Numerosi e tutti negativi sono state le considerazioni al Ddl Calderoli, all'iniziativa della Cgil area metropolitana di Reggio Calabria e della Uil Reggio
REGGIO CALABRIA – “No all’autonomia differenziata. Una riforma sbagliata”. Questo è il titolo scelto dalla Cgil area metropolitana di Reggio Calabria e dalla Uil Reggio Calabria, riuniti, nell’area del Waterfront, a pochi metri dal lungomare cittadino. Numerosi sono stati gli interventi, dal segretario generale Cgil metropolitano di Reggio Calabria, Gregorio Pititto, al segretario generale Uil Reggio Calabria, Nuccio Azzarà e l’avvocato e scrittore Corrado Edoardo Mollica, oltre ai sindaci facenti funzioni della Città metropolitana e Comune di Reggio Calabria, Carmelo Versace e Paolo Brunetti.
Per i rappresentanti sindacali, gli effetti della riforma varata dal Governo che introduce l’autonomia differenziata, avranno ricadute negative sulle condizioni di difficoltà vissute da vaste aree del Paese, come per esempio nelle regioni del Sud, in modo particolare dagli Enti territoriali nell’erogazione dei servizi essenziali dovute ai progressivi e generalizzati tagli dei trasferimenti statali. Per evitare tutto questo è necessario invertire la tendenza in un percorso che rilanci le politiche perequative per una reale coesione territoriale, l’assenza di livelli uniformi di godimento dei diritti di cittadinanza, le fragilità del sistema della sanità e del mondo della scuola sui territori del Sud ed in Calabria“.
Il sindaco facente funzioni di Reggio Calabria, Paolo Brunetti è apparso “scettico sulla conclusione di questa riforma”, “c’è stata – ha aggiunto – una accelerazione per mantenere calmo un alleato di coalizione, ossia la Lega, alla quale era stata fatta una promessa elettorale. Per raccontare gli effetti di questo disegno di legge faccio sempre l’esempio di una gara dei 100 metri, con il Veneto che partirebbe già dai 50 metri e la Calabria dai blocchi di partenza”.
Mentre Versace dal suo osservatorio metropolitano si è invece soffermato sull’azione di “confronto costante con il territorio, con i sindaci, i cittadini, le associazioni di categoria, sindacati, intanto per ribadire un “no” a questa riforma, e comunque per porci in maniera costruttiva per poter migliorare una proposta di legge che è partita male e sta finendo peggio”.