Il Ponte sullo Stretto torna in soffitta. Il Cipe “de”finanzia il progetto

Il Ponte sullo Stretto torna in soffitta. Il Cipe “de”finanzia il progetto

Il Ponte sullo Stretto torna in soffitta. Il Cipe “de”finanzia il progetto

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sabato 21 Gennaio 2012 - 18:48

La decisione adottata nell’ambito delle nuove manovre che prevedono lo stanziamento di risorse per progetti immediatamente cantierabili

Per quanti, e sono tanti, hanno sempre sostenuto che il Ponte sullo Stretto fosse solo un’utopia, quella di cui vi parliamo sarà tutto fuorché una notizia. Ma l’ufficialità fa tremare i pilastri che non ci sono e non ci saranno, almeno non nel 2016, così come previsto dal progetto di Eurolink. Secondo quanto riportato oggi dal Sole24, infatti, il Cipe nella seduta di ieri ha revocato i quasi due milioni di euro stanziati per il Ponte durante il precedente governo, ma ancora non impegnati ne spesi. Di conseguenza, la faraonica opera che lamentava ancora la mancanza di circa 6,5 miliari di euro di finanziamenti, sugli 8,5 complessivi, viene nuovamente messa in soffitta. La revoca delle risorse per il Ponte, rientra nell’ambito della ridefinizione dell’elenco dei vecchi finanziamenti Fas Infrastrutture, in attuazione dei tagli disposti dalle manovre di luglio e agosto: sforbiciate complessive per 6,3 miliardi su 11 totali. Avanti con piani di opere medio-piccole immediatamente cantierabili per l’ ammodernamento delle scuole (556 milioni), la difesa del suolo (750 milioni), la manutenzione della rete ferroviaria (840 milioni all’interno del Contratto Rfi).

La notizia è stata accolta con grande entusiasmo dagli ecologisti: “Finalmente un cambio di passo radicale sul fronte delle infrastrutture, dopo anni di politica a sostegno esclusivo delle grandi opere” dichiara il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza che accoglie con soddisfazione le decisioni prese durante la seduta del Cipe.

“Togliere i finanziamenti al Ponte – commenta Cogliati Dezza – mentre se ne sbloccano altri per la realizzazione di opere medio piccole e la manutenzione del territorio e della rete ferroviaria, che ne hanno tanto bisogno, è una decisione che risponde ai reali bisogni del Paese, in netta controtendenza rispetto alla precedente politica. Auspichiamo ora che il governo Monti proceda in questa direzione, chiudendo la società Ponte di Messina e mettendo una volta per tutte la parola fine a un progetto insensato. Ora è necessario aprire un confronto con Regioni e Comuni sulle piccole e medio opere, per ripensare gli interventi secondo obiettivi tecnico-scientifici corretti e di qualità.
Non possiamo però non sottolineare – aggiunge il presidente di Legambiente – che nelle misure per rilanciare l’economia è del tutto assente qualunque intervento che sostenga e stimoli la green economy, l’unico ambito che oggi presenta a livello internazionale serie prospettive di risposta alla crisi economica e occupazionale”.

6 commenti

  1. Ahhh era ora…
    Ora diamo lavori ai giovani in tutti i settori iniziamo con le navi delle ferrovie che una volta vi lavoravano 2000 famiglie…ora c’è ne sono 400…

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  2. Quante proteste vuote ed inutili contro un ponte inesistente.
    Speriamo che finalmente l’attenzione sia trasferita sui tanti problemi reali della città.
    Messina è esattamente al centro del Mediterraneo e lo Stretto costituisce un passaggio quasi obbligato.
    Eppure Messina non riesce ad assumere il ruolo fondamentale della sua naturale posizione geografica.
    Gli ambientalisti che hanno organizzato manifestazioni di protesta contro il nulla(ponte) non hanno mai fatto sentire la propria voce sui gravi problemi di Messina e provincia.
    Mentre migliaia di posti di lavoro venivano trasferiti in altre sedi o dismessi si protestava contro il niente.
    Il risultato e che la Messina di oggi ha delle gravi carenze di strutture e di personale.
    Sanita ridotta al lumicino con ospedali dismessi(Margherita, ospedale militare ect. )altri a rischio(Piemonte),vigili del fuoco con gravissime carenze di organico, vigili urbani al minimo, trasporti pubblici ridicoli…Comandi ed enti depredati da altre città, ect.ect.ect. mentre si protestava contro il nulla, un ponte di fumo veniva gettato negli occhi dei messinesi….. la protesta….. lo rendeva più convincente.

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  3. Le colline di Messina nord (quel che rimane) tornano in mano ai palazzinari.

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  4. Il commento completo è:
    Tutti contenti, le colline di Messina nord tornano in mano ai palazzinari mentre i fondi del ponte prendono la via del nord, con progetti medio piccoli….ma sopratutto nordici.
    E come siamo contenti!!!!!!!!Che vittoria sensazionale.
    Si, legambiente ama Messina fino alla morte……. di Messina s’intende.

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  5. Cogliati Dezza, con quel cognome, pensi a bloccare la TAV se ci riesce (ma tanto è una partita persa, la TAV è in Piemonte, mica in Sicilia…)

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  6. Grandioso, festeggiamo visto che ci prendono per i fondelli! Con i due miliardi sottratti al ponte (un’opera straordinaria), faremo quello che in un paese civile si sarebbe dovuto fare normalmente: manutenzione delle scuole, delle autostrade e delle ferrovie, diminuzione del rischio idrogeologico…
    p.s. – Al Nord fanno la pedemontana, la BreBeMi, l’alta velocità, Il MOSE… e la manutenzione la fanno lo stesso. Ma tanto a noi va bene così, l’importante è non fare il ponte.

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