Benvenuti a Limina, il paese più leghista di Sicilia che ama un Santo siriano

Benvenuti a Limina, il paese che all’indomani delle Politiche si scopre leghista. Qui il partito di Salvini è stato votato dal 41,92% degli elettori. La percentuale più alta della Sicilia. Siamo ai piedi del Monte Kalfa, che con i suoi mille metri di altezza fa da cornice mozzafiato al centro collinare, incastonato nel cuore dei Peloritani. I liminesi sono visceralmente legati al loro Patrono, S. Filippo d’Agira, il Santo “nero” festeggiato solennemente ogni anno a maggio che, ironia della sorte, è siriano. “Ma lui non era un clandestino” replica con un sorriso l’ex sindaco Filippo Ricciardi: “E’ stato inviato dal Papa per evangelizzare la Sicilia. Comunque qui nessuno è razzista, il problema sono i clandestini. Inoltre io sono nato a Caracas, in Venezuela. Dare del razzista a me è da stupidi”.

Dietro l’exploit della Lega in quest’area geografica, regno del neo eletto Carmelo Lo Monte di Graniti (mamma liminese), in Parlamento dal 1996 ed un passato da Dc, Ppi, Democrazia europea, Udc, Mpa, c’è proprio Ricciardi. “Guardi che noi non siamo leghisti dell’ultima ora – taglia corto l’ex sindaco di Limina – e ci sono i fatti a parlare con tanto di testimoni. Avevamo intrapreso un cammino con la Lega nel 2004, con l’Mpa. Nel 2005 Lo Monte chiuse un accordo con Calderoli, allora reggente del partito in quanto il leader Umberto Bossi era stato colpito da un ictus. Sono tredici anni che portiamo avanti questo progetto, adesso concretizzatosi con Salvini”.

Lavoro, immigrazione, emigrazione. La gente in questo lembo di terra della provincia di Messina si aspetta una scossa. I residenti sono oltre 800, ma di fatto il paese è vissuto da non più di 500 persone. C’è però un’altra Limina nel mondo. E’ quella degli emigrati. Gli iscritti all’Aire, certificati, sono 600. “Ma di fatto sono molti di più”, sottolinea Ricciardi, al momento assessore all’Emigrazione. Da anni fa la spola con le comunità liminesi più importanti: in Venezuela, Stati Uniti, Svizzera, Argentina. “Lo spopolamento del nostro paese – chiosa – appare irreversibile. Poi magari quando si fanno… grandi, alcuni ritornano nella loro terra. Negli ultimi 3-4 anni – aggiunge Ricciardi – ne sono rientrati una cinquantina dal Venezuela, dove la situazione è drammatica”. L’attività prevalente a Limina è l’agricoltura, a conduzione familiare. Le attività commerciali si contano sulle dita delle due mani: tre botteghe, un tabacchino, tre bar, un barbiere, un fabbro ferraio e una sala giochi.

“Qui non c’è futuro” è il coro unanime. “Deve cambiare tutto radicalmente – sostengono i liminesi – per consentire ai nostri figli di rimanere in questa terra e non volare all’estero”. Una emorragia inesorabile. “La situazione è sotto gli occhi di tutti – è l’ultima osservazione di Ricciardi – da quando ero bambino ad oggi è tutto diverso. Il paese si è spopolato. Ma sono fermamente convinto che qualcosa passa cambiare. Che anche qui possa esserci un futuro”.