Quella sanità pubblica che annaspa tra medici "in affitto" e bisogno di riforme

Quella sanità pubblica che annaspa tra medici “in affitto” e bisogno di riforme

Autore Esterno

Quella sanità pubblica che annaspa tra medici “in affitto” e bisogno di riforme

Tag:

lunedì 12 Settembre 2022 - 16:14

Negli ultimi 10 anni dal servizio sanitario nazionale sono scomparsi 30mila dipendenti, trasformando gli ospedali in scatole vuote

Tra pensionamenti non compensati dai nuovi arrivati, fughe all’estero e auto-licenziamenti, negli ultimi dieci anni dal servizio sanitario nazionale sono scomparsi 30 mila dipendenti. E senza assumere 40 mila medici e infermieri il nuovo Pnrr per la sanità rimarrà sulla carta, trasformando in scatole vuote quegli ospedali e case di comunità che secondo i piani del governo dovrebbero rinforzare la grande assente della pandemia: la sanità territoriale.

A dare i numeri della débâcle sono Fadoi e Simi (in prima linea in questa battaglia a livello regionale e nazionale figura il professore Antonio Versace, nella foto, direttore dell’Unità operativa dipartimentale di Medicina d’urgenza e past presidente “Simeu”) le due società scientifiche dei medici internisti, quelli che si sono presi sulle spalle negli ospedali il 70% dei ricoverati Covid e che ai partiti chiedono ora investimenti e riforme, per mettere in salvo una sanità che annaspa e ricorre sempre più ai medici “a gettone”.
Professionisti che preferiscono lavorare a tariffa oraria come liberi professionisti piuttosto che sottoporsi a turni massacranti nelle vesti di dipendenti mal retribuiti. E più aumenta il fabbisogno di medici, più il gettone diventa d’oro. Solo pochi mesi fa Simeu, la società dei medici di emergenza e urgenza, indicava in 90 euro l’ora la tariffa massima per un camice bianco in affitto. Questi giorni in Veneto si è arrivati ad offrirne 120 ad anestesisti e rianimatori. Il doppio dei 60 euri lordi, 40 netti, percepiti da un dipendente per un’ora di straordinario. E così le fila dei “gettonisti” si ingrossano.

Un esercito di medici “a gettone”

Secondo Simeu a lavorare a chiamata in Asl e ospedali sono oramai almeno in 15mila, che erogano 18 milioni di prestazioni l’anno. Considerando che i dottori dipendenti sono 112 mila, più di uno su dieci è “in affitto”. Non il massimo per la sicurezza dei pazienti. Questo perché «in larga parte dei casi si tratta di giovani non specializzati», per il quale «alcune cooperative potrebbero essere addirittura illegali, perché configurerebbero il reato di intermediazione di mano d’opera. Salvo non venga loro affidato un intero ramo d’azienda, come un pronto soccorso o la gestione dei codici bianchi».

I medici dei pronto soccorso e dell’emergenza-urgenza sono comunque contrari a quest’uso indiscriminato dei medici «in affitto». «Innanzitutto perché spesso non hanno una professionalità adeguata a garantire l’assistenza necessaria ai pazienti e il loro costo rischia di mandare in default le aziende. Infine non conoscono l’ospedale, la sua organizzazione, i colleghi con i quali bisogna lavorare in team», afferma De Iaco. «Ma se i bandi vanno deserti, non si registrano disponibilità e lo stesso mercato del lavoro sanitario presenta carenze al momento incolmabili, cosa facciamo? Tagliamo o chiudiamo servizi? Lo ribadisco, è esattamente ciò che in Emilia-Romagna non facciamo né faremo», afferma senza giri di parole l’assessore emiliano alla Salute Raffaele Donini, coordinatore per la sanità delle altre Regioni, che a guardare i numeri forniti dai medici di emergenza e urgenza sembrano essere sulla stessa lunghezza d’onda.

Un commento

  1. SETTE ORE PER DEI RAGGI AD UNA MANO SABATO POMERIGGIO AL PAPARDO

    2
    5

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Premi qui per commentare
o leggere i commenti
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Salita Villa Contino 15 - 98124 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007

Questo sito è associato alla

badge_FED