Referendum CSS, è polemica dopo il passo indietro di tre Comuni

Referendum CSS, è polemica dopo il passo indietro di tre Comuni

Giovanni Passalacqua

Referendum CSS, è polemica dopo il passo indietro di tre Comuni

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lunedì 09 Novembre 2015 - 11:34

"Uno strappo politico a tutela di interessi di parte": così il fronte a favore della consultazione ha definito la decisione di San Pier Niceto, Santa Lucia del Mela e Condrò, accusati di connivenza nei confronti del sindaco di Milazzo, Giovanni Formica.

Non potevano mancare le reazioni alla decisione di Condrò, Santa Lucia del Mela e San Pier Niceto di violare il Patto dei Sindaci, rinunciando alla partecipazione al referendum sul CSS. Le motivazioni addotte dai tre Comuni non hanno convinto il resto del fronte ambientalista, rimasto ancora unito sul tema referendario. Sotto osservazione l'anomala tempistica della decisione, successiva alla presa di posizione del sindaco di Milazzo, Giovanni Formica ; e anche le ragioni della rinuncia ricalcano quelle proposte dal primo cittadino mamertino, accusato di non voler infastidire il suo partito – il PD – a livello regionale e nazionale.

Uno strappo politico

Secondo le associazioni pro-referendum lo strappo è politico: "Si sa: i processi unitari sono lunghi e faticosi, si fa un passo avanti, due indietro e, bisogna sperare, tre di nuovo in avanti" – scrive Zero Waste – "ma, in questo caso, l’unità di intenti dei cittadini e dei loro rappresentanti è indispensabile. Questo era il senso del tavolo unitario, e la consultazione popolare comune era solo il primo passo in questa direzione, una occasione di crescita culturale dei cittadini, che questa scelta ha fatto saltare.Lo strappo unilaterale, che purtroppo si origina dal peso politico del sindaco di Milazzo, poteva essere evitato con lo strumento del confronto, pertanto è grave che si sia scelto di procedere così. C’è solo da sperare che non si voglia rendere la spaccatura permanente".

Già, perchè le riserve espresse contro il referendum non sembrano definitive: da un lato si dice che esso potrebbe indebolirel'efficacia degli atti approvati dai Consigli Comunali e dalle amministrazioni di quasi tutti i Comuni nel raggio di 32 km dall'inceneritore; dall'altro si parla di equivocità e scarsa chiarezza del quesito proposto. Due riserve che potevano essere affrontate, di concerto, in una nuova riunione. Che però non è stata convocata, dimostrando una volta di più la volontà di rottura. "Quale efficacia hanno dei semplici atti d'indirizzo approvati da Comuni che non hanno voce diretta sulla questione?" – scrive il comitato "No inceneritore del Mela" – "E perchè, se il quesito referendario è ambiguo, non si è convocato di nuovo il tavolo che aveva portato al Patto referendario, discutendo una soluzione comune? Il popolo è sovrano, come recita la nostra costituzione; ma sembrano averlo dimenticato sia gli amministratori della zona e sia, purtroppo, gran parte dell’ambientalismo locale rimasto tiepido se non in aperto dissenso con l’ipotesi referendaria".

A rendere ancora più ambigua la posizione di Formica è il suo atteggiamento nel recepire gli adempimenti approvati nella delibera consiliare contro il CSS: "A distanza di un mese dall’approvazione di quell’importante atto deliberativo" – scrive il consigliere Simone Magistri – "nessuna di quelle attività risulta ancora esser stata posta in essere. In particolare, la Giunta Municipale non risulta avere ancora adottato apposita delibera con la quale esprimere netta contrarietà rispetto all’ipotesi di riconversione della centrale Edipower/A2A di San Filippo del Mela in impianto alimentato a CSS, a differenza di quanto avvenuto nella quasi totalità dei comuni facenti parte dell’AERCA. Allo stesso tempo, nonostante la prossima scadenza dei termini concessi, non si hanno informazioni in merito alla formulazione, da parte del Comune di Milazzo, di osservazioni al suddetto progetto di riconversione, né tantomeno sul processo di redazione delle stesse, nel quale non risulta esser stato in alcun modo coinvolto il Consiglio Comunale".

"Come di tutta evidenza" – continua Magistri "l’amministrazione comunale non ha ancora assunto una posizione chiara, ufficiale e formale rispetto alla suddetta ipotesi di riconversione, né risulta essersi finora opposta con opportune azioni di carattere politico nelle competenti sedi istituzionali. In assenza di qualsiasi preventivo confronto con il Consiglio Comunale, il sindaco di Milazzo ha avuto invece tempo e modo per esprimere la contrarietà, propria e di tutta la giunta, rispetto all’eventuale indizione di un referendum consultivo comunale sull’argomento in oggetto, bollandolo da subito come inutile e dannoso, e frustrando così legittime aspettative di partecipazione popolare".

L’importanza della compattezza è un punto caro alle associazioni pro-referendum: “Se in questa vicenda prevarranno ciechi egoismi e la difesa di interessi particolari, come sembra stia accadendo sarà il disastro" – scrive Zero Waste. "Alcune associazioni da anni si arrovellano nel pantano dell’ambientalismo locale, che purtroppo ha perso tutte le importanti sfide degli ultimi decenni. Tranne una: era il 1989 e grazie a un referendum si respinse la centrale a carbone" – aggiunge il comitato contro l'inceneritore.

La situazione attuale

Attualmente il fronte ambientalista si divide dunque lungo la linea del referendum: da un lato troviamo il Comune di San Filippo del Mela, sostenuto da Zero Waste, dal comitato "No inceneritore del Mela" e da un ampio fronte a favore della consultazione; dall'altro c'è il Comune di Milazzo, espressosi chiaramente contro la consultazione, e che è stato adesso seguito da San Pier Niceto, Condrò e Santa Lucia del Mela. In mezzo, sono in tanti a credere che i tre Comuni non siano davvero contrari al referendum, e che possano tornare sui loro passi non appena trovata una soluzione alle riserve espresse; ma è un esito tutto da verificare. Pesa poi il silenzio di Peppe Maimone: il presidente Adasc non ha ancora preso posizione sulla decisione dei tre Comuni; e anche sul mancato recepimento, da parte della giunta milazzese, delle indicazioni del Consiglio in merito al CSS non ha ancora fatto sentire la sua voce.

Ma è ormai chiaro a tutti i soggetti coinvolti che gli unici atti concreti contro il progetto di riconversione a CSS sono le osservazioni da presentare in sede di VIA – Valutazione di Impatto Ambientale – entro il 20 novembre: tutti – amministrazioni, associazioni e liberi cittadini – possono inviare le loro osservazioni, purchè nel merito. Che poi, nella Conferenza dei servizi in cui si deciderà, con scelta politica, se dare il via libera al progetto, si possano presentare anche i risultati di una consultazione referendaria è l'auspicio del fronte pro-referendum: "Rispondano dunque i sindaci che si sono defilati alle seguenti domande" – chiede Zero Waste – "Se il referendum si terrà solo a San Filippo del Mela e in pochi altri, sarà meglio o peggio per il loro comprensorio? E senza un tavolo unitario, che includa tantissimi comuni oltre a quelli dell’AERCA, si potrà costruire un benessere duraturo per tutti? E, ancora, come e quando intendono ricostruire un tavolo unitario?"

Giovanni Passalacqua

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