Reggio. Alival, l’arcivescovo Morrone parla coi lavoratori e prega insieme a loro

Reggio. Alival, l’arcivescovo Morrone parla coi lavoratori e prega insieme a loro

mario meliado

Reggio. Alival, l’arcivescovo Morrone parla coi lavoratori e prega insieme a loro

Tag:

venerdì 01 Luglio 2022 - 07:30

Accolto con commozione dalle maestranze, il prelato in visita pastorale dialoga coi sindacalisti e coi rappresentanti dell’azienda, auspicando una soluzione

REGGIO CALABRIA – Un momento di vicinanza intensa; di preghiera, anche, la visita pastorale di monsignor Fortunato Morrone, arcivescovo di Reggio Calabria-Bova e guida della Conferenza episcopale calabra, allo stabilimento reggino Alival di San Gregorio.

Monsignor Fortunato Morrone in visita pastorale all'Alival (30.6.2022)

L’arcivescovo reggino ha fortemente voluto essere vicino ai 79 dipendenti del gruppo Alival-Lactàlis prossimi a perdere il lavoro, se davvero lo stabilimento di San Gregorio chiuderà i battenti entro il marzo 2023 come annunciato e ribadito da parte datoriale.

Fermo restando il suo pragmatismo – che l’ha portato a ripetere più volte «Non ho la bacchetta magica…», nel discorso d’approccio ai lavoratori –, nelle intenzioni del prelato una vicinanza non formale, ma fattiva. Tipica della “Chiesa sociale”, si sarebbe detto un tempo.

Monsignor Morrone: vicino alle ansie dei lavoratori

Monsignor Fortunato Morrone accanto ai lavoratori Alival di San Gregorio

«Vabbè… non c’è una Chiesa “sociale” o una Chiesa “asociale”: la Chiesa è di per sé strutturata per la socialità. Io sono venuto qui su richiesta dei lavoratori, per tramite dei sindacati – puntualizza monsignor Morrone -. So che già hanno dato disponibilità toccando il proprio portafoglio, anche rispetto alle oggettive difficoltà di mercato. Ma sono venuto qui a vedere come lavorano perché guardare, piuttosto che ascoltare in modo generico, significa entrare un po’ nel “tessuto”, nelle loro ansie, nella fatica di guardare al futuro, nell’angoscia, per com’è stato anche manifestato. Però questo non c’impedisce, insieme alla loro volontà e alla capacità ‘contrattuale’ dei sindacati, di trovare un’intesa, interessando non solo le Istituzioni, ma anche tutte quelle competenze e possibilità di far riemergere il prodotto, mi si dice e ci credo, d’alta qualità e che quindi avrebbe un buon mercato. Anzi: finora è stato proprio così, quindi perché non dovrebbe essere “in meglio” in prospettiva? E quindi sono qui ad ascoltare. E ascoltandoci, chissà, magari troviamo una chiave, un sentiero per dare speranza a tanti lavoratori e a tante famiglie».

«I lavoratori Alival sono persone, non numeri»

Monsignor Fortunato Morrone in visita pastorale all'Alival (30.6.2022)

Il punto è che pur col noto tono pacato, quasi dimesso, l’arcivescovo non disdegna di vestire i panni del più arcigno difensore dei lavoratori, con quella punta d’analisi del contesto economico che sicuramente giova alla causa. «Qui è emerso qualcosa di molto chiaro, che appartiene al pensiero della Chiesa e dei cristiani: noi non siamo numeri, non siamo copia-e-incolla… siamo persone. E ‘persone’ significa relazioni, famiglie, sogni, prospettive…; con tutti i nostri limiti, eh. Ma su questo la Chiesa è chiarissima: dobbiamo essere trattati e ascoltati come persone. Specialmente nel campo del lavoro, che qui a Reggio Calabria e in tutta la Calabria, ahimè, è faticosissimo per tanti motivi: non ultimo, il problema di porre il prodotto finito di grande qualità in altre parti d’Italia e, perché no?, d’Europa.

Siamo penalizzati, e non solo perché siamo al Sud… “Sud-Sud”, no?, ma a causa delle reti viarie, di quelle ferroviarie, dell’Aeroporto… un discorso complesso e più ampio – monsignor Fortunato Morrone fa cenno così ai rovelli della logistica – che concerne l’àmbito regionale, non solo questa situazione. Ecco perché da qui, come da altri siti produttivi, potrebbe partire un ragionamento più ampio: se guardiamo soltanto al nostro particolare, poi rischiamo magari di crollare tutti. Forse è il caso di pensare, facendo rete, magari partendo proprio da qui, a come rilanciare la Calabria, che significa famiglie, persone concrete… certamente non numeri».

Troppo giovani per la pensione, troppo poco giovani per un altro lavoro

Per parte loro, i lavoratori hanno affidato un breve discorso di saluto a Milena Buccafurri.
«Per noi, lavoratori di questo stabilimento, è una grande gioia accogliere la più alta autorità religiosa e morale del nostro territorio, in un momento così difficile della nostra vita. Come Lei sa – ha scandito la Buccafurri –, il 22 aprile scorso la Lactalis ha annunciato la chiusura di questo sito produttivo entro il primo trimestre del 2023. Ciò significa che per 79 madri e padri di famiglia, nel giro di qualche mese, si apriranno inesorabilmente le porte della disoccupazione.

Restare disoccupati è un dramma ovunque, lo è a maggior ragione in un contesto territoriale difficile come il nostro, dove la disoccupazione supera il 20%, quella giovanile il 50% e il tasso di occupazione si ferma sotto il 40%. Chi perde il lavoro a Reggio Calabria difficilmente riesce a trovarne un altro. Per chi lavora in questo stabilimento è quasi impossibile, perché pur non essendo abbastanza anziani da poter andare in pensione, non siamo abbastanza giovani perché il nostro mercato del lavoro, di per sé statico, possa offrirci nuove opportunità».

L’angoscia degli addetti: perdere il lavoro e la possibilità di garantire un futuro ai propri figli

Monsignor Fortunato Morrone in visita pastorale all'Alival (30.6.2022)

Di qui l’«angoscia profonda» poi richiamata dallo stesso arcivescovo: «Abbiamo paura di perdere il lavoro e con il lavoro la possibilità di guadagnare quello che ci occorre per poter vivere una vita dignitosa e garantire un futuro ai nostri figli. Noi, insieme ai sindacati, che ringraziamo per il loro impegno, intendiamo lottare finché avremo forza per difendere il nostro diritto di mantenere il posto di lavoro. Non accettiamo di arrenderci alle logiche del profitto della multinazionale Lactalis, che da un lato non perde occasione per sbandierare la sua responsabilità sociale e dall’altro non si fa scrupolo di mandare in mezzo alla strada lavoratori che non ritiene funzionali ai suoi disegni.

Questo sito produttivo, da tanti anni fiore all’occhiello della città, per la qualità dei suoi prodotti e la professionalità dei suoi dipendenti, potrebbe dare ancora molto al nostro territorio, anche dal punto di vista occupazionale. Serve un piano industriale serio e sostenibile che lo rimetta sui giusti binari. È quello che vogliamo».
A monsignor Morrone, gli addetti Alival del sito di San Gregorio hanno poi rivolto un grande ringraziamento «per aver voluto porre il suo cuore accanto al nostro dolore».

Il Padre Nostro coi lavoratori, all’interno del caseificio

A seguire, la visita dell’arcivescovo reggino nei vari ambienti produttivi del caseificio, a vedere coi suoi stessi occhi i dipendenti al lavoro, i loro processi produttivi, a farsi spiegare la qualità del prodotto altissima da sempre e veicolata su scala nazionale attraverso brand prestigiosi e grande distribuzione.

Epperò monsignor Fortunato Morrone ha voluto anche dialogare coi sindacalisti (il segretario regionale Uila-Uil Antonino Zavettieri, il segretario provinciale Fai-Cisl Romolo Piscioneri e il segretario provinciale aggiunto della medesima sigla Antonino Zema) e con lo stesso Donato Scimone, rappresentante dell’azienda.

Ma la sensibilità del presule ha commosso i lavoratori, che gli avevano chiesto una benedizione ai locali aziendali: monsignor Morrone ha risposto pregando insieme a loro, recitando il Padre Nostro accanto a loro, «perché la benedizione siete voi, col vostro operare», ha spiegato.

Articoli correlati

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007