Senza vergogna: FS invece di potenziare i treni punta sui bus. E’ Medioevo…

Se la notizia non fosse drammatica si potrebbe pensare che le Ferrovie dello Stato hanno uno spiccato senso dell’umorismo.

Mentre lo stato delle ferrovie in Sicilia ed in Calabria (ma in particolar modo a Messina) è ancora al Neolitico, il gruppo annuncia la nascita, da lunedì 23 luglio di un nuovo servizio di collegamento tra la Sicilia e la Calabria gestito da BusItalia Fast (società del gruppo FS) con due corse giornaliere di bus tra Cosenza, Lamezia Terme, Messina e Catania. Un po' come se Alitalia, per potenziare il servizio, annunciasse l’avvio di collegamenti in bike sharing “Fiumicino-Fontanarossa”.

Invece di potenziare la rete ferroviaria, portare Frecciargento in Sicilia, completare il raddoppio ferroviario, sincronizzare gli orari tra treni che arrivano o partono a Villa e aliscafi o navi Bluferries, o realizzare (visto che ci sono soldi e progetti esecutivo) la stazione all’interno dell’aeroporto di Fontanarossa in modo da collegare in treno Messina e l’aeroporto, o ancora migliorare il traghettamento ferroviario cancellando la rottura di carico o ancora “traghettare” il parco ferroviario siciliano dal medio evo al Rinascimento, CHE FANNO? PASSANO AL GOMMATO……..

Se non fosse drammaticamente reale sembrerebbe una barzelletta.

Invece di potenziare i treni le Ferrovie si fanno concorrenza da soli con un servizio bus che a prezzi stracciati (il costo del biglietto da Lamezia Terme a Messina sarà di 10 euro, costerà 12 euro il Cosenza-Messina) collegherebbe Calabria e Sicilia (Cosenza e Lamezia Terme con Messina e Catania). La notizia è spuntata come un fungo mentre i siciliani guardavano con speranza alla costituenda nuova società di navigazione del gruppo Ferrovie dello Stato e che a questo punto non si capisce in che modo si integri con questo servizio.

C’è un’altra domanda che anche il più ingenuo dei passeggeri che abbia provato, masochisticamente, a scendere da un treno a Villa San Giovanni per attraversare lo Stretto si pone, ovvero: quali navi utilizzeranno i Bus del nuovo servizio di Fs per traghettare posto che le navi Bluferries adibite al trasporto gommato sono rare come l’aria condizionata nei vagoni di Trenitalia?

E saranno rispettate le coincidenze orarie visto che da anni ed anni le tabelle orarie di Bluferries, Trenitalia e aliscafi sono predisposte da persone che non solo a quanto pare non si parlano, ma si fanno i dispetti?

Sarebbe il colmo se i pullman di BusItalia del gruppo Fs per traghettare fossero costretti a usare le navi di Caronte-Tourist.

Certo, vi è da dire che per quanto paradossale questo comportamento è in linea con quello adottato da FS negli ultimi 50 anni: smantellare o peggiorare il servizio a tutto vantaggio dei privati Caronte-Tourist.

Chi ha progettato questo servizio inoltre sconosce non solo lo stato dei fatti nello Stretto ma anche la condizione delle nostre autostrade. I Bus, per quanto a prezzi stracciati, finirebbero incolonnati per ore ed ore o incapperebbero negli incubi del Cas. Insomma, con queste trovate dei vertici delle Ferrovie si avrebbero due mezzi pessimi servizi.

La verità è che il disegno di FS è EVIDENTISSIMO: SMANTELLARE DEFINITIVAMENTE DALLO STRETTO DI MESSINA.

Azzerare gli ultimi zoppicanti treni notte e a lunga percorrenza, lasciarci in balia del fato, della nostra incapacità di eleggere politici all’altezza di tutelare i nostri diritti.

Oppure il vero obiettivo è impedire ai messinesi di lasciare la città.

Prendere un aereo a Catania è un calvario. Prenderlo a Reggio lo è di più (non sai con quale mezzo traghettare, aliscafo o Caronte, poi c’è un bus navetta che è variabile come il cielo di marzo, o devi pagare il taxi che da Reggio e da Villa ha costi diversi) perché un biglietto aereo costa un occhio della testa e i voli sono stati dimezzati.

Prendere un treno la notte è un calvario e ogni anno, due volte l’anno, Fs prova a cancellarlo. Prendere un treno a Villa San Giovanni (o tornare) è l’inferno.

Per raggiungere il “Continente” un messinese di buona volontà deve fare difficilissimi calcoli matematici con davanti gli orari di Caronte, Bluferries, Ustica Lines, Trenitalia, Atm, taxi, parenti disposti a darti un passaggio, e alla fine deve uscire di casa 4 ore prima della partenza ufficiale.

Se poi sei talmente pazzo da decidere di andare “in Continente” o rientrare dal Continente nei week end o la sera, è meglio portare bagaglio leggero, essere atletico, essere in ottima salute, non avere problemi di deambulazione, non avere troppe valigie (o avere qualcuno che le porti per te). Già perché non ci sono mezzi veloci né navi Bluferries e il tratto tra la stazione di Villa San Giovanni e l’attracco Caronte-Tourist devi farlo a piedi. Come se non bastasse è un percorso accidentato e poco sicuro, tipo Camel Trophy. Infine, non essendoci alcun tipo di coordinamento tra chi predispone le tabelle orarie Caronte e Trenitalia, la prassi è che dopo 10 minuti di corsa ad ostacoli con trolley sulle spalle ti vedi partire la nave sotto il naso e ti tocca aspettare altri 40 minuti (magari in punizione perché i tuoi compagni di viaggio sono più agili e hanno perso la nave per colpa tua….).

Se io fossi un deputato nazionale o regionale, se io fossi un amministratore, un consigliere, chiederei un incontro con i vertici di FS, li rapirei e li costringerei a fare anche uno solo dei nostri viaggi della paura. E poi li aspetterei sulla riva dello Stretto e gli chiederei “lo vuoi fare ancora il BusItalia Fast?”.

Ma non sono un politico né un amministratore. I nostri politici, i nostri amministratori, viaggiano in aereo (a spese dello Stato) e non hanno la più pallida idea di come possiamo sentirci presi in giro di fronte a queste notizie.

Sarebbe bellissimo vedere un manager di Trenitalia correre con due valigie per non perdere la Caronte, oppure saperlo fermo sul viadotto Ritiro, tre quarti d’ora, a bordo del BusItalia Fast, al modico prezzo di 12 euro……

La continuità territoriale è ferma al tempo dei Borboni.

Rosaria Brancato