Reggio / Messa alla prova e "Liberi di scegliere", baluardi della Procura minorile

Reggio / Messa alla prova e “Liberi di scegliere”, baluardi della Procura minorile

mario meliado

Reggio / Messa alla prova e “Liberi di scegliere”, baluardi della Procura minorile

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mercoledì 29 Dicembre 2021 - 08:32

Triplicati i fascicoli (quest'anno, quasi 1.500) per i minori non accompagnati approdati in riva allo Stretto in occasione degli sbarchi dei migranti

REGGIO CALABRIA – L’attività della Procura presso il Tribunale dei minori di Reggio Calabria dà buoni frutti. L’esposizione del “bilancio sociale” 2021 («Dati aggiornati al 23 dicembre», precisa il procuratore minorile reggino Roberto di Palma) restituiscono un quadro in cui i reati più diffusi tra i giovanissimi sono risse, percosse, lesioni. Ottimo il bilancio per quanto attiene al recente protocollo in tema di prevenzione della “diserzione” scolastica e alla prosecuzione nell’impegno relativo a “Liberi di scegliere”.
Molti fascicoli provengono però dal versante civile e, come vedremo, dal capitolo-sbarchi in particolare.

Risse, fenomeno sistematico

Roberto Di Palma, procuratore minorile RC (28.12.2021)
Roberto Di Palma, procuratore minorile di Reggio Calabria

«Le risse costituiscono un fenomeno ormai sistematico – evidenzia Di Palma -. Noi però siamo sempre all’erta: anche quando le denunce erano contro ignoti, abbiamo poi sempre identificato tutti i responsabili di alterchi o vandalismi anche nei confronti di opere pubbliche, atti di teppismo per i quali di recente sono stati denunciati 4 soggetti minori. Ci sono alterchi che nascono per una ragazza contesa, per provocare il “rivale” di turno, ma anche quelli legati allo status di rampolli di certe “famiglie” di ‘ndrangheta: ma noi ci siamo sempre attivati fruttuosamente, dalle risse scatenate in relazione alla movida a quelle cicliche in piazza Italia».

«Mai a carico d’ignoti», perché le indagini sono sempre andate a segno, le inchieste per omicidi colposi stradali o lesioni colpose stradali, altro fenomeno che purtroppo sovente interessa minorenni.
E poi, aggiunge il procuratore, «c’è molto lavoro per noi in relazione alle denunce alla Polizia postale per i reati via Internet, specie per quanto attiene materiale scabroso. Ma qui dovremmo operare un discorso molto più ampio su come il fenomeno della sessualità viene percepito tra gli adolescenti: in molti casi di questo tipo, infatti, le foto o comunque le immagini non risultano “rubate”, ma scattate volontariamente».

Deflazione

C’è anche un contributo significativo rispetto al contenzioso: se nel 2020 i fascicoli iscritti sul versante penale erano stati 152 e ne erano stati definiti 144, creando insomma 8 pendenze, quest’anno 187 sono state le cause iscritte e 194 quelle definite: non solo è stato definito il 100% dei nuovi fascicoli ma si sono sostanzialmente riassorbite per intero le giacenze pregresse. «Poter lavorare “sul quotidiano” e non per smaltire l’arretrato è per quest’ufficio fonte di soddisfazione e dimostrazione d’efficienza», rileva Roberto Di Palma, che ragguaglia i cronisti pure sui 4 tra arresti e fermi di quest’anno – erano stati 2 nel 2020 -, pur essendo in realtà l’arresto l’extrema ratio quando la Giustizia si trova davanti un minore.

Quanto alle iscrizioni nei confronti d’ignoti (46 quest’anno i relativi fascicoli, 39 quelli definiti) un’altra considerazione concerne poi l’ordinaria maggior complessità nelle indagini, evidentemente, ma pure «la frequente necessità di attendere la Giustizia “ordinaria” per la discovery», considerato che in molte inchieste risultano coinvolti sia adulti sia minori d’età e che, nei processi ai danni di maggiorenni, solitamente le indagini sono molto più complicate.
In atto, le inchieste “coordinate” che vedono implicati sia maggiorenni sia minori sono 87.

Risultano invece 276 gli “atti relativi”, i cosiddetti “modelli 45” (iscrizioni di notizie non costituenti reato), in 252 casi portati a definizione: l’anno precedente, le iscrizioni erano state solo 209.

Messa alla prova & Liberi di scegliere

Uno dei “baluardi” della Procura reggina presso il Tribunale dei minori concerne la Messa alla prova (Map).

«Se il fine della pena è la rieducazione, la Map è l’istituto “per eccellenza” – ha argomentato Di Palma -: producendo al suo esito positivo l’estinzione del reato, consente al soggetto la reintegrazione completa nella società. E però al contempo gli chiede di tirarsi fuori da ogni situazione negativa e una “presa di responsabilità” rispetto al proprio operato».

I giornalisti durante l’incontro col procuratore minorile Di Palma

Fortemente “della Procura” minorile, giacché di solito viene proposto appunto dal procuratore minorile nel corso dell’udienza preliminare, questo strumento ha visto un incremento del suo utilizzo dell’89,3% nel giro di un anno: le Map erano state 28 nel 2020, «quasi tutte conclusesi positivamente», ammontano invece a 53 nel corso del 2021.

Il compimento d’atti di violenza, di solito, trova il suo humus nella povertà culturale. «Il 60% dei minori in Calabria non legge un libro. Così, abbiamo chiesto che nei percorsi riabilitativi delle Map fosse inserito l’obbligo di leggere almeno un libro al mese, per poi relazionare sui contenuti agli assistenti sociali». Uno sforzo che fa il paio con la richiesta di contatti con medici che illustrino i pericoli che possono derivare da schiaffi, spinte, partecipazione alle risse.

Continua poi la formidabile esperienza di Liberi di scegliere. Il protocollo «continua a trovare efficace e costante applicazione – ha evidenziato il procuratore -. Qualcuno ha parlato di fallimento perché un giovane appartenente a una famiglia di ‘ndrangheta che se n’era allontanato è stato arrestato per narcotraffico. Ma una vicenda personale andata storta non inficia di certo la validità dello strumento. La questione è un’altra: noi lasciamo al minore l’onere di una scelta adottata in piena democrazia. Non c’è alcun “lavaggio del cervello”: il protocollo, piuttosto, incide sulla mancanza d’alternative. L’hanno detto in tanti, anche fra i collaboratori di Giustizia: mi sono affiliato alla ‘ndrina perché la cappa mafiosa mi opprimeva fin dalla nascita, perché non avevo scelta… Invece, una scelta possibile c’è».

Sbarchi & C.

Sul versante civile, poi, vengono aperti fascicoli in casi di separazione che non vedono pendente un giudizio di separazione ordinario o se i minori risultano protagonisti di violenze dirette o per avervi assistito. «Come la pandemia ha evidenziato assai bene, in molti casi siamo davanti a famiglie “cartolari” ma che in concreto non hanno una vita in comune e rapporti autentici – così il procuratore Roberto Di Palma -. Se i rapporti coi figli minori sono assenti o i genitori vengono meno ai propri doveri verso i figli, si può arrivare alla decadenza dalla patria potestà. Il contesto del lockdown, peraltro, purtroppo ha aumentato la consistenza degli episodi di violenza domestica, così come si segnalano pure atti d’autolesionismo e tentati suicidi, ma è un dato che riguarda tutto il Paese: nel Reggino, i minori non sono più “a rischio” che altrove».

Proprio sul fronte civilistico, però, il boom riguarda i fascicoli collegati agli sbarchi. Per ogni minore non accompagnato che arriva, ha fatto rilevare ai cronisti il procuratore minorile di Reggio Calabria, viene automaticamente aperto un fascicolo (iscrizione, invece, non automatica in caso di minore accompagnato).
Con l’incremento degli approdi, evidentemente, cresce anche il numero di questi fascicoli: «Nel 2020 erano 577, quest’anno sono triplicati a 1.451», ha fatto sapere Di Palma, che ha peraltro definito «eroici i sindaci di alcuni centri “bersagliati” dagli sbarchi di migranti, i funzionari della Prefettura e le forze di polizia». Immani i loro sforzi nel fronteggiare un fenomeno in costante crescita, a dispetto di un “decreto Accoglienza” che, così come le successive modificazioni, non tiene conto della pandemia che sarebbe sopraggiunta. E dunque delle difficoltà anche logistiche, perché i minori non possono stare in quarantena insieme a soggetti adulti; e la situazione si complica ulteriormente se un soggetto minore d’età è positivo al Coronavirus.

Scuola, diserzioni, abbandono

Un’altra immagine del procuratore Di Palma

Un capitolo a sé è quello che concerne le mancate iscrizioni alla scuola elementare dei minori, rispetto al quale la Procura ha recentemente promosso uno specifico Protocollo sottoscritto in termini di progetto-pilota dalle elementari di tre quartieri reggini molto “difficili”: Archi, Arghillà e Modena. In queste tre sole scuole, in pochi mesi d’applicazione del protocollo, già sono emersi 130 casi di minori mai iscritti alle elementari dai propri genitori. «Proprio per questo, già sono pervenute all’Ufficio varie sollecitazioni di tanti altri Istituti scolastici e dello stesso Ambito territoriale provinciale», l’ex Provveditorato agli studi: un nuovo “caso di successo” per la Procura minorile.

Che, intanto, continua a veder giungere dai dirigenti scolastici le previste comunicazioni in caso d’abbandono scolastico.

Verso il pieno organico

Ulteriori note positive concernono invece la consistenza degli organici: autorizzato dal Csm il secondo posto da sostituto procuratore (i termini per fare domanda scadranno l’11 gennaio) si attendono adesso un commesso e il secondo autista per essere finalmente a pieno organico.

Resta però da capire “dove sarà collocato” il personale in arrivo: ecco la problematica di una «dignitosa accoglienza» per il personale, da ricollegare alla problematica sull’edilizia giudiziaria. Molto seria in generale – qui Roberto Di Palma cita le parole dello stesso presidente del Tribunale di Reggio Calabria Mariagrazia Arena sull’insufficienza cronica dei locali – e, dalle parti di via Marsala, «ancor più seria per quanto riguarda gli uffici del Tribunale minorile. Locali posti al piano superiore e ai quali in atto, nota stonata, non possono accedere i diversamente abili: per cui abbiamo fatto richiesta di strumenti per ovviare a questa carenza».

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