Gli storici intoppi del risanamento. Rao: «Ci vuole una nuova legge speciale». Capurro: «Si chiuda l’Iacp»

Gli storici intoppi del risanamento. Rao: «Ci vuole una nuova legge speciale». Capurro: «Si chiuda l’Iacp»

Gli storici intoppi del risanamento. Rao: «Ci vuole una nuova legge speciale». Capurro: «Si chiuda l’Iacp»

venerdì 22 Gennaio 2010 - 08:23

Il tema al centro dell’ultima commissione risanamento di Palazzo Zanca. L’assessore: «Non si utilizzi questa tematica per altre finalità». La dirigente Canale: «Il risanamento non è mai stato visto come emergenza»

«E’ necessario chiudere l’Iacp, che negli anni ha fatto solo perdere tempo a tutte le Amministrazioni». A tuonare contro l’Istituto delle case popolari è Pippo Capurro, capogruppo del Pdl a Palazzo Zanca, da sempre in prima linea in tema di risanamento. E lo fa in una sede ufficiale, la III commissione consiliare del Comune (quella, appunto, dedicata al Risanamento), riunitasi due giorni fa alla presenza dell’assessore al ramo, Pippo Rao, e della dirigente, l’arch. Maria Canale. Una seduta che ha proseguito sulla scia di quella precedente, dove erano stati messi in luce i ritardi nella partenza di alcuni progetti già finanziati dalla Regione per via della non completezza dei documenti inviati dall’Iacp all’Urega. Ritardi addebitati dall’Iacp ad intoppi burocratici con l’ufficio espropri.

Secondo Capurro «è necessario il ritorno all’ufficio unico, viste le sconnessioni registrate nei collegamenti tra gli uffici. Pur essendo arrivati i finanziamenti della Regione Sicilia, si continua a perdere tempo, forse perché non si è pensato di convocare una conferenza dei servizi o forse perché non si è fatto l’ufficio unico. Si ripetono sempre le sesse cose, purtroppo con un Iacp che fa perdere tempo e chiama in causa l’ufficio espropri, dichiarando che con le aree già in loro possesso si può procedere, ma con le aree non a loro disposizione non si può fare nulla». La conclusione a cui giunge Capurro è una sola: «Sarebbe decisamente utile che la Regione si decidesse a chiudere l’Iacp e trasformarlo in agenzia di riscossione». Da par suo l’arch. Canale afferma di «non comprendere il problema dell’ufficio unico o quantomeno dello scollamento perché qui non c’è mancanza di dialogo, ci sono competenze proprie di un ufficio che è l’Iacp che non vengono svolte. Semmai, più che parlare di ufficio unico, si può pensare ad un nuovo soggetto attuatore con procedure diverse, dal momento che il risanamento non è mai stato visto come emergenza».

Secondo l’assessore Rao l’esigenza è un’altra: «Sottoporre la legge 10 del 1990 (la legge storica sul risanamento ad ulteriori correttivi, oltre quelli del 2002 relativi all’accelerazione di certe procedure. Ma nulla si può fare più che auspicare l’intervento di chi esercita la funzione legislativa. Quella è una legge che di “speciale” ha solo il tipo di finanziamento e di interventi previsti, e devono essere tenute bene a mente le specifiche competenze dei singoli enti e la puntuale azione del Comune. L’Amministrazione ha svolto per intero il suo dovere, anche andando oltre le proprie competenze. Si stanno completando e rivedendo tanti crono programmi, fino al 200 non ve ne era alcuno, perché finita la fase in cui i finanziamenti venivano assegnati senza progetto. Ciò che auspico è che si renda, tutti, un servizio alla città, senza utilizzare una tematica così delicata per altre finalità».

A fare il punto sullo stato dell’arte del risanamento con riferimento in particolare alle espropriazioni è stato Giovanni Bruno, dell’ufficio espropri del Comune. Questo il quadro: per i 44 alloggi di S. Filippo le espropriazioni sono concluse e non ci sono motivi ostativi all’avvio delle procedure di gara. Per gli alloggi di Camaro Sotto Montagna manca ancora una espropriazione mentre per S. Antonio il procedimento è concluso. Passando ai 60 alloggi di Fondo Basile, sono state espropriate 14 ditte su 15, lavoro completato, invece, per i 20 alloggi di Rione Taormina. Non è stato ancora consegnato il progetto, invece, per i 45 alloggi di via Taormina: «Ho solo notizia dell’avvio del procedimento di accesso ai luoghi – ha chiarito Bruno – e lo stesso dicasi per i 61 alloggi a Giostra». Per i 115 alloggi di Bordonaro (50 più 65), si è chiusa la vertenza con la ditta Fabiano e si è pagato il 90 per cento di quanto concordato, ma il procedimento espropriativo non è partito. Proprio riguardo ai 65 alloggi di Bordonaro, anche Bruno dà la propria stoccata: «Esiste il finanziamento ma non si ha ancora alcuna somma in cassa e questo è un esempio tipico delle difficoltà che possono nascere. Si registra un mancato coordinamento tra uffici comunali e Iacp che impedisce di rispettare i tempi di legge, per questo sarebbe opportuno prevedere deroghe o leggi speciali che permettano di gestire i procedimenti con termini diversi. E’ necessario un collegamento tra chi progetta, chi espropria e chi dà i finanziamenti».

(foto Sturiale)

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