Servizi sociali, regna la confusione. Verso una nuova proroga, bandi fra due mesi

Servizi sociali, regna la confusione. Verso una nuova proroga, bandi fra due mesi

Servizi sociali, regna la confusione. Verso una nuova proroga, bandi fra due mesi

lunedì 16 Marzo 2009 - 09:06

Oggi è il termine ultimo per pubblicare gli avvisi, ma l’amministrazione non ha ancora le idee chiare. Caprì e Barbalace: «Il sindaco non si avventuri in continui escamotage». L’ex ragioniere generale Saja: «L’Istituzione è ancora in vita?»

I bandi per la concessione in appalto dei servizi sociali andrebbero pubblicati entro quarantacinque giorni, a ritroso, dalla data di scadenza dell’ultima proroga concessa, il 30 aprile. Dunque oggi. E dunque, salvo clamorosi quanto improbabili colpi di scena, non verranno pubblicati. L’amministrazione, infatti, sembra ancora non avere le idee chiare su cosa fare, prosegue nel balletto tra le varie ipotesi rimbalzate in queste settimane: bando unico, tre bandi, affidamento diretto (pista, evidentemente, non ancora abbandonata dal sindaco Buzzanca). Troppa confusione quando invece ci vorrebbero certezze. E dunque l’unica strada che rimane è anche l’unica che non si potrebbe proprio intraprendere: la quarta proroga consecutiva. Qualcosa di teoricamente illegittimo, ma che con qualche escamotage di carattere tecnico sembra si possa realizzare. Probabile il riaffidamento con decurtazione del tre per cento dall’importo dell’ultimo bando, da detrarre dai costi di gestione. La durata potrebbe essere di due mesi, giusto il tempo di avere un bilancio di previsione che dica con chiarezza quanto questa amministrazione intende assegnare ai servizi sociali (si parla di una cifra vicina ai 16 milioni di euro).

Durissimi Nicola Barbalace e Giorgio Caprì, consiglieri comunali del centrosinistra, che si dichiarano stupiti del fatto che il sindaco «pur non avendo più i numeri per operare scelte autorevoli, con il solito atteggiamento arrogante che lo caratterizza, e come se fosse normale che la scelta spetta solo a lui e non al consiglio comunale, di non avere ancora stabilito se procedere al bando unico per l’affidamento dei servizi sociali oppure se affidare tali servizi alla Croce Rossa Italiana (modello antiquato). Intanto con buona pace delle normative sui servizi, che suggeriscono di evitare le proroghe il signor Sindaco si appresta a concederne la quarta!». Secondo i due «avventure come quella di affidare il servizio alla Croce Rossa Italiana non garantisce proprio niente salvo quella personale e politica che può dare il sindaco», il quale «genera erroneamente nei lavoratori speranze di stabilizzazione che in questo modo non verranno mai soddisfatte».

«Lo stesso sindaco – proseguono Barbalace e Caprì – inoltre dovrebbe anche spiegare con la massima chiarezza alla cittadinanza cosa intende per lotto unico dei servizi sociali. Noi, malignamente intravediamo (in mancanza di un chiarimento) una scorciatoia per raggiungere l’obiettivo prefissato dall’amministrazione, ovvero, una sorta di -global service dei servizi sociali-, gestiti da un consorzio che dal punto di vista mercantile si identifica in un “cartello”». I due consiglieri ricordano a Buzzanca che ogni decisione dovrà passare dal consiglio, e che «l’unica strada concreta da seguire sia quella regolata dalla legge 328 del 2000 e quindi la costruzione di un ente sovracomunale», per la costituzione del quale «annunciamo sin da ora che sottoporremo all’aula Consiliare nei prossimi giorni una proposta di delibera». Barbalace e Caprì invitano infine il sindaco a «non avventurarsi in continui “escamotage” che, non fanno altro che ritardare i tempi della normalizzazione dei servizi sociali e la stabilizzazione degli operatori del settore».

La vera -chicca- la offre l’ex ragioniere generale del Comune di Messina e dell’Istituzione per i Servizi sociali, Gaetano Saja, il quale riprendendo un dubbio sollevato anche da qualche consigliere comunale lancia un sasso: e se l’Istituzione fosse ancora in vita? «La anomalia procedurale adottata dal consiglio comunale – spiega Saja – sta nel fatto che la delibera -revocata- (n. 65/c adottata dal consiglio comunale il 28 novembre 2002) ha per oggetto: -Approvazione dello statuto dell’istituzione per i servizi sociali- e non ha nulla a che vedere con la delibera n. 34 adottata dal consiglio nel luglio ’97 con la quale è stata  istituita la – Istituzione per i Servizi Sociali- nonché con la delibera 33/c adottata dal consiglio nell’aprile ’98 con la quale è stato approvato il -Regolamento dell’Istituzione per i Servizi Sociali-. In queste condizioni – afferma Saja – a me sembra non pellegrina la sensazione che sia la delibera istitutiva dell’Istituzione sia quella che ne approva il regolamento, non essendo state individualmente revocate dal consiglio comunale, esplicano, tutt’oggi, i loro effetti sotto il profilo giuridico con le relative conseguenze amministrative e finanziarie». Saja in conclusione spiega anche che «in mancanza del bilancio di previsione dell’esercizio corrente ed in regione di -gestione provvisoria- le spese essenziali ed indispensabili trovano come base di riferimento gli stanziamenti del presedente esercizio finanzio». Dunque non è certo l’assenza di un bilancio il motivo ostativo ai bandi.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007