Mammiferi marini nello Ionio. L’Università di Messina tra gli enti scientifici coinvolti

Mammiferi marini nello Ionio. L’Università di Messina tra gli enti scientifici coinvolti

Emma De Maria

Mammiferi marini nello Ionio. L’Università di Messina tra gli enti scientifici coinvolti

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giovedì 08 Agosto 2013 - 08:59

Scopo e finalità del progetto di ricerca: la valutazione e la quantificazione del “disturbo” umano indotto sui cetacei. Il programma di ricerca affonda le proprie origini nell’intesa collaborazione e sinergia tra il Dipartimento di Scienze Biologiche ed Ambientali dell’Università di Messina ed i Laboratori Nazionali del Sud di Catania dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN).

Le rotte dei capodogli, lo studio dei segnali emessi dai cetacei, la valutazione dell’influenza dell’impatto umano sull’ambiente ed il tasso di inquinamento prodotto dall’attività marina dell’uomo nel viaggio dei grandi mammiferi attraverso le acque del Mare Nostrum. Saranno questi gli aspetti del progetto di ricerca scientifica, finanziato nell’ambito MIUR-Futuro in Ricerca, che il dott. Francesco Caruso, dottorando dell’Ateneo Peloritano in Scienze Ambientali: Ambiente Marino e Risorse, sotto la guida del dott. Giorgio Riccobene (LNS-INFN) responsabile scientifico del Progetto SMO, ha messo a punto.
Un progetto di ricerca che potrà svilupparsi attraverso l’impiego di un software grazie al quale sarà possibile stimare le dimensioni dei grandi mammiferi marini (Physeter Macrocephalus), partendo dai segnali da questi emessi. Un equipe di ricercatori della quale faranno parte la dott.ssa Virginia Sciacca, dottoranda che da diversi anni si occupa dei suoni e dei segnali emessi dai più grandi tra tutti gli Odontoceti, e la dott.ssa Paola Inserra, studentessa del corso di laurea in Biologia ed Ecologia dell’Ambiente Marino Costiero, il cui percorso di studi si è concentrato da diverso tempo sulla valutazione dell'impatto dei rumori prodotti dai natanti in transito, all’interno del medesimo perimetro di studi.
Scopo e finalità del progetto di ricerca: valutazione e quantificazione del “disturbo” umano indotto sui cetacei, che saranno così spiati da "orecchie elettroniche".
Il programma di ricerca affonda le proprie origini nell’intesa collaborazione e sinergia tra il Dipartimento di Scienze Biologiche ed Ambientali dell’Università di Messina ed i Laboratori Nazionali del Sud di Catania dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN). Variegati i progetti condivisi, all’interno di differenti settori di ricerca, relativi in particolare allo studio dei neutrini, mediante un sistema innovativo di acquisizione dei dati in mare profondo che, oltre ad utilizzare sofisticati sensori ottici per registrare la traccia luminosa prodotta dal passaggio dei neutrini, raccoglierà dati acustici di fondamentale importanza per lo studio della migrazione dei mammiferi marini.
Tecniche attraverso le quali si consentirà agli scienziati di proteggere i cetacei dai rischi legati alle attività marittime prodotte dell’uomo.
Oggetto di analisi e di calcolo saranno inoltre le possibili rotte di collisione con le navi in transito ed il grado di inquinamento acustico da queste prodotto.
Rilievi che sarà possibile realizzare attraverso una serie di strumentazioni di ascolto sottomarino cablato nel Mediterraneo.
Saranno 14 sensori acustici dislocati su di una torre che l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare ha già posizionato a circa 80 km a sud est di Capo Passero ed a circa 3500 metri di profondità nello Ionio meridionale.
Un apparato scientifico che permetterà dunque di seguire ”in diretta” i capodogli e di segnalare la presenza dei giganti dei mari alle navi che si trovassero ad incrociare la rotta dei cetacei o che producessero un inquinamento acustico pericoloso per la loro incolumità.
Il progetto Miur-Futuro in ricerca Smo si muoverà a trecentosessanta gradi e coinvolgerà tra gli altri l’Infn, l’Ingv, l’Università “La Sapienza”, Roma 3 e le università di Pavia, Messina e Catania.

(Emma De Maria)

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