Torna l'asse Lombardo-Calderoli: nord e sud alleati per lanciare il federalismo

Torna l’asse Lombardo-Calderoli: nord e sud alleati per lanciare il federalismo

Redazione

Torna l’asse Lombardo-Calderoli: nord e sud alleati per lanciare il federalismo

domenica 26 Ottobre 2008 - 12:30

Alla festa dell'Mpa unione di intenti con la Lega. Violante: «Grande occasione per il Paese». Lo Bello: «Ci vogliono strategie». Dibattito anche sulla legge elettorale: si torni alla preferenza

«Chi è Micciché?». Così, in maniera spicciola e certamente sorprendente, il ministro per la Semplificazione normativa Roberto Calderoli (nella foto) liquida i dubbi e le perplessità manifestate ieri dal sottosegretario al Cipe Gianfranco Miccichè sul federalismo. Perché è proprio di federalismo che oggi si parla nell’ultima mattinata della tre giorni Mpa nella cittadella fieristica di Messina.

Sul palco si riforma l’asse tra Calderoli stesso e il leader del movimento autonomista siciliano, Raffaele Lombardo, un asse che stupì alcuni anni fa quando per la prima volta metteva insieme i due “estremi geografici- della politica italiana. La nuova alleanza nord-sud si forma sul federalismo e su un progetto di legge che sembra trovare consensi anche nel centrosinistra, oggi rappresentato da Luciano Violante, e nel mondo dell’imprenditoria, sul palco della tensostruttura dell’Mpa con il presidente di Confindustria Sicilia Ivan Lo Bello.

Un “variopinto- Calderoli (giacca blu a righe, camicia celeste, immancabile cravatta verde leghista, pantaloni giallo-senape) chiarisce che «non possiamo giocare con le riforme, bisogna attuarle. Il federalismo ha tra i suoi scopi il contenimento degli sprechi e dei costi della macchina pubblica, poi se qualcuno ha mal di pancia per questioni di egemonia territoriale (il riferimento sembra proprio a Micciché ma anche ad altri esponenti politici che hanno criticato l’idea federalista, ndr), sono problemi suoi e non del federalismo. Sembra che ci sia un tentativo di ricreare lo scontro nord-sud per fermare il federalismo, bisogna invece ricreare l’alleanza nord-sud».

E’ sulla stessa lunghezza d’onda il presidente della Regione Lombardo: «Il confronto non è più tra settentrione e meridione, ma tra chi vuole perpetrare l’attuale assetto centralista dello Stato e chi vuole lavorare in senso federalista. Non possono prevalere i toni polemici di questi giorni sui 140 milioni per il Comune di Catania: ci siamo dimenticati che l’abolizione dell’Ici è stata pagata privando il sud di 1,5 miliardi di euro? O che a Milano sono piovuti milioni e milioni per l’organizzazione dell’Expo?». Sull’argomento, però, Calderoli ha una sua linea, applaudita dalla platea: «Chi non è capace di amministrare e crea disavanzi vada a zappare la terra e non si occupi di politica».

Il federalismo è, secondo Violante, «una grande occasione per il Paese. Istituzioni e forze politiche devono lavorare insieme, è stata creata una cornice, ovvero il progetto di legge, adesso la si riempia di contenuti. Ma bisogna ragionare secondo un sistema Italia, non nord o sud». Lo Bello fa un’analisi più ampia: «Negli anni ’90 questo Paese si è lacerato, il federalismo è l’occasione per riunirlo, e non è un paradosso. Il grande problema del Mezzogiorno è che i flussi di spesa non sono mancati, ma non sono stati collegati a capacità positive di investimento. Manca la strategia, e manca anche la qualità. Creiamo dei paletti, la classe dirigente si assuma le sue responsabilità. Ci vuole solidarietà ma anche una sana concorrenza tra le regioni, fondata sulla qualità dei servizi e sulla competitività delle imprese. Si evitino i rischi quali l’aumento della spesa pubblica e della tassazione».

Lombardo rilancia il «piano di rientra sanitario» nell’ottica del taglio agli sprechi e apre il dibattito su un altro tema, quello della legge elettorale: «Se Mpa, Udc e Pd saranno uniti sulla tutela della preferenza, non passerà la riforma antidemocratica sulle Europee. Ma ci dovremo battere per reintrodurre la preferenza anche per deputati e senatori». Argomento sul quale offre una sponda Violante: «Il parlamento non è più fatto di rappresentanti ma di cooptati, creando la rottura tra società e politica. Il problema riguarda l’intero sistema politico, che non può essere considerato un bipolarismo ma un “bileaderismo-, peraltro imperfetto».

(foto Dino Sturiale)

Sebastiano Caspanello

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