
I rappresentanti locali soffermano la loro attenzione in particolare «sulla negativa incidenza che il piano di riordino avrà sull’offerta di assistenza psichiatrica nella nostra città» evidenziando tutta una serie di conseguenze dannose. In virtù del detto piano- scrivono – è stata prevista ad esempio «la soppressione del modulo dipartimentale di salute mentale Messina Sud» cancellando così una realtà che, da decenni, opera a fianco dei bisognosi ; e ancora «la chiusura del secondo reparto di psichiatria dell’Ospedale Papardo, con conseguenze drammatiche e per gli utenti e per le famiglie degli stessi, su cui grava il grave peso dell’assistenza dei propri congiunti».
Secondo i 14 consiglieri di centro-sinistra, «un’ulteriore conseguenza negativa connessa alla citata dismissione sanitaria sarà rappresentata dalla impossibilità, quasi certa, di poter disporre ricoveri coatti – TSO – all’interno del territorio comunale, dovendo essere gli stessi eseguiti nell’ambito provinciale e/o regionale, ed in altri casi, addirittura fuori regione. Tale situazione – dicono- determinerà, oltre al notevole disagio procurato ai malati ed ai relativi familiari, grave nocumento per le già depauperate casse comunali».
Gli esponenti dell’opposizione sottolineano , infatti, che «l’esecuzione di ogni TSO comporta un notevole onere finanziario a carico dell’ente locale, in termini d’impiego di risorse umane ed economiche».
Alla luce dei dubbi e delle perplessità sollevate nella lettera, i 14 consiglieri invitano Previti, che ha deciso di sottoscrivere egli stesso il documento, « di investire della questione l’intero Civico Consesso, affinché la detta Istituzione possa adottare una determinazione univoca da sottoporre all’attenzione dell’esecutivo regionale per ottenere una rivisitazione della riorganizzazione sanitaria de quo».
