Stasera nuovo vertice romano per il centrodestra siciliano. E a Messina regna un silenzio -assordante-

Stasera nuovo vertice romano per il centrodestra siciliano. E a Messina regna un silenzio -assordante-

Redazione

Stasera nuovo vertice romano per il centrodestra siciliano. E a Messina regna un silenzio -assordante-

giovedì 15 Maggio 2008 - 12:05

An rivendicherebbe la provincia di Siracusa, -promessa- all'Mpa. Intanto in città posizioni -cristallizzate-, ma a pagare potrebbero essere gli aspiranti assessori regionali

Tutto fermo, in attesa di chissà cosa. Il centrodestra messinese, dopo l’ultima uscita di ieri sera di Francesco Stagno D’Alcontres in cui affermava di non -riconoscere- il tavolo regionale, si è chiuso a riccio in un silenzio -assordante-, rotto solo da voci di corridoio più o meno fondate. Tutti, di fatto, rimangono arroccati sulle proprie posizioni, da Buzzanca a Ricevuto, da Lo Monte a D’Amore, passando per Roberto Corona che oggi ribadisce: «Non c’è una rottura all’interno del Pdl o di Forza Italia, semplicemente delle posizioni diverse. Se qualcuno parla non lo fa a nome del partito ma a titolo personale. L’obiettivo è comune, quello di essere vincenti alle prossime amministrative, sono le strade per adesso intraprese ad essere diverse. Attendiamo che sia il tavolo regionale a decidere». Tavolo regionale, però, del quale non si è tenuto finora conto, come confermato dalle dichiarazioni di D’Alcontres: «Non si può considerare chiuso il tavolo regionale della coalizione del Centrodestra riunitosi per definire la scelta delle candidature per le prossime Amministrative in quanto non si è mai aperto, perché i criteri adottati sono puramente spartitori e non politici». D’altronde questo famoso tavolo le sue indicazioni le aveva date, e prevedevano la provincia di Messina all’Mpa, non al Pdl. Ma a Messina, questo è chiaro, si è deciso di scavalcare le decisioni dei vertici siciliani di Forza Italia, An e Udc, passando direttamente all’asse -romano- composto da Rocco Crimi e Domenico Nania, mentre alcune figure -ufficiali- del partito in città, come il commissario provinciale di Forza Italia Antonio D’Aquino e il coordinatore cittadino Pippo Rao, lasciano ad altri l’incombenza di esprimere una posizione, a questo punto difficilmente definibile -del partito-. Ma questa fermezza rischia di scompaginare tutto il quadro, tanto che adesso qualche -prurito- inizia a nascere anche sulle altre province, e in particolare a Siracusa dove An sarebbe tornata a rivendicare la candidatura a discapito, anche qui, dell’Mpa.

Una matassa difficile da sbrogliare. Ci si proverà stasera in un nuovo vertice a Roma, dopo quello interlocutorio di ieri. Prima la fiducia al Senato, poi nuovo summit, alla presenza probabilmente di alcuni deputati e senatori siciliani. All’ordine del giorno, oltre alle amministrative, anche la composizione della giunta regionale. Ed è qui che due aspiranti assessori messinesi, Nino Beninati (Fi) e Giovanni Ardizzone (Udc), potrebbero pagare la fuga in avanti cittadina, perdendo quei posti in giunta che qualche settimana fa venivano dati per certi. Intanto oggi, in occasione di una visita ad una scuola di Catania, a parlare è stato Raffaele Lombardo: «Il prossimo 22 maggio al massimo – ha affermato – se prima tanto meglio, io varerò la giunta raccogliendo tutti i suggerimenti e le indicazioni che vengono dai partiti politici assicurando anche la presenza di un nucleo di tecnici di alta professionalità. Dal Movimento per l’autonomia mi viene l’indicazione di sostenere alle prossime amministrative i candidati di una vasta alleanza che dovrà essere compatta in tutta la Sicilia, e io ritengo che si arriverà a una sintesi. Noi – conclude Lombardo – non porremo problemi di bandiera ma lotteremo per scegliere candidati all’altezza. Se ci sono più candidati dinanzi alla sintesi della coalizione gli altri faranno tutti gentilmente un passo indietro».

Infine, stamattina abbiamo incrociato il presidente della Provincia Salvatore Leonardi, tirato in ballo da qualcuno come possibile elemento di sintesi delle contraddizioni interne al centrodestra: «Cosa posso dire? Io mesi fa avevo annunciato di volermi ritirare dalla politica, ma se una mia candidatura dovesse servire a mettere fine ai contrasti della coalizione… Facciano di me ciò che vogliono».

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