Secondo Palagiustizia: cosa ha intenzione di fare l'amministrazione De Luca?

Secondo Palagiustizia: cosa ha intenzione di fare l’amministrazione De Luca?

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Secondo Palagiustizia: cosa ha intenzione di fare l’amministrazione De Luca?

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mercoledì 03 Ottobre 2018 - 09:30

A porre una serie di interrogativi sulla vicenda sono i consiglieri comunali Massimo Rizzo e Libero Gioveni che accendono i riflettori sulla necessità di avere un secondo palazzo di giustizia e sulla situazione di stallo che si continua a trascinare

«Occorre affrontare con serietà e competenza l'annosa questione del Palazzo di Giustizia». Per questa ragione i consiglieri comunali Massimo Rizzo e Libero Gioveni hanno deciso di scrivere al sindaco Cateno De Luca per accendere i riflettori sulla questione, sottolineando che avere un nuovo sito dove amministrare la giustizia non è solo un'indifferibile esigenza degli addetti ai lavori (magistrati, avvocati, personale amministrativo) ma delle centinaia di cittadini che quotidianamente usufruiscono del servizio giustizia, che oggi è reso in condizioni di disagio e pericolo.

«Il fallimento delle precedenti amministrazioni, inoltre, sta mettendo a rischio il finanziamento a suo tempo stanziato, ed il Comune continua peraltro a sostenere il pagamento di onerosi canoni di locazione di immobili privati, a volte anche parzialmente inagibili» scrivono i due consiglieri.

Rizzo e Gioveni ricordano che la precedente amministrazione aveva, oltre un anno fa, sottoscritto un protocollo di intesa con il Demanio dello Stato e i Ministeri della Giustizia e della Difesa per realizzare il secondo Palazzo di Giustizia nell’area dell’ex Ospedale Militaredi viale Europa, attraverso due mutui per complessivi 17 milioni di euro stanziati dalla Cassa Depositi e Prestiti, ma i termini fissati in quel protocollo sono abbondantemente scaduti.

In innumerevoli occasioni, il personale amministrativo e l’Ordine degli Avvocati di Messina hanno denunciato le precarie condizioni dell’attuale Palazzo di Giustizia che, al di là del pregio architettonico, pone a rischio l’incolumità e la salute delle persone che quotidianamente prestano la propria attività lavorativa.

Tra l’altro, da interlocuzioni avute negli anni con il Ministero della Giustizia il finanziamento, a causa dell’inoperosità delle amministrazioni comunale succedutesi nel tempo, è a rischio e potrebbe essere dirottato per la realizzazione di edifici giudiziari in altre città.

Di fronte a questa situazione di stallo, il Comune di Messina, a causa dell’inadeguatezza dell’attuale Palazzo di Giustizia, è costretto a corrispondere i canoni di locazione per immobili dove viene espletata attività giudiziaria, di ufficio e di archivio. In particolare, i locali attualmente destinati all’Ufficio del Giudice di Pace, oltre a rappresentare un passivo per il bilancio comunale, sembrerebbero essere inagibili almeno parzialmente, con il conseguente rischio per l’incolumità delle diverse centinaia di persone che quotidianamente vi accedono.

Da questo questo quadro i consiglieri Rizzo e Gioveni pongono precisi interrogativi al sindaco De Luca. Innanzitutto vogliono capire se ancora sia disponibile il finanziamento a suo tempo previsto ed il suo ammontare e se l’Amministrazione voglia effettivamente intervenire. In caso affermativo, conoscere se intenda procedere alla costruzione di un cosiddetto Palagiustizia satellite ovvero alla realizzazione di una vera e propria cittadella giudiziaria. Nella prima ipotesi, occorrerà individuare un sito nelle adiacenze dell’attuale Palazzo di Giustizia, al fine di non ostacolare l’attività lavorativa di avvocati, personale amministrativo e forze di polizia che dovrebbero organizzare il proprio lavoro in due diversi palazzi, nonché un’agevole fruibilità da parte dei cittadini, avuto anche riguardo alla circolazione stradale. Nella seconda ipotesi, andrebbe individuata un’area sufficientemente ampia da poter contenere tutti gli uffici che espletano attività giudiziaria ed amministrativa strettamente connessa.

«Occorre il coinvolgimento dei rappresentanti istituzionali della Magistratura, dell’Ordine degli Avvocati, dei sindacati del personale amministrativo e di tutti gli operatori del settore, affinché possano fornire un contributo utile alla individuazione ed alla risoluzione delle problematiche che affliggono gli addetti ai lavori ed i fruitori del servizio giustizia».

I due consiglieri propongono ancheal presidente del consiglio comunale Claudio Cardile di valutare l’opportunità di convocare una seduta aperta del Consiglio Comunale da dedicare alla questione.

«E' necessario intervenire, e in fretta, anche con il contributo di quei soggetti istituzionali che ben conoscono natura e portata del problema. Una città davvero moderna necessita di un Palazzo di Giustizia moderno, adeguato e sicuro».

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