Soffia il vento del No al Ponte. Oltre duecento persone a protestare davanti alla trivella

Soffia il vento del No al Ponte. Oltre duecento persone a protestare davanti alla trivella

Soffia il vento del No al Ponte. Oltre duecento persone a protestare davanti alla trivella

lunedì 21 Giugno 2010 - 16:28

Pochi i partecipanti rispetto al numero complessivo di coloro che si dichiarano contrari alla mega opera. Tanti i dubbi per i proprietari delle villette interessate dai potenziali cantieri. Ancora nessuno avviso ufficiale di espropri

Lo scirocco, elemento distintivo dello stretto di Messina, questo pomeriggio ha soffiato forte insieme alle voci del “NO AL PONTE”, alle 14.30 riunite di fronte il “cantiere” della trivella, utilizzata per effettuare le analisi geognostiche necessarie per la redazione del progetto definitivo del Ponte Sullo stretto. L’orario e il giorno del sit-in non hanno certo aiutato a dare il giusto rilievo ad una protesta che rischia purtroppo di non fare il giusto rumore.

L’incisività la offrono però le parole di uno dei proprietari delle villette che da qualche settimana condividono il marciapiede con il nuovo ingombrante inquilino. Si tratta di un noto commerciante messinese, che nonostante il ventoso pomeriggio ha deciso di essere presente alla protesta. Una partecipazione che potrebbe apparire scontata considerando il diretto coinvolgimento nella vicenda, ma che invece va sottolineato essere “eccezionale” vista la totale mancanza di interesse degli altri abitanti e residenti di via Circuito e dintorni. “Mia moglie si dice rassegnata ma fino a quando ci siamo dobbiamo combattere. Abito qui da 30 anni e non sono certo intenzionato a lasciare da un momento all’altro la mia abitazione. E finora – aggiunge – non ci è stato comunicato alcun avviso di esproprio, nessuno si è presentato a bussare alle nostre porte”.

Per questa ragione i proprietari delle abitazioni hanno dato ai propri legali il mandato di inviare una lettera a chi di competenza per ribadire la necessità di avere indicazioni ben precise sul futuro e dunque sulle decisioni da prendere: “Chiediamo che ci venga detta qualcosa, al più presto, almeno due anni prima di lasciare la casa”. Dello stesso avviso un agente immobiliare oggi presente al sit-in che rappresenta gli interessi di una signora proprietaria di diversi immobili della zona: “La mia cliente è bloccata, non avendo avuto alcuna notizia non sa come comportarsi, ha persino fermato i lavori di ristrutturazione che aveva avviato”. Serve chiarezza, sapere una volta per tutte che fine faranno quelle abitazioni. Altrimenti anche il valore di mercato di ipotetiche e al momento improbabili vendite, ne sarà inevitabilmente influenzato.

Impossibile non sottolineare dunque il generale stato di assordante silenzio della maggior parte della cittadinanza, e di chi occupa il resto di quelle abitazioni: unica “apparizione”, ad eccezione delle due testimonianze appena citate, quella di un ragazzo uscito dal cancello della villetta più vicina al “piccolo mostro d’acciaio”, che anziché unirsi alla protesta ha ben pensato di “fuggire” in sella al suo motorino. Un’assenza, ribadiamo, troppo rumorosa quella dei tanti cittadini che pur dichiarandosi contrari alla costruzione, continuano a mancare gli appuntamenti “ufficiali” del No al Ponte. Una considerazione fatta anche dai presenti: c’è chi ha criticato l’inopportunità del giorno e dell’orario prescelti, altri la scarsa pubblicità dell’evento e la non ottimale organizzazione dello stesso, altri ancora l’indifferenza e l’immobilismo che spesso caratterizza l’atteggiamento della città. Fatto sta che il futuro è di tutti, e chi non crede che quello della città possa passare dal Ponte dovrebbe in qualche modo manifestarlo, non solo a parole.

I manifestanti hanno ribadito con forza le proprie ragioni: “Inutile sprecare milioni di denaro pubblico per progettare una mega-opera inutile e devastante: tutto ciò mentre le aree alluvionate di Messina attendono ancora i promessi finanziamenti, mentre Rfi continua lo smantellamento del servizio pubblico di traghettamento, mentre sempre più allarmanti sono i segnali di interessamento della mafia all’apertura dei cantieri, mentre la crisi colpisce i lavoratori, e si tagliano finanziamenti alla scuola pubblica, agli enti locali, ai servizi pubblici, ai precari, agli invalidi”.

Colorate magliette no al ponte, bandiere e striscioni sono stati posizionati nel tratto di lungomare esattamente di fronte la trivella, “addobbate” anche le palme piegate dal vento che ha soffiato incessante poter tutto il pomeriggio. Duecento all’incirca coloro che non hanno mancato l’appuntamento, il secondo dopo quello di domenica scorsa alle 18.00. Proprio rispetto all’orario dell’odierno sit-in, Renato Accorinti, “storico” avversario del Ponte”, spiega: “Abbiamo optato per questa scelta su espressa richiesta di quanti la scorsa volta ci hanno chiesto di essere presenti in orario di cantiere, cioè dalla mattina fino alle cinque del pomeriggio. Guarda caso però oggi non si vede nessuno”. Ed effettivamente, per tutta la giornata, nessuna traccia del personale né tanto meno nessuna trivellazione, nonostante i lavori vengano solitamente avviati alle 7.30 e terminati alle 17.00, rendendo quanto mai rumorose le giornate dei residenti.

A controbilanciare la poca partecipazione della società civile, le forze dell’ordine, polizia e carabinieri, che hanno circondato le transenne che delimitano il “cantiere” a protezione del macchinario che per i prossimi 72 giorni effettuerà approfondite analisi geognostiche. Inevitabili le ripercussioni sulla viabilità per l’intera stagione estiva, a causa proprio della presenza della trivella che ha reso necessaria la collocazione di un semaforo che regola il senso di marcia delle vetture che vanno e vengono da Messina e Torre Faro.

Gli esami effettuati dovrebbero fornire dettagli più precisi sulla -terra- che dovrebbe sostenere il peso della faraonica struttura.

Elena De Pasquale

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