Sobrietà e contributi regionali

Sobrietà e contributi regionali

Sobrietà e contributi regionali

sabato 09 Gennaio 2010 - 16:56

Si moltiplicano da più ed autorevoli parti l’invito a comportamenti virtuosi e sobri : andiamo dalla famiglia presidenziale americana, che ha posto al bando le griffe nell’abbigliamento femminile e si coltiva un autarchico orticello nei giardini della Casa Bianca, al Pontefice che invita a non sprecare energia per non far danno all’ambiente, al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che esorta alla sobrietà ad ogni piè sospinto ed ha rivolto l’invito anche al nostro troppo fin troppo esuberante premier.

In campo finanziario la ricerca della sobrietà diventa un imperativo categorico a causa dei numeri che giungono dal Ministero del Tesoro : le entrate nel 2009 sono diminuite rispetto al 2008 malgrado il successo del cosiddetto “scudo fiscale”, le uscite, sempre nel 2009, sono aumentate di 31,6 miliardi di Euro rispetto a quelle dell’anno precedente, in definitiva abbiamo oltre 30.000 Euro di debito pubblico pro-capite, anziani e neonati compresi.

Sul fronte del debito pubblico, a dire il vero, la posizione dell’Amministrazione Lombardo appare fortemente innovativa rispetto alle precedenti e l’impegno per il contenimento della spesa pubblica regionale è innegabile. Però, proprio sul finire dell’anno, un brusco cedimento : oltre cinquemilioni e trecentomila Euro di contributi “a pioggia” assegnati dall’Assessorato ai Beni Culturali a ben 386 soggetti del tipo più disparato. Si va da chiese e parrocchie, ad associazioni culturali e teatrali, a bande musicali, ad associazioni concertistiche.

Sembrerebbe che il principio adottato sia stato quello dell’ “ora a mai più” ; nel senso che l’assessore Lino Leanza ha tenuto in debito conto che, con l’anno nuovo, lascerà l’Assessorato ai Beni Culturali.

Comunque sia di ciò, la mancanza di sobrietà sembra eclatante e spinge ad ulteriori considerazioni di tipo politico/amministrativo. Ci si chiede se sia corretto questo tipo di utilizzo del pubblico denaro, ben lontano dall’essere definito ed individuato da precise esigenze istituzionali. E la domanda è retorica : utilizzare fondi pubblici senza un progetto politico, senza un programma di ripartizione delle risorse, senza neanche ipotizzare un rendiconto dei ritorni a fronte delle spese effettuate per testimoniare all’elettorato la bontà delle scelte fatte, orbene ciò ha sapore di “clientelismo” e ci avvicina alle giovani repubbliche del Centro-America con un recente passato coloniale. Il risultato è quello di annacquare la “novità” rappresentata dall’Amministrazione Lombardo, in un momento in cui questa è costretta a difficili equilibrismi per avere in Assemblea la maggioranza necessaria per governare.

Per il futuro non sarebbe fuori luogo un’attenta riflessione degli Assessori di prossima nomina sui tanti inviti alla sobrietà sopramenzionati.

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