Gotha VII, tutti i particolari e il libro mastro del pizzo

L'appalto per la rete fognaria di Barcellona, il metadonotto di Rometta, l'azienda che da Terme distribuisce uova in tutta Italia Valverde, i vivai di Vigliatore. Poi i commercianti di Pozzo di Gotto. Il clan di Carmelo D'Amico, malgrado l'arresto e il pentimento del capo, nel 2013, continuava ad operare.

E i suoi nomi più "pesanti",da Ottavio Imbesi a Mariano Foti passando per il figlioccio Santino Impalà, continuavano ad imporre il pizzo a tutta la zona a cavallo tra il Longano e Falcone.

Impalà avrebbe voluto mettersi in proprio, ma la longa manus dei reggenti era pronto per schiacciarlo. Ha quindi deciso di aderire al gruppo di Foti, trattanto per suo conto le estorsioni.

Ma al clan non è riuscito sempre: come quando Mariano Foti si è presentato ad una nota profumeria di via Roma, accorgendoci che ci lavorava la figlia di Giovanni Rao, capo e cassiere dello storico clan barcellonese. A quel punto ha deciso di desistere.

Il fiorente settore dei vivai di Terme Vigliatore, ormai fornitori internazionali dei mercati verdi, non poteva restare fuori dalle mire dei barcellonesi. E' in questo "capitolo" che emerge il nome di Francesco Salamone, consigliere comunale di Terme e dirigente sportivo, già arrestato e scarcerato in una precedente operazione. E' accusato di aver mediato per i barcellonesi l'estorsione ad un vivaio.

Tra gli arrestati c'è anche una donna, Francesca Cannuli, che avrebbe avuto un ruolo primario nella riogranizzazione della economia del clan.