L'Ars tenuta a "bagnomaria". Le parole di Lupo (Pd) sul rebus finanziaria

L’Ars tenuta a “bagnomaria”. Le parole di Lupo (Pd) sul rebus finanziaria

Santi Cautela

L’Ars tenuta a “bagnomaria”. Le parole di Lupo (Pd) sul rebus finanziaria

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giovedì 24 Gennaio 2019 - 09:56
Regione

Il rebus della manovra finanziaria non sembra trovare facile risoluzione. Ne è consapevole il capogruppo del Pd Giuseppe Lupo che ieri ha commentato: "se, come ormai appare evidente, saremo costretti a prorogare l'esercizio provvisorio, tanto vale che il governo lo dica subito invece di tenere il Parlamento a bagnomaria a tempo indeterminato".

Prima c'è stato il rimpallo sullo strumento collegato al bilancio, che racchiude le "proposte" della maggioranza. Su questo non si è trovato un accordo celere e si è giunti a un compromesso spalmato in altri tre collegati da approvare dopo la finanziaria, che, per volere del Presidente Musumeci, sarebbe dovuta restare "snella" per essere votata subito.

In realtà, se non si vota già dall'inizio della prossima settimana, è molto probabile che si vada sulla finestra di febbraio, prorogando di un altro mese l'esercizio provvisorio (il tempo massimo sono 4 proroghe mensili). A complicare il cammino della legge di bilancio, la sentenza della Corte dei Conti sul disavanzo ereditato dalla precedente legislatura: 2 miliardi di debito che la Regione dovrà ripagare nei prossimi trent'anni.

Intanto per il triennio, la Regione dovrà versare circa 50 milioni di euro – il costo del collegato tra l'altro – all'anno e dal 2019, saranno per la gran parte trovati (53 milioni circa) attingendo dal fondo per i crediti di dubbia esigibilità: un fondo che, in realtà, in passato la Corte dei conti aveva chiesto proprio di rimpinguare per “ammortizzare” gli effetti di entrate iscritte in bilancio ma che difficilmente potranno essere riscosse dalla regione.

Gli altri nove milioni invece arriveranno dal capitolo “Somme per anticipazioni in conto buonuscita da erogare tramite il fondo pensioni”: si tratta, appunto, degli anticipi del Tfr che i regionali possono richiedere all’ente che gestisce il sistema pensionistico dei lavoratori della Regione.

Previsti nel 2020 tagli da 18,8 milioni anche al fondo di riserva che serve per finanziare le leggi approvate dal parlamento siciliano e altri tagli da 7 milioni ai servizi di informatica e telecomunicazioni. Dal 2021, invece, la Regione si impegna a creare un apposito fondo in cui versare già con la legge di stabilità i 53 milioni di euro.



“Si tratta – spiega però l’assessore regionale all’Economia Gaetano Armao – di coperture ‘tecniche’, formali, visto che quei capitoli, per la loro consistenza, sono quelli che soffrono di meno le variazioni. Ma poi le risorse potranno essere ricollocate con la prossima legge di stabilità. Purtroppo – aggiunge – ci troviamo ad affrontare un problema enorme, nato non certo adesso, ma nel 2015 con le scelte del precedente governo che ci ha lasciato questa pesante eredità”.

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