Reggio resta ferma al 107° posto, confermando un quadro che parla di fragilità strutturale e incapacità di migliorare
REGGIO CALABRIA – Nella nuova graduatoria sulla qualità della vita de Il Sole 24 Ore, Reggio Calabria resta ferma al 107° posto, confermando un quadro che parla di fragilità strutturale e incapacità di migliorare. Su 90 indicatori analizzati e suddivisi in sei macro-aree, la città dello Stretto risulta ultima in ben 27 parametri, un segnale che pesa più di qualsiasi difesa d’ufficio.
Il divario Nord-Sud continua a emergere con forza: la top ten è interamente settentrionale — con Trento, Bolzano e Udine ai primi posti — mentre nelle ultime posizioni si confermano le province meridionali. Un fenomeno noto, alimentato anche da meccanismi di finanziamento “storici” che da decenni premiano soprattutto le regioni del Nord.
La vera novità, però, è un’altra: nonostante le rilevanti risorse arrivate con il PNRR e con i programmi europei, Reggio non riesce a registrare progressi significativi. Un immobilismo che pesa e che non può essere ignorato.
Sarà da questi dati — da questa fotografia impietosa ma necessaria — che dovrà partire la nuova classe dirigente chiamata a guidare la città dopo le elezioni di primavera. Una sfida ormai non rinviabile, perché la qualità della vita non migliora da sola.
