Venerdì i primi interrogatori. Attesa per il confronto con la moglie del killer di Camaro che parlava al telefono col compagno anche in carcere
MESSINA – E’ venerdì 15 marzo il giorno fissato per il primo faccia a faccia tra i 10 arrestati dalla Polizia lo scorso 12 marzo con l’accusa di aver gestito un intenso traffico di droga con la Calabria e il successivo spaccio a Messina. Traffico diretto da Claudio Costantino, il killer di Camaro sotto processo per il duplice omicidio del 2 gennaio 2022.
Gli interrogatori
La giudice Ornella Pastore, che ha autorizzato gli arresti, ha convocato i sei arrestati messinesi per l’interrogatorio di garanzia: si tratta della moglie di Costantino, Alessandra Patti, e del figlio Ruben Fortunato Prugno. Al cospetto del giudice andranno anche Francesco Ferrante e Francesco Genovese, accusati di aver “retto” per conto di Costantino il giro, dalle consegne della droga acquistata in Calabria allo smercio ai pusher locali occupandosi anche del “recupero crediti”, il figlio Giuseppe Genovese e Albino Misiti. Tutti saranno accompagnati dai difensori di fiducia: gli avvocati Salvatore Silvestro, Domenico Andrè, Filippo Pagano e Tindaro Celi.
Il traffico di droga durante la latitanza e dopo l’arresto
L’indagine della Squadra mobile è scattata subito dopo la fuga di Costantino da Messina, la stessa notte della sparatoria che ha lasciato Giovanni Portogallo senza vita e Giuseppe Cannavò in fin di vita in ospedale, dove spirerà qualche giorno dopo. Gli investigatori hanno intercettato diverse conversazioni tra i suoi fedelissimi che fanno presupporre un costante contatto con Costantino anche dalla Calabria, durante la latitanza. Anzi, le telecamere della Polizia hanno ripreso la trasferta di uno di loro a Rosarno, a marzo 2022, proprio nell’abitazione dei coniugi che hanno appoggiato la latitanza di Cannavò, e il ritorno a Messina con una pistola e la droga, consegnata agli altri complici.
Il ruolo della moglie
Anche dopo l’arresto Costantino continuerà a dirigere il traffico di droga, si legge nel provvedimento d’arresto del giudice. Lo farà tramite la moglie Alessandra Patti, comunicando con lei con un telefonino nascosto nella cella del carcere di Augusta dove verrà rinchiuso. La donna da quel momento avrà un ruolo sempre più centrale nello smercio dello stupefacente e nel recupero crediti. Alessandra Patti viene infatti intercettata più volte, tra fine aprile e inizio maggio, sia al telefono con il compagno che a parlare con gli altri fedelissimi dei traffici. In una occasione nomina apertamente la cocaina, altre volte discute dei soldi da recuperare dai creditori.

Guardare le foto che ritraggono le facce sorridenti degli arrestati mi mette tanta tristezza…
Ok non viviamo in un territorio che offre tante possibilità di lavoro, ma neanche utilizzare questo come alibi per delinquere…
Aggiungo la mancanza delle istituzioni sul territorio che facilita certe deviazioni sociali…
Tanta tristezza e allo stesso tempo speranza di rinascita per questo territorio.