La Corte dei Conti “bacchetta” la Provincia. E sui contrattisti l’atteggiamento dell’ente lascia sbigottiti

La Corte dei Conti “bacchetta” la Provincia. E sui contrattisti l’atteggiamento dell’ente lascia sbigottiti

Emanuele Rigano

La Corte dei Conti “bacchetta” la Provincia. E sui contrattisti l’atteggiamento dell’ente lascia sbigottiti

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giovedì 20 Ottobre 2011 - 00:33

Ricevuto apre a lavoratori e Cgil per la stabilizzazione, il ragioniere generale Calabrò parla di stop al rinnovo alla scadenza dei contratti (2015). Cioè licenziamento. L’organo regionale, sul Rendiconto 2009, si sofferma anche su Partecipate e debiti fuori bilancio. Ammissione di colpa di palazzo dei Leoni sui servizi per conto terzi: «accertato un utilizzo non regolare»

Quando provocatoriamente usammo il termine “zavorra” affiancato al personale della Provincia Regionale, per indicare l’incidenza finanziaria che i lavoratori dell’ente avevano ed hanno sui conti di palazzo dei Leoni, l’amministrazione Ricevuto “saltò sulla sedia” immediatamente in piedi prendendo le distanze da tale aggettivo. Eppure nelle ultime relazioni ai bilanci firmate dall’assessore al ramo, Nino Terranova, ogni sacrosanta volta è stato evidenziato come i costi di gestione per i dipendenti incidano in maniera determinante sul salvadanaio della Provincia.

E’ comunque solo uno degli aspetti gestionali sui quali si è soffermata la Corte dei Conti, anche se forse il più importante. La sezione di controllo per la Regione Siciliana ha infatti deliberato (n. 189/2011/PRSP) in modo chiaro in merito all’adunanza del 23 settembre 2011, con la quale è stata convocata la Provincia di Messina sulla base di varie osservazioni e contestazioni sul Rendiconto 2009. L’organo ha confermato, come aveva fatto precedentemente su altri documenti contabili dell’ente, la presenza di criticità motivo del deferimento, con la presenza di numerose problematiche di carattere oramai strutturale. Come per i precedenti esercizi, ha inoltre rimarcato la necessità di «urgenti misure per una decisa inversione di rotta in direzione di un rapido recupero dell’equilibrio finanziario». Tentate, vedremo con che risultati, nell’esercizio in corso.

Nello specifico è stato contestato l’uso sistemico dell’avanzo di amministrazione in modo non corretto, con l’osservazione che alla composizione dello stesso concorrono crediti molto vetusti (anteriori al 2005 e riferiti anche a partite di giro) e la valutazione che bisognerebbe addirittura riconsiderare l’effettiva attendibilità del risultato di amministrazione. Ad avviso della Corte dei Conti costituiscono indici di una non sana gestione finanziaria la presenza di consistenti debiti fuori bilancio, che il consiglio sta lentamente provvedendo ad eliminare. Ma grava ancora di più il peso eccessivo della spesa del personale in rapporto alla spesa corrente e l’improprio utilizzo dei servizi per conto terzi. Ciò che più fa riflettere, e ha mandato in allerta i consiglieri provinciali, è la posizione assunta dalla Provincia. Durante l’adunanza, il ragioniere generale, Nino Calabrò, riferisce che «avuto riguardo ai servizi per conto terzi, l’organo di revisione ha in effetti accertato un utilizzo non regolare degli stessi». Una sorta di ammissione di colpa. Ancora più preoccupante quanto replicato sul conto dei dipendenti: «Al fine di contenere la spesa per il personale, non si procederà al rinnovo o alla proroga dei contratti di lavoro a tempo determinato». Uno schema che evidentemente cozza con la volontà del presidente, Nanni Ricevuto, di confrontarsi con i 98 lavoratori addirittura per una futura stabilizzazione. La scorsa settimana l’annunciata protesta, poi le rassicurazioni del capo dell’esecutivo provinciale e il comunicato giunto ieri sera, firmato dalla Cgil: «Dopo l’impegno assunto dal presidente Ricevuto di una convocazione per lunedì 24 ottobre sul nodo della stabilizzazione, la Fp Cgil revoca la protesta prevista per domani mattina (oggi) dei precari della Provincia». La manifestazione era stata indetta dalla Funzione Pubblica che chiede all’amministrazione l’avvio delle procedure di stabilizzazione del personale della Provincia, precario da oltre 25 anni. «L’impegno del Presidente, ad aprire un tavolo di trattativa con i sindacati per affrontare il problema, non riguarda solo i precari ma anche il mancato turn over», conclude la Cgil. Si parla di stabilizzazione, ma sarebbe a rischio persino la prosecuzione del rapporto a tempo determinato in scadenza nel 2015. Dove starà la verità?

Tornando all’allarme lanciato dalla Corte dei Conti, l’organo ha anche evidenziato, al riguardo delle società Partecipate, la carenza del sistema dei controlli (per diversi organismi l’ultimo bilancio approvato è del 2007) e le ingenti risorse della collettività sin qui destinate a copertura delle perdite societarie, con la mancanza di una stretta connessione tra le finalità istituzionali dell’ente e lo scopo dell’organismo partecipato. Ed ancora l’incidenza dei risultati negativi di molte Partecipate sugli equilibri di bilancio della Provincia. Come è noto, su questo punto, è in corso l’iter consiliare di dismissione di diverse realtà collegate l’ente. Ultime in ordine tempo i cinque Ato rifiuti e Feluca.

Ad ogni modo è stato nuovamente chiesto a palazzo dei Leoni «l’immediata adozione di contromisure per il ripristino di una sana gestione finanziaria dell’ente». Ovvia preoccupazione è stata espressa da molti consiglieri. Il capogruppo del Pd, Pippo Rao, che già si era soffermato sulle bacchettate della Corte, ha inviato un’interrogazione scritta a Ricevuto per sapere «se non si ritiene il caso attivare procedimenti ispettivi per accertare responsabilità in merito; se dopo le affermazioni del ragioniere generale sulla gestione dei servizi per conto terzi non intende dare pubbliche spiegazioni su tale inquietante aspetto; e se ancora, a seguito della dichiarazione dello stesso Calabrò in merito all’elevata incidenza della spesa per il personale sulla spesa corrente, vi è la volontà dell’amministrazione di licenziare i contrattisti che lavorano presso la Provincia di Messina, ed altrimenti a quali lavoratori non si intende rinnovare o prorogare il contratto». (E. Rigano)

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