Sinistra democratica: «Si faccia chiarezza sulla zona falcata»

Sinistra democratica: «Si faccia chiarezza sulla zona falcata»

Redazione

Sinistra democratica: «Si faccia chiarezza sulla zona falcata»

martedì 12 Febbraio 2008 - 10:10

Intanto Cub e Flmu criticano il Prg del porto: «Vuole colpire a morte la cantieristica navale»

Continuano a rimanere accesi i fari sulla zona falcata. La commessa da 170 milioni di euro andata in fumo per colpa di un conflitto di competenze mai eliminato è stata la classica goccia (e che goccia!) che ha fatto traboccare il vaso. Dura la posizione di Sinistra democratica, che sottolinea il divario spropositato tra quanto avviene a Messina e nel resto della Sicilia: «Viviamo in una città allo sbando – affermano il coordinatore provinciale Salvatore Chiofalo e quello cittadino Santino Morabito – relegata, purtroppo, ai margini dei processi di sviluppo che stanno interessando positivamente altre aree della penisola e della Sicilia come Catania, Siracusa e Ragusa dove importanti infrastrutture sono in corso di realizzazione ed altre previste da realizzare nel breve periodo: Aeroporto internazionale e interporto a Catania, grande porto commerciale ed industriale ad Augusta, Aeroporto civile a Comiso e grande centro commerciale floricolo e ortofrutticolo a Ragusa».

A Messina, secondo Sd, assistiamo da anni ad «un inesorabile declino politico di scarse idee e progetti, di poca incisività nelle sedi decisionali Istituzionali, di assenteismo, funzionale ad un ceto politico accomodato nei salotti bene, indisturbato dalle scarne e occasionali proteste di popolo. Una città che ora paga a caro prezzo, tra l’altro, l’essere rimasta senza guida amministrativa per due volte in pochissimi anni. Cosa vogliamo che accada. Tra le altre attività la cantieristica navale era , fino a pochi anni fa, il fiore all’occhiello della nostra città e per quanto riguarda la costruzione di natanti veloci (aliscafi) è stata per decenni leader internazionale. Poi si è perso tutto, in pochissimo tempo, nella zona falcata è arrivato il grande degrado anche ambientale».

«Dell’Ente porto e dell’autorità portuale – continuano Chiofalo e Morabito – in palese conflitto di competenze ci si accorge per l’occasione magari quando si perdono centinaia di posti di lavoro o non si riesce ad averli, in una città assetata di occupazione. Magari riusciamo ad indignarci, ma per poco tempo. E’ ora di dire basta! La nuova amministrazione che sarà eletta nella prossima primavera proceda con urgenza ad incalzare la regione per sopprimere tutti gli Enti inutili. Si rinunci a nominare propri componenti nell’ente porto, fini a quando non ci sarà una unica autorità di porto o di bacino. Si faccia chiarezza sulle competenze della zona falcata al più presto – concludono – anche per evitare che alle commesse perse nei giorni scorsi se ne possano aggiungere altre che potrebbero arrivare».

Non rimangono in silenzio la Confederazione unitaria di base (Cub) e la Federazione lavoratori metalmeccanici uniti (Flmu), che intervengono sulla zona falcata e su come intende modificarla il Piano regolatore del porto. In una nota Filippo Sutera, Vittoria Faranda e Federico Magro evidenziano «che adesso tutti, improvvisamente, si interessano della Zona Falcata, in particolare, delle sorti dell’ -adesso tanto decantata- cantieristica navale messinese. Dov’erano tutti quando questo sindacato, unica voce nel deserto, dava battaglia e continua a farlo, per la tutela di questi lavoratori, per evitare che un insulso Piano regolatore del porto di Messina, per l’interesse dei -soliti pochi noti-, riduca la cantieristica navale al solo Bacino di Carenaggio e a parte della Rodriquez con pochi metri quadrati intorno, senza alcun collegamento con la città e le autostrade, immersa in un -mare-di parchi, alberghi, ecc.. colpendola così inesorabilmente a morte?!! Per la verità – concludono – abbiamo registrato nelle vicissitudini un coerente soggetto nonché interlocutore, l’Ente Autonomo Portuale che ancora continua a credere nella cantieristica».

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