Tir in città, ancora una tragedia sfiorata: ma siamo davvero costretti a tutto questo?

Tir in città, ancora una tragedia sfiorata: ma siamo davvero costretti a tutto questo?

Redazione

Tir in città, ancora una tragedia sfiorata: ma siamo davvero costretti a tutto questo?

sabato 11 Ottobre 2008 - 10:56

Il segretario della Cisl Genovese ribadisce: «Nessuno ha risposto ufficialmente alla mia richiesta di trasferire subito il transito a Tremestieri». Il rilascio dei pass è sempre necessario? Ecco i numeri del traffico sullo Stretto

«Proprio ora, alle ore 09,30 circa di oggi, torno dal porto dove la solita nave privata ha sbarcato insieme a delle auto più di una decina di Tir. Con quale autorizzazione? Con quale necessità? Perché non sono andati a Tremestieri?». Abbiamo deciso di riprendere quanto scritto da un nostro lettore, che si firma -Messinese vero-, in uno dei commenti alla notizia dell’ennesimo incidente provocato dal passaggio dei tir in città, e lo abbiamo fatto perché anche noi ci chiediamo: perché? La nuova tragedia solo sfiorata (sempre che la possibile perdita di una gamba non sia da considerare comunque una tragedia) ripropone l’annoso problema del transito dei mezzi pesanti nel centro cittadino. Un problema che è giunto anche nell’aula del consiglio comunale, dove è stato dato l’indirizzo politico all’amministrazione di istituire un ticket e allargare la zona a traffico limitato, ma al quale non si riesce a dare una soluzione immediata.

L’arrivo di 52 milioni di euro per l’ampliamento degli approdi di Tremestieri sono un buon segnale, certo, ma premesso che quella cifra non basterà (a dicembre sarà necessario reperire ulteriori fondi), la domanda è: la città può aspettare l’iter comunque ancora lungo del completamento dei lavori? E soprattutto, -deve- aspettare? Un quesito che ci riporta all’appello lanciato agli inizi di settembre dal segretario generale della Cisl Messina Tonino Genovese (nella foto), il quale aveva scritto agli organi di governo locali, ai consiglieri comunali, alla deputazione nazionale e regionale, ma anche al prefetto, al comandante della Capitaneria di porto e al presidente dell’Autorità portuale che «oggi è il tempo delle decisioni politiche. Ogni valutazione intrisa di tecnicismi rappresenta solo un alibi». E la decisione indicata da Genovese era una: «archiviare l’utilizzo della rada S. Francesco. Una scelta politica ormai ineludibile e che dia il primo vero segnale di riscatto per questa città».

Oggi quella richiesta rimane ferma e non cambia né nella sostanza né nella forma, anche perché spiega Genovese che «alla mia proposta non è arrivata nessuna risposta ufficiale da nessun destinatario della lettera. Perché nessuno mi ha smentito, dicendomi con dati alla mano che è impossibile spostare il traffico da subito da San Francesco a Tremestieri? Perché tutti si sono affannati a far calare la nebbia del silenzio sulla mia formale e ufficiale richiesta?».

Ma torniamo al punto di partenza, che trae spunto anche dal commento del nostro lettore: perché quel tir si trovava lì, nel -cuore- della città, e non a Tremestieri? «Formalmente viene rilasciato un pass quando ci sono problemi a Tremestieri. Se ne occupa la compagnia di navigazione, che provvede a rilasciare i pass ai camionisti quando il piazzale e la chiocciola di Tremestieri sono intasati e si rischia di creare ingorghi allo svincolo (da qui la necessità di un’area di stoccaggio, ndr). Ma se quell’intasamento non c’è, allora qualcuno ci deve spiegare perché vengono rilasciati comunque i pass. E se i camionisti i pass non dovessero avercelo, non solo non potrebbero salire sui traghetti, ma dovrebbero essere multati e controllati».

Alcuni numeri, relativi al traffico sullo Stretto nel 2007, rendono bene l’idea di come effettivamente il vettore pubblico potrebbe assorbire flussi maggiori rispetto a quelli attuali, riproponendo la questione della dismissione anche a livello -strategico- che Rfi continua a operare a Messina. Il numero delle corse è pressocché uguale, 48mila per la compagnia privata, 45mila per Rfi. Le grosse differenze si notano quando andiamo a vedere il numero dei mezzi che vi transitano a bordo: 650mila camion e 2 milioni di auto per i privati, 150mila camion e 300mila auto per il pubblico. Parliamo di navi dalla capacità di 250 auto (più un treno da 15 vetture): sostanzialmente i vettori di Rfi viaggiano quasi vuoti. E questo sarebbe fare impresa? Questa sarebbe la concorrenza che vige nell’attraversamento dello Stretto?

(foto del Tir: Dino Sturiale)

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