Torna il consiglio comunale, parte del Pd denuncia -l'arroganza- della maggioranza

Torna il consiglio comunale, parte del Pd denuncia -l’arroganza- della maggioranza

Redazione

Torna il consiglio comunale, parte del Pd denuncia -l’arroganza- della maggioranza

giovedì 30 Ottobre 2008 - 14:24

Non si spengono le polemiche dopo l'infuocata seduta di ieri. I consiglieri di Genovese Sindaco più Caprì contestano la -sponda- offerta da alcuni colleghi del centrosinistra ad una maggioranza senza numeri in aula

Sono passate ventiquattr’ore dall’ultima, infuocata seduta del consiglio comunale, e alle 18 di oggi ce ne sarà un’altra, ma a tenere banco sono gli evidenti e sempre più -rumorosi- conflitti interni che si registrano in entrambe le coalizioni. Conflitti che poi trovano terreno fertile in un consiglio comunale nel quale il ruolo istituzionale viene troppo spesso dimenticato in favore di comportamenti poco consoni al cosiddetto -civico consesso-. Ieri ancora una volta abbiamo assistito a due abbandoni d’aula, sia dell’Udc, che non gradisce certe predominanze all’interno della maggioranza, sia di parte del Pd, e nel dettaglio dei consiglieri del gruppo Genovese Sindaco, Felice Calabrò, Emilia Barrile, Simona Contestabile e Santi Zuccarello, più Giorgio Caprì del gruppo Con Francantonio per Messina.

Questi ultimi hanno spiegato, poi, in una nota i motivi del loro gesto, evidenziando tra l’altro «l’inconsistenza anche numerica» del centrodestra. «Abbiamo assistito – continuano – all’ennesima frattura all’interno della maggioranza, infatti la detta delibera è stata votata con il sostegno indispensabile di alcuni consiglieri del centrosinistra, i quali rimanendo in aula hanno mantenuto il numero legale, attesa l’assenza dei due gruppi consiliari dell’Udc, che polemizzando con la presidenza avevano, precedentemente, abbandonato l’aula». Un fatto, questo, che ha riaperto un file di discussione già affrontato in seno al Pd, in particolare sul ruolo di capogruppo affidato a Marcello Greco, esponente di una corrente minoritaria (la Trecentosessanta -lettiana-). Da qualche frangia del partito questa decisione non è stata ben digerita, ma d’altra parte il leader Francantonio Genovese non pare propenso a tornare sui suoi passi.

Tornando alla seduta di ieri, i consiglieri aggiungono che «assumendosi la responsabilità del ruolo e nello spirito dell’opposizione costruttiva sino ad oggi garantita, avevano appena votato all’unanimità la proposta d’inversione dell’ordine del giorno, formulata dal capogruppo del Pdl, accettando di discutere immediatamente la delibera in questione. Sennonché i predetti consiglieri, atteso l’ennesimo atto di arroganza di questa maggioranza e, soprattutto, della presidenza del consiglio, che ha impedito, irresponsabilmente, la discussione della delibera (a onor di cronaca va detto che il presidente vicario che dirigeva i lavori, Pippo Trischitta, ha chiesto più volte se qualche consigliere avesse intenzione di intervenire, non ricevendo risposta, nda), nonostante la presenza in aula dell’assessore proponente, sono stati costretti ad abbandonare i lavori in segno di protesta, anche perché l’invito al dialogo ed alla discussione dagli stessi rivolto alla presidenza è caduto, sorprendentemente, nel vuoto».

Secondo i consiglieri firmatari della nota «questo modus agendi non è consono al pubblico consesso, laddove bisognerebbe garantire la massima democrazia, assicurando a tutti i consiglieri la possibilità di rendersi partecipi delle varie questioni al fine di adottare, consapevolmente, le determinazioni conseguenti nell’interesse della città».

Nei corridoi di Palazzo Zanca si discute ancora, tra l’altro, della mozione di sfiducia nei confronti dell’ufficio di presidenza e in particolare del presidente Pippo Previti, solamente -congelata- in attesa di nuovi confronti interni al centrodestra e con i deputati di riferimento. E non si è smorzata la polemica innescata da Trischitta, da mesi in attesa di una stanza a suo dire -abusivamente- occupata dal vicesegretario vicario Mauro. Oggi alle 18, come detto, il consiglio tornerà a riunirsi e con ogni probabilità lo farà nuovamente domani per formalizzare il trasferimento di somme verso l’Istituzione dei servizi sociali al fine di garantire la proroga degli appalti fino al 31 gennaio, come concordato da amministrazione e sindacati nella lunga riunione di due giorni fa.

(foto Dino Sturiale)

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