Il Coordinamento Comitato Beni Comuni e altre associazioni della riviera jonica da mesi chiedono vanamente i dati sul monitoraggio ambientale
“Se a non rispettare leggi, regole e norme è un qualsiasi cittadino, viene sanzionato, e comunque resta un fatto riprovevole e grave. Ma, ancor più grave è se a mancare nel rispetto di norme, obblighi, e compiti sono quelle stesse Istituzioni Pubbliche, da cui le leggi promanano”. Esordisce così, in una nota, il Coordinamento Comitato Beni Comuni e altre associazioni della riviera jonica messinese, che da settimane attende vanamente risposte dall’Osservatorio Ambientale sull’impatto dei lavori per la realizzazione del doppio binario da Giampilieri a Fiumefreddo.
“Il progetto esecutivo per la realizzazione del doppio binario nella “Tratta Giampilieri-Fiumefreddo” – spiega il coordinamento – dedica più di 100 pagine alla salvaguardia dell’ambiente, della salute dei cittadini, e della sicurezza dei lavoratori. Ad hoc è stato predisposto un Progetto di Monitoraggio Ambientale (PMA), da svolgere prima, durante e dopo la costruzione dell’opera, per tutti i fattori a rischio; ed è stato istituito un Osservatorio Ambientale (organismo tecnico di controllo del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, previsto da una Direttiva UE). Tale Osservatorio Ambientale ha il compito di vigilare sull’attuazione degli impegni ambientali assunti, di valutarne in corso d’opera l’effettiva efficacia, e di garantire il pieno controllo della situazione ambientale”.
In questi mesi il Comitato Jonico Beni Comuni ha più volte rivendicato il diritto di accedere ai dati relativi ai monitoraggi ambientali effettuati. A tal fine, il 10 luglio 2025, una delegazione ha incontrato a Palermo l’ing. Filippo Palazzo, Commissario di Governo per la linea ferroviaria della tratta Giampilieri–Fiumefreddo. All’incontro ha preso parte anche l’Ing. Martinelli di RFI.
“L’incontro – continua il coordinamento – è stato richiesto per affrontare alcune criticità ambientali e sociali, già emerse durante l’iter progettuale e realizzativo dell’opera, con particolare attenzione alla trasparenza, alla tutela ambientale e alla partecipazione civica. Durante l’incontro, pur manifestando disponibilità, il Commissario Governativo e il rappresentante di RFI, non hanno fornito direttamente i dati richiesti, ribadendo che la competenza spetta all’Osservatorio Ambientale“.
L’incontro online con l’Osservatorio Ambientale
La delegazione ha in particolare segnalato che in diverse date aveva inviato all’Osservatorio Ambientale una richiesta formale per accedere ai dati relativi al monitoraggio ambientale tramite PEC, sollecitando un incontro, ma senza averne riscontro. Tale incontro è poi avvenuto il 28 luglio scorso., anche se solo on-line, con la partecipazione del Presidente dell’Osservatorio, dott. Maurilio Caracci, del dott. Gaetano Valastro e della dott.ssa Settineri. Anche in quest’ultima riunione il Coordinamento Comitato Beni Comuni ha ribadito che trasparenza, partecipazione e rispetto delle normative ambientali sono condizioni imprescindibili per la realizzazione di un’opera che incide profondamente sul territorio e sulla vita delle comunità locali. Il Presidente dell’Osservatorio, pur riconoscendo la legittimità delle richieste, in quella sede ha ritenuto di non potere adempiere, ma che comunque avrebbe approfondito le necessità emerse.
La diffida
Trascorsi ulteriori mesi, il 20 ottobre scorso il Comitato Jonico Beni Comuni, in accordo con altre associazioni, considerato che l’Osservatorio Ambientale con le sue omissioni legittima il sospetto che manchi di assolvere alle sue funzioni costitutive e non ottemperi agli obblighi discendenti dalla legge; che è abbondantemente spirato il termine di legge per la pubblicazione e la trasmissione dei dati richiesti, senza che sia stata addotta alcuna motivazione normativamente ammissibile per la sua proroga; che tale condotta rende logicamente ammissibile la riserva mentale che i lavori non siano condotti nel pieno rispetto delle disposizioni generali e delle specifiche prescrizioni di ordine ambientale, alimentando allarme sociale; ha inviato in data 20 ottobre 2025 una ulteriore PEC, da valere come diffida ad adempiere, con la quale invita l’Osservatorio Ambientale, e altri soggetti in indirizzo, a fornire con la sollecitudine del caso i dati del monitoraggio ambientale detenuti.
Il coordinamento vuole anche sollecitare gli amministratori locali, visto che la legge assegna ai sindaci la massima responsabilità nell’assicurare la salute e la sicurezza dei propri concittadini, affinché esercitino il loro dovere-diritto ad essere informati pienamente su tutto quanto concerne i lavori del cantiere in oggetto.

Or dunque, in Sicilia ci si lamenta tantissimo per la mancanza / arretratezza dei mezzi di comunicazione, sia autostradali che ferroviari, si arriva finalmente alla progettazione e alla realizzazione delle opere richieste a gran voce e che cosa succede? Succede che saltano fuori mille comitati che tirano su delle novelle grandi muraglie per opporsi ad ogni infrastruttura.
Bisogna chiarire una volta per tutte che se si vogliono quei miglioramenti dei mezzi di comunicazione che si siciliani richiedono a gran voce da decenni occorre remare tutti nella stesso verso altrimenti ……………… addio miglioramenti ma non addio alle lagne.
Provo ad immaginare soltanto la provenienza politica di aggregazioni e comitati vari tirati su in quattro e quattrotto per mettere i bastoni tra le ruote….
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