Per chi non è pratico di questioni di bilancio regionale, la «tabella H» è un lungo elenco di contributi ad Enti e ad Associazioni del più disparato tipo, consueta da anni nel bilancio regionale (nel bilancio 2008 prevedeva l’utilizzo di oltre 63 milioni di Euro) e che invece nell’ultimo bilancio era sparita, creando un forte allarme nei soggetti beneficiari, usi a far affidamento su di essa.
La «Tabella H» è ricomparsa nella Legge Finanziaria 2010, con l’indicazione di circa 40 milioni di Euro destinati ad una pletora di circa centoquaranta soggetti. Il circa è d’obbligo in quanto talune attribuzioni sono, almeno nelle anticipazioni d’agenzia, riferite a soggetti non univocamente definiti, del tipo “Associazioni bandistiche” o “Enti in favore degli emigrati” e simili.
Non si tratta di cifre esorbitanti, atteso che la distribuzione avviene su un gran numero di soggetti, e, a prima vista, il ritorno in termini di benefici per i cittadini è più grande dell’esborso dell’erario. Non è difficile constatarlo se si pensa che il movimento delle Associazioni e degli Enti Onlus in genere convoglia positive attività di volontariato o, comunque, iniziative private in campo sociale, culturale, et similia, che riescono con il finanziamento pubblico ad acquisire efficacia nei rispetti del fine perseguito. Ad esempio finanziare una attività di volontariato in favore dei malati oncologici terminali favorirà i volontari, che intendono dedicare il loro tempo libero a questo nobile scopo, con beneficio degli ammalati. Viene spontaneo citare al riguardo l’ultima Enciclica di Benedetto XVI Caritas in veritate, il cui punto centrale è costituito proprio dalle indicazioni “La carità è la via maestra della dottrina sociale della Chiesa” e “La carità eccede la giustizia”, nel senso che donare agli altri va oltre il diritto, anche se lo presuppone. Da questo punto di vista un pubblico contributo ad una attività privata civilmente lodevole dal punto di vista sociale, culturale, assistenziale etc. è da valutare positivamente quanto meno perché innesca, per così dire, un processo positivo per i cittadini ben oltre l’impegno economico pubblico assunto.
Quel che lascia perplessi è l’utilizzo del cosiddetto “principio del calderone”, che ricorda al vostro reporter uno zio che, tanti anni fa, cercava di spiegargli cosa sarebbe successo con la municipalizzazione dell’allora società privata che gestiva le autolinee cittadine, la SATIS (i più anziani di voi questo nome lo ricorderanno). Mi spiegava che questo avrebbe consentito di fare nuove assunzioni nel settore perché la SATIS non poteva permetterselo per motivi di bilancio, mentre il comune poteva farlo, “tanto tutto finisce nel calderone” e, perciò, per questa via, evviva evviva il clientelismo politico (tanto poi, alla fine, pagherà Pantalone, come si suol dire).
Insomma, non sarebbe sbagliato se, per questo tipo di intervento, si individuassero in sede di bilancio regionale ben precise “aree di intervento”, quali ad esempio quelle scelte a proprio arbitrio dal vostro reporter per studiare la «tabella H» e che sono in appresso elencate : Ambiente, Associazionismo, Chiesa cattolica, Cooperazione, Cultura, Diritti civili, e così via.
Questo, innanzitutto, renderebbe massimamente trasparenti e comprensibili le decisioni politiche della Giunta. Inoltre servirebbe ad evitare sovrapposizioni con interventi istituzionali od anche a suggerire la sostituzione di interventi di finanziamento a terzi con interventi di tipo istituzionale.
Non si dimentichi che, se grandi e nobili sono sovente gli ideali posti a fondamento di Associazioni e di Enti Onlus, resta il fatto che essi appartengono sempre ad un ambito privato, dove non valgono le norme di pubblica evidenza in favore di tutti i cittadini. Ad esempio tali Associazioni non hanno obblighi se non verso i propri iscritti e, sovente, anche la loro inosservanza nulla comporta. Inoltre non hanno vincoli di sorta nell’utilizzo delle loro disponibilità e men che meno obblighi di deposito pubblico annuale del bilancio, come invece accade sia per gli Enti di diritto pubblico sia per le società economiche. Insomma, dove è possibile agire in via istituzionale, questa resta sempre la via maestra.
In conclusione il contenimento delle somme previste nella «tabella H» dagli oltre 63.000 Euro del bilancio 2008 agli attuali 40.000 è positivo per il contribuente in questi tempi di “vacche magre” , ma andrebbe accompagnato da un nuovo modo di affrontare questo aspetto del bilancio regionale.
